Dall’ormai lontano 1963 la Porsche 911 rappresenta il sogno nel cassetto di molti appassionati. In 56 anni di carriera è stata sottoposta a tante piccole modifiche e a grandi rivoluzioni, pur rispettando, serie dopo serie, quello spirito e quella tradizione, tanto stilistica quanto estetica, che ne hanno sempre decretato il successo. Oggi, con l’ottava generazione, la Porsche 992 compie un altro passo avanti presentandosi in una veste rinnovata e ulteriormente migliorata soprattutto dal punto di vista tecnologico e prestazionale, confermandosi una delle sportive più poliedriche sul mercato: pratica e comoda nel classico tragitto casa-lavoro, veloce e precisissima quando la si spreme in pista o su una strada tutta curve.
Noi l’abbiamo messa alla prova, nelle varianti S e 4S, sulle tortuose strade della Corsica, seguendo alcune delle prove speciali del Tour de Corse. Ma andiamo per gradi e prima di salire a bordo, ci concediamo un giro intorno alle due auto per osservare i tanti piccoli interventi che i designer tedeschi hanno apportato alla vettura per conservare e modernizzare le linee. La prima cosa che salta all’occhio sono le dimensioni. Le carreggiate sono cresciute di 4,6 cm davanti e 3,9 cm dietro e sono ora identiche sia sua S, sia sulla 4S. Inedita la dimensione dei cerchi, da 20” davanti e da 21” dietro, mentre rimanendo al posteriore, l’elemento che più caratterizza questa nuova 992 è la striscia a led che collega i due fanali, sopra la quale “si appoggia” la nuova ala mobile di più grandi dimensioni.
Tante novità anche negli interni. L’abitacolo ha ora un aspetto più tecnologico, pur conservando – anche in questo caso – il legame stilistico con il passato. Tutto nuovo il quadro strumenti, che abbina al classico contagiri analogico, due schermi che riproducono gli elementi circolari tipici delle primissime 911. Nuova anche la consolle centrale sormontata da un nuovo selettore del cambio PDK a otto rapporti (ma in un secondo momento arriverà anche un manuale a 7 marce).
Ma bando alle ciance, è il momento di mettersi al volante. Il flat-six Porsche di tre litri, comune sia alla S sia alla 4S, è stato profondamente rivisto soprattutto dal punto di vista della sovralimentazione. Le due turbine assicurano una spinta istantanea, quasi completamente priva di lag, che diventa sempre più corposa col salire dei giri, fino alla soglia dei 7.000 giri. 450 sono i CV a disposizione, e 530 i Nm di coppia. Tutto nuovo anche il cambio. Il PDK guadagna ora un rapporto in più arrivando a 8, confermandosi una delle trasmissioni più precise sul mercato. Fluida nei cambi di marca in modalità automatica, velocissima in manuale. Nonostante le dimensioni maggiori rispetto alla precedente generazione, la 911 continua ad essere uno dei punti di riferimento in quanto a piacere di guida. Una volta lanciata tra le curve, gli oltre 1.500 kg di peso spariscono sotto l’effetto dell’ottimo lavoro delle sospensioni PASM regolabili e, soprattutto, delle quattro ruote sterzanti (di serie sulla 4S). Giocando con le varie modalità di guida, poi, è possibile rendere la 911 più o meno “aggressiva” nelle risposte. Tra queste, inoltre, una grande novità è rappresentata dalla funzione Wet, che grazie a una serie di sensori è in grado di adattare automaticamente la risposta di acceleratore e sistema di trazione sulla 4S, in base alle condizioni del manto stradale.
In conclusione, dove differiscono i due modelli è solo nel feeling di guida. Sono entrambe precise e velocissime, e con i freni carboceramici anche incredibilmente efficaci in frenata, ma se è il piacere di guida puro che si cerca, allora meglio puntare sulla S, che rispetto alla sorella a quattro ruote motrici riesce ad essere più reattiva in curva, merito anche di un peso inferiore di circa 50 kg.