Nata nell’ormai lontano 2013 la Renault Captur ‘catturò’ il pubblico per le sue dimensioni: ne troppo grande ne troppo piccola, con quell’aspetto da SUV compatto che da allora in poi avrebbe avuto un successo trasversale, tanto da invitare tutte la Case a cimentarsi in questa formula.
Il fatto che da allora ad oggi ne circolino nel mondo oltre 1,6 milioni e in italia la Captur sia dal 2015 leader del suo segmento danno un’idea di quando questa importante vettura Renault abbia colpito nel segno.
Oggi migliora se stessa e da vettura semplice e accessibile nel 2013 è diventata ricercata e ben fatta, come abbiamo potuto verificare nella nostra consueta analisi tecnica.
Analisi Formale
Con dimensioni che, come di consueto, crescono con le successive evoluzioni, ora la Renault Captur è lunga 4.230 mm, ovvero 110 mm più della precedente, ha il passo di 2.630 mm (20 mm in più) e può montare cerchi da 18” (come l’esemplare che abbiamo provato) uniti a pneumatici ribassati. q
Questo, unito agli archi neri che segnano i passaruota, le superfici lavorate dei lamierati e una linea di cintura alta con vetratura ridotta, rende la Captur quasi una concept, specie se si sceglie uno dei colori brillanti disponibili, come il rosso passion abbinato al nero etoilé per il tetto della vettura oggetto della nostra prova (ma ci sono anche l’arancio acatama e il blu iron).
Nuovi i gruppi ottici anteriori, 100% LED e con le luci diurne a ‘C’ (forma ripetuta anche dietro) che riprendono il ‘family feeling’ visivo ormai diventato un must per tutti i Costruttori.
Interni e Infotainment
Con l’arrivo della nuova Clio, Renault ha dato il via a una revisione degli interni delle sue vetture di questa fascia, elevandone il livello qualitativo e la dotazione, oltre che l’abitabilità, con maggior spazio a disposizione degli occupanti.
I sedili anteriori hanno una seduta allungata di 15 mm e questo, unito alla forma avvolgente, procura una sensazione di comfort superiore e trasmette in modo più sincero il comportamento del veicolo.
Lo schienale incavato, infine, aumenta lo spazio (quasi 20 mm) per le ginocchia di chi sta dietro. Il divano posteriore scorrevole consente di privilegiare lo spazio per i passeggeri o per il bagaglio, arrivando in questo caso a un volume di 536 litri, tra i migliori della categoria. Anche qui, come su Clio, troviamo il cosiddetto Smart Cockpit, termine col quale si riassume l’interfaccia veicolo-utente.
La cosiddetta Flying Consolle, che è poi una mensola sulla quale è appoggiata la corta cloche E-Shift (totalmente elettrica) che comanda il cambio automatico a doppia frizione EDC (che, come sempre, consigliamo caldamente a tutti) alleggerisce la zona centrale dove ci sono parecchi vani tra cui il pad per ricaricare a induzione lo smartphone.
Ormai un classico lo schermo touch che può arrivare a 9,3” e visualizza il sistema multimediale compatibile con Android Auto e AppleCarPlay. La strumentazione è digitale con un display da 7” o 10,2”, ben visibile attraverso il volante.
Sicurezza
La nuova Renault Captur rientra nel programma ‘Drive the Future 2017-2022’ di Renault e dunque è connessa, elettrificata e a guida autonoma che poi consiste in dispositivi di assistenza alla guida che aumentano la sicurezza, come l’Highway and Traffic Jam Companion (Guida Autonoma di livello 2) attivo da 0 a 160 km/h e disponibile sulle versioni TCe 130 EDC FAP e 155 EDC FAP.
Esso unisce il Cruise Control Adattivo con frenata e ripartenza (Stop&Go) in coda (entro 3 secondi senza l’intervento del conducente) e Lane Centering (centraggio e mantenimento della corsia). Grazie a questi e altri dispositivi di sicurezza, Renault Captur ha ottenuto le 5 stelle Euro NCap.
Come è fatta dal Renault Captur
Dell’ergonomia degli interni abbiamo già detto, qui aggiungeremo che i materiali i sono parsi all’altezza delle aspettative di un prodotto che ha definitivamente lasciato la fascia media per scalare posizioni.
Ben fatti i rivestimenti e la sensazione al tocco delle plastiche, il tutto per aumentare la qualità percepita in modo sostanziale. Buoni, in generale, i giochi&profili, sia tra parti fisse sia mobili, anche di materiali diversi.
Ottima e degna di nota l’esecuzione delle guarnizioni porta, studiate per la massima efficacia e per convogliare, con appositi gocciolatoi integrati, il deflusso dell’acqua.
Nulla di nuovo per la parte meccanica, con un vano motore densamente popolato ma sostanzialmente ordinato e con cavi e tubazioni ben protette.
Nel sottoscocca alle ormai generalizzate MacPherson anteriori e associato un altrettanto standardizzato (almeno per questa fascia dei veicoli) il ponte semitorcente.
Motorizzazioni
Tra i benzina troviamo il 3 cilindri turbo 1.0 TCe e il quattro cilindri 1.3 TCe FAP nella versione da 130 CV o 155 CV, abbinabile alla trasmissione automatica a doppia frizione EDC a 7 rapporti con palette al volante. I motori a gasolio includono l’1.5 litri Blue dCi, con potenza di 95 CV e 240 Nm o 115 CV e 260 Nm con trasmissione manuale 6 rapporti o trasmissione a doppia frizione 7 rapporti.
Quest’ultimo powetrain è stato oggetto del nostro test drive e dobbiamo dire che il comportamento del cambio non è sempre all’altezza dell’eccellente elasticità del motore. Una cambiata in certe situazioni ben avvertibile, quasi come se la frizione innestasse un po’ troppo bruscamente, e il regime di giri talvolta ‘tirato’ oltre quello che parrebbe il migliore per sfruttare la coppia motrice rendono la guida meno rilassata di quanto ci si potrebbe aspettare. Buono lo sterzo, specie in città e nelle manovre, un po’ meno in velocità, dove lo avremmo preferito più diretto.
Chiudiamo ricordando che la nuova Captur ha una gamma di motorizzazioni che include anche quella a GPL col 3 cilindri turbo 1.0 TCe da 100 CV e 160 Nm e anche una versione ibrida plug-in E-Tech in cui il motore 1,6 litri a benzina si avvale di 2 motori elettrici e una batteria da 9,8 KWh con trasmissione Multimode con cui si possono percorrere fino a 65 km in modalità elettrica in ciclo urbano (WLTP City) e fino a 135 km/h di velocità.