Opel Grandland X Hybrid4: con l’ibrido si migliora

Opel Grandland X Hybrid4

Nella recente analisi tecnica della Opel Grandland X spinta dal motore diesel di 2.0 litri avevamo rilevato, al di là di un giudizio generale positivo, alcuni peccati veniali a livello di finiture e di assemblaggio che ci avevano lasciati un po’ perplessi, trattandosi di un prodotto ‘made in Germany’. Per questo, avvicinandoci alla sua ultima versione, quella ibrida plug-in, presentata lo scorso gennaio nella cornice della Schwarzwald, siamo andati a verificare se quelle ‘pecche’ fossero state risolte. Abbiamo inoltre approfittato della presenza di Thomas Overhaus, direttore del programma di sviluppo dei veicoli a bassa emissione Opel, per avere qualche dettaglio in più sull’ibridizzazione del progetto. Tra le altre cose, ci è stato detto che la Opel Grandland X, la cui produzione era iniziata nello stabilimento PSA di Sochaux, dall’autunno 2019 è prodotta anche su una linea allestita ad Eisenach, in un’ottica di sinergia che consentirà di gestire i picchi di produzione su due siti, ma che vedrà lo stabilimento tedesco impegnato prevalentemente sulle versioni ibride. Questo ha permesso di raggiungere superiori livelli di qualità e stabilità del processo produttivo che consentiranno, in particolare con la versione Hybrid4, di consolidare la posizione sul mercato di questo SUV tedesco, che sarà anche esportato in Russia, mercato sul quale Opel vuole ritornare.

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Presentata al Salone di Francoforte insieme alla Corsa-e, la Opel Grandland X Hybrid4 rappresenta l’ingresso della Casa di Rüsselsheim nel settore delle ibride plug-in, ed entro il 2024 ogni modello Opel avrà la versione BEV oppure PHEV.

In effetti dobbiamo dire che la nuova Opel Grandland X Hybrid4, annunciata allo IAA 2019 di Francoforte, ha fatto un deciso passo avanti: assemblaggi più curati, gap&flashes constanti e contenuti e, in generale, una sensazione di qualità percepita allineata coi migliori prodotti del segmento ci hanno convinto.

Opel Grandland X Hybrid4

Dall’ibrido maggior silenziosità e comfort

Dal punto di vista del comfort e dell’NVH il sensibile miglioramento, come ci ha detto Overhaus, è dovuto in gran parte al tipo di motorizzazione, costituita, nel caso della versione 4WD, da un motore endotermico turbo a iniezione diretta di benzina da 1.6 litri da 147 kW (200 CV) Euro6-d più 2 motori elettrici da 81 kW (110 CV) e 83 kW (113 CV) rispettivamente all’anteriore e al posteriore. In questo modo la potenza installata totale risulta pari a 221 kW (300 CV), con una coppia massima di 520 Nm. “E’ indubbio che, rispetto al diesel, il motore a benzina ha un’erogazione più progressiva e lineare, cosa peraltro rilevabile anche provando la versione non ibridizzata. La piattaforma (la EMP2 del Gruppo PSA n.d.r.) è esattamente la stessa, ma l’applicazione PHEV ha richiesto il totale cambiamento dell’assale posteriore, che ingloba il motore elettrico ed è dotato di una sospensione multilink che va a influire sulla dinamica del veicolo. L’aumento della massa, dovuto a batterie e motori aggiuntivi, ha anche obbligato a intervenire sulla taratura delle sospensioni.”.

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Il motore è un turbo a benzina di 1.6 litri e 200 CV di potenza. La versione a sola trazione anteriore ha una potenza installata di 224 CV e sarà disponibile nella seconda parte dell’anno.

Riguardo il posizionamento del pacco batterie agli ioni di litio da 13,2 kWh alimentate a 240/400V, esso è stato collocato sotto il sedile posteriore, in uno spazio che non va a erodere i volumi funzionali interni. “Abbiamo dovuto inserirle sotto il divano posteriore”, ha concluso Overhaus, “comprimendo il più possibile le dimensioni, in modo da non togliere spazio ai passeggeri. L’unica differenza la si trova nel volume del bagagliaio, che perde la possibilità, presente nella versione tradizionale, di poter abbassare il piano di appoggio per aumentare un po’ il volume di carico”. Nonostante l’attenzione a ‘comprimere’ il più possibile i componenti, tenuto conto della maggior complessità della sospensione posteriore e della presenza del motore elettrico, che è proprio sotto il vano bagagli, non c’era evidentemente alternativa. Insistiamo sulla versione 4WD perché la riteniamo, al di là di ogni considerazione commerciale, quella che meglio si addice al segmento sui appartiene la Grandland X, che nella versione Hybrid4 promette di divenire quella preferita.

La Opel Grandland X Hybrid4.

Elogio al PHEV

Come noto, la trasformazione della mobilità sta passando attraverso un periodo di transizione nel quale il sistema PHEV ha un ruolo rilevante, anche perché le statistiche rilevate sul mercato tedesco (ma sicuramente valide per tutta l’Europa occidentale) indicano che l’80% dei tragitti giornalieri degli automobilisti è inferiore ai 50 km e dunque le autonomie elettriche che stanno tra i 45 e i 75 km sono quelle in grado di soddisfare una larga fetta di utenza. La Opel, per la sua prima PHEV garantisce un range di 59 km misurati secondo lo standard WLTP. Per la ricarica è prevista come standard un’unità da 3,7 kW che consente la connessione all’impianto casalingo con tempi variabili da circa 7 ore (@1,8 kW) a 4 ore (@3,7 kW). Con l’opzione da 7,4 kW (e la colonnina pubblica adatta) il tempo scende a circa un’ora e mezza circa. Il sistema di ricarica casalingo (la wallbox) può essere fornito anche attraverso la rete dei dealer, con qualche semplificazione in più di questa operazione, spesso un non indifferente ostacolo nella decisione finale d’acquisto. I dealer saranno ovviamente attrezzati per offrire assistenza alle batterie e potranno anche emettere una certificazione della loro capacità. Riguardo consumi ed emissioni, la Casa dichiara 1,4-1,3 litri/100 km e 32-29 gCO2/km secondo WLTP (1,6-1,5 litri/100 km, 36-34 gCO2/km NEDC), limiti che pongono la vettura a pieno titolo tra le ibride (limite imposto <60 gCO2).

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La plancia di stile classico, senza orpelli o slanci stilistici particolari.

Gestione intelligente dell’energia

Sul display a colori da 8” posto al centro della plancia, è possibile visualizzare quanta energia si sta utilizzando e il suo flusso, la carica residua e le statistiche di consumo, e la posizione delle stazioni di ricarica più prossime, in abbinamento col sistema di navigazione. La funzione ‘e-Save’ consente di mantenere intatta l’autonomia elettrica redidua (si può scegliere tra 10 e 20 km) in modo da non trovarsi ‘a terra’ quando sia necessario utilizzare la vettura in aree ‘carbon free’. In marcia le batterie  possono essere ricaricate solo in decelerazione e attraverso la frenata rigenerativa.

I driving mode previsti sono ‘Electric’, con velocità ridotta e motore endotermico fermo (l’utilizzo di questa funzione è visibile anche dall’esterno per via di una spia luminosa posta a centro parabrezza), ‘Hybrid’, con la logica di bordo che gestisce l’energia a seconda dell’utilizzo, ‘AWD’, per avere la massima trazione su entrambi gli assi (ma con velocità massima limitata a 135 orari), e la già menzionata ‘e-Save’. L’energia per il motore endotermico, la benzina, è contenuta in un serbatoio da 43 litri. In ambito energetico va ricordato che il compressore dell’impianto di climatizzazione e il riscaldatore sono elettrici e possono quindi essere gestiti anche in remoto attraverso la app myopel.

Opel Grandland X Hybrid4

In strada

L’aggravio di peso rispetto alla versione tradizionale, circa 300 kg per la 2WD e 390 kg per la 4WD, non ha influenza pratica sulle prestazioni, poiché l’iniezione di kW ha addirittura migliorato il  rapporto peso/potenza (6,3 kg/CV per il 4WD contro 8,3 per la versione a benzina), e neppure sull’handling, poiché la maggior inerzia è stata compensata dalla diversa taratura delle sospensioni, che tuttavia offrono eccellenti livelli di comfort. Migliorato l’NVH, per effetto, come abbiamo accennato, sia della motorizzazione a benzina sia al multilink posteriore, che ha influenzato anche l’handling, donando alla Grandland X Hybrid4 una precisione di guida, almeno alle andature consone all’utilizzo di questo tipo di veicoli, di alto livello. Riguardo la ripartizione di coppia, la logica del veicolo prevede prima il contributo del motore posteriore e poi di quello anteriore, a seconda delle condizioni di guida. Ottimo, ma questo non è una novità, il cambio AT8 comune anche ad altre vetture del Gruppo PSA. Da sottolineare l’eccellente ergonomia dei sedili anteriori, approvati AGR (una certificazione cui in Opel tengono molto) e il vano bagagli ben accessibile e in grado di arrivare fino a 1.528 litri di capacità.

Per il lancio del prodotto la Opel propone un prezzo speciale, inclusivo dell’ecobonus con rottamazione, che per la versione 4WD è di 38.400 € (listino 46.900 €) e per la 2WD 34.050 € (listino 42.550 €). Per chi preferisce il noleggio, la formule tutto incluso proposta da Free2Move Lease (tassa di proprietà, manutenzione ordinaria e straordinaria, assistenza stradale H24, vettura sostitutiva in caso di guasto o sinistro, RCA, infortunio conducente, incendio e furto, Kasko, tutela legale, gestione sinistri e multe) prevede un anticipo di 8.939 € (anche con permuta, incluso primo canone di 399 € e spese gestione pratica di 427 € IVA inclusa) e rate da 399 €/mese IVA inclusa per 35 mesi (versione 4WD).