
Con 36 anni di carriere a 1,3 milioni di esemplari prodotti, per molti Espace ha conquistato sul campo il ruolo di vera ammiraglia Renault o quantomeno quello di modello più rappresentativo: dal 1984, anno in cui ha introdotto in campo europeo il concetto di monovolume, ha visto sfilare intorno a sé diverse berline, dalla 25 alla Vel Satis, molto diverse tra loro, a tratti discontinue e non sempre fortunate.
Il fascino della capostipite
Espace ha avuto invece il pregio di rimanere coerente almeno fino a questa quinta generazione, senza dubbio quella cambiata in modo più netto rispetto alla continuità delle precedenti: in primis nella fisionomia, ora più crossover che MPV, in secondo luogo per il deciso balzo verso un’eleganza e un lusso da premium che il restyling operato quest’anno amplifica introducendo finiture più pregiate e diverse nuove tecnologie per la sicurezza.

La rivoluzione inizia da fuori
Imponente come non mai, a partire da questa quinta generazione non ha più le varianti normale e ‘Grand’ ma un’unica corporatura, con 4,857 millimetri di lunghezza, 1.888 di larghezza e 1.677 di altezza e un maggiore “stacco” da terra, 160 millimetri.
Allo stesso tempo sfoggia però un profilo affusolato che riprende molto bene la concept Initiale Paris, nome rimasto a identificare l’allestimento top, quello dell’esemplare provato da noi.

Il restyling si è concentrato sulle linee del frontale, soprattutto nel paraurti, e nei fari che sull’allestimento Initiale Paris sono i nuovi Matrix Vision a segmenti di LED (all’esordio assoluto in Casa Renault)

che possono accendersi e spegnersi in modo selettivo e indipendente ottenendo così la funzione anti abbagliamento con la la capacità di rilevare la presenza delle vetture sulla stessa carreggiata a 350 metri e quelle in avvicinamento su quella opposta a 550 metri.
Oltre una visibilità aumentata del 50% e a una profondità portata da 175 a 220 metri, hanno una logica di funzionamento che si adatta ai 4 programmi del sistema MySense (Eco, Comfort, Sport e mySense).

Tutto digitale
L’abitacolo di questa quinta generazione è evoluto da quello soprattutto pratico di una monovolume pura a qualcosa di un po’ più raffinato: la terza fila di sedili non è più di serie né composta da singole poltrone ma opzionale (a 910 euro) con due sedili a scomparsa nel pavimento.

Su questa vettura, che ne è priva, troviamo quindi un ampio e spazioso ‘locale’ da 660 litri di capienza, ampliabili fino a oltre 2.100 litri grazie al sistema di ribaltamento selettivo delle tre frazioni della seconda fila attraverso una pulsantiera che ritrae gli appoggiatesta e abbatte gli schienali.

L’infotainment è di tipo decisamente avanzato ed ha abbandonato la maggior parte dei comandi fisici trasferendone le funzioni allo strumento centrale touch, da cui si controlla anche la dinamica ed è integrata dalla funzione Easy Connect collegata alla App MY Renault con cui si possono attivare in remoto fari, chiusura porte e clacson e impostare la navigazione.
L’interfaccia si completa con un quadro interamente digitale e configurabile, che può ospitare la grafica del navigatore, le funzioni di sicurezza o gli strumenti più tradizionali.

Se i Diesel di Renault tornano ‘grossi’
Dei tre motori 4 cilindri soltanto il benzina 1.8 TCe da 225 CV è rimasto lo stesso, mentre per i Diesel Espace ha alzato cilindrate e potenze: ai 1.6 mono e biturbo da 131 e 160 CV dell’esordio son ostati preferiti i 2.0 dCi Energy (gli stessi che compongono anche la gamma di Renault Koleos), più corposi e adatti a un mezzo di una certa mole, con 160 CV nella versione base e 200 in quella top provata da noi, con turbo a doppio stadio e coppia massima di 400 Nm contro 350.

Per tutti è di serie il cambio EDC a doppia frizione, che sorprendentemente rappresenta un po’ il punto debole di Espace.
Non nell’efficienza, che si è dimostrata ottima nel corso del test (il consumo medio si aggira sui 6,5 litri/100 km) ma in alcune situazioni, come le rampe affrontate a passo d’uomo con piede leggero, dove evidenzia qualche esitazione di troppo nello spunto, e nella logica del selettore, che sulle prime genera un po’ di disorientamento nel conducente.
Infatti il pulsante a metà dell’impugnatura non serve a sbloccare la leva come accade su molti altri cambi anche di tipo a impulsi come questo ma è quello per la messa in posizione di parcheggio. Dunque, bisogna muovere il selettore senza toccarlo altrimenti si rimane fermi.

La chicca, che accompagna questa generazione dall’esordio, è il sistema 4Control, di serie dal livello intermedio Executive, che abbina il sistema autosterzante attivo sulle ruote posteriore con ammortizzatori a gestione elettronica.
Un buon complesso, che rende questo modello agile in manovra pronto nei cambi di direzione ma sempre stabile, e piuttosto confortevole anche nell’uso cittadino.
Molto semplice, la gamma Renault Espace propone i tre motori in tre allestimenti: Business, Executive e infine Initiale Paris, riservata ai due più potenti con il TCe a 52-500 euro e il “nostro” dCi 200 a 55.400.
Il prezzo d’accesso, sempre per il benzina ma Business, è di 43.700 euro. Tra le opzioni, il sistema Highway and Traffic Jam (1.010 euro, non per Business) che coordina il cruise control attivo e il mantenimento della posizione in corsia ed è classificato come guida autonoma di Livello 2.