Nuova Astra: continua il nuovo corso Opel

Opel Astra

Quando esce un’auto nuova è sempre un evento importante. Tuttavia in un’era dominata dai grandi Gruppi la percezione di novità è spesso meno evidente, poiché è consuetudine assistere alla condivisione di piattaforme, powertrain e sistemi su modelli di marchi differenti.

Nell’ambito di Stellantis, di cui Opel fa parte, questa standardizzazione deve convivere con tradizioni e tecnologie appartenenti a culture tecniche in passato fortemente contrapposte. Far remare nella stessa direzione francesi, tedeschi, italiani e americani non è cosa da poco.

Onore al merito di chi si è assunto la responsabilità di farlo, mantenendo per quanto possibile vive ed evidenti le peculiarità di ciascun marchio.

E’ il caso della Opel, che nel presentare la nuova Astra, un’auto che ha compiuto 30 anni ed è giunta alla sesta generazione, ha ribadito le sue radici ‘made in Germany’ (è assemblata a Rüsselsheim) e la ‘democratizzazione della tecnologia’, sintesi dell’impegno di portare tecnologie tipiche del segmento premium anche su veicoli più accessibili.

Nuova Astra è ordinabile da ottobre e in consegna da inizio 2022 a prezzi che partono da 24.500 € (1,2 litri benzina 110 CV cambio manuale).

La Nuova Opel Astra 2021.

Nuova Astra: posizionamento

Come ci ha spiegato Ciro Papa, Direttore Marketing Opel Italia, gli obiettivi di Opel quando è entrata nell’orbita PSA, ora Stellantis, erano sostanzialmente la profittabilità (in gran parte raggiunti), la globalizzazione (Opel è uscita dal’Europa e sta puntando alla Cina coi suoi nuovi prodotti elettrici) ed elettrificazione (nel 2021 Opel offre 9 veicoli elettrificati, inclusi, entro fine 2021, la completa gamma dei LCV). Entro il 2024 ci sarà una versione elettrica per ogni modello per arrivare nel 2028 a vendere in Europa solo veicoli a zero emissioni.

Astra rappresenta l’attualizzazione del concetto nato circa ottant’anni fa con Kadett. La prima generazione è arrivata nel 1991 e oggi, con 15 milioni di unità vendute in Europa e 6 generazioni, resta un riferimento nel segmento C.

In casa Stellantis la concorrente diretta è identificabile nella nuova Peugeot 308.

Design: analisi formale

Il reshaping di un’automobile può definirsi riuscito quando il complesso delle forme e delle superfici nuove riesce a rendere obsolete quelle passate pur mantenendo una percettibile continuità dei tratti distintivi.

Nel caso della Astra il lavoro svolto da Mark Adams e dal suo team è perfettamente in sintonia con questo concetto, con l’aggiunta degli elementi tipici della filosofia ‘bold and pure’ (audace e puro) già vista su Mokka, Crossland e Grandland uniti al simbolo del nuovo corso stilistico dell’intera gamma, ovvero l’Opel Vizor.

Nuova Astra
Il muso, ispirato a quello della Opel Manta, deriva dalla concept GTX Experimental.

Quest’ultimo, ereditato dal concept GTX Experimental e ispirato alla Opel Manta degli anni ‘70, si sviluppa in orizzontale e include i gruppi ottici Intelli-Lux Led Pixel Light e la telecamera del sistema Intelli-Vision nascosta sotto il logo.

La Opel Manta L del 1971

Il passato è richiamato anche dalla nervatura centrale del cofano. Le dimensioni che variano maggiormente rispetto alla precedente versione sono lo sbalzo anteriore (-54 mm), il passo (+13 mm), l’altezza del sedile di guida (-12 mm) e l’altezza del veicolo (-15 mm), mentre la lunghezza complessiva sale di soli 4 mm.

Nuova Astra
Il pillar-C fortemente inclinato in avanti aggiunge dinamicità alla fiancata.

Il pillar-C fortemente inclinato in avanti, ben evidenziato dal tetto verniciato a contrasto, contribuisce a dare dinamicità alla fiancata, lavorata da poche va decise linee di stile che danno forza alla zona dei passaruota contornati.

Nuova Astra
Il logo Opel serve anche per aprire il portellone realizzato in materiale composito.

Dietro è ripresa l’orizzontalità dell’anteriore, coi sottili gruppi ottici Led la cui linea inferiore si prolunga in una riuscita segmentazione del portellone )in composito) che crea i due campi in cui sono inseriti il grande logo e l’altrettanto evidente scritta Astra.

Complessa la fascia inferiore con le superfici scolpite per alleggerirne l’impatto visivo che contrastano quelle ben più lineari dell’anteriore. E’ prevista anche la versione SW.

Ergonomia: abitacolo e interni

Forse addirittura maggiore che all’esterno è il progresso compiuto sia dal punto di vista stilistico che ergonomico all’interno, dove il Pure Panel già visto sulla Mokka trova una giusta collocazione.

Nuova Astra
Essenziali e davvero innovativi, per Opel, gli interni.

Nella sua versione più evoluta, i due display da 10” sono posti dietro un unico grande schermo vetrato che visivamente si prolunga fino alla bocchetta d’aerazione lato guida. L’assenza di palpebre antiriflesso rende il tutto ancora più hi-tech e distante dal recente passato analogico.

La plancia unisce due schermi da 10″.

L’interfaccia utente consente la visualizzazione delle sole funzioni richieste, eliminando quindi inutili distrazioni alla guida.

Restano una serie di tasti posti su due linee per abbreviare i percorsi verso le funzioni base e il pomello girevole per regolare il volume della radio.

Il tunnel col selettore del cambio automatico.

La consolle centrale, nelle versioni col cambio automatico è completamente piatta, col selettore elettronico del cambio annegato in un recesso ricavato nel pannello superiore in plastica lucida.

Come tradizione Opel, anche i sedili ergonomici di Astra sono certificati AGR.

Nuova Astra
I sedili sono certificati AGR.

Densità della schiuma ottimizzata e l’ampia gamma di regolazioni, che include l’inclinazione elettrica e il sostegno lombare elettropneumatico, rendono i sedili anteriori AGR al top del segmento. Oltre al tessuto, è possibile avere il rivestimento in pelle o in Alcantara.

Tecnica e innovazione

Come ormai consueto, la tecnica si evolve verso l’elettrificazione. Astra non è da meno e sfruttando la piattaforma EMP-2 si presenta subito con una versione ibrida plug-in cui seguirà, nel 2023, quella completamente elettrica Astra-e.

Il vano motore della Astra Hybrid.

La gamma dei powertrain sarà comunque completata da motorizzazioni tradizionali, benzina e diesel, ad alta efficienza.

Il tre cilindri turbo benzina 1.2 litri a iniezione diretta da 81 kW (110 CV) è disponibile col cambio manuale a 6 rapporti.

La versione da 96 kW (130 CV) potrà avere in opzione il cambio automatico a 8 rapporti.

Per entrambi la coppia massima è di 230 nm a 1.750 giri/min. Il quattro cilindri diesel 1.5 litri quattro cilindri eroga 96 k (130 CV) e una coppia massima di 300 Nm a partire da 1.750 giri.

Potrà essere accoppiato al cambio manuale a 6 rapporti o all’automatico a 8 rapporti.

La presa di corrente della versione PHEV.

La versione PHEV avrà una potenza di sistema di 165 kW (225 CV) e una coppia di 360 Nm. il motore termico (un quattro cilindri di 1,6 litri) genera 133 kW (180 CV), quello elettrico 81 kW (110 CV). La trazione è anteriore e il cambio automatico a 8 marce.

E’ disponibile anche una versione PHEV depotenziata, con 132 kW (180 CV) di sistema. La coppia resta di 360 Nm, ma il motore a benzina eroga 110 kW (150 CV). In modalità elettrica, grazie a una batteria da 12,4 kWh, la Astra Hybrid può percorrere fino a 60 km (WLTP).

Non sono ancora noti i dati tecnici della Astra-e.

Parlando di contenuti tecnologici ricordiamo i fari Intelli-Lux di seconda generazione (passati da 8 a 84 elementi per faro per una maggiore segmentazione del fascio), l’head-up display, 4 telecamere e 5 sensori radar per attivare i più importanti ADAS

Qualità costruttiva percepita

La vettura che abbiamo potuto osservare da vicino era ancora da considerare di pre-serie e dunque ancora perfettibile dal punto di vista del processo di assemblaggio. Tuttavia, pur non potendo esprimere ancora un giudizio oggettivo riguardo la qualità generale, quella percepita è buona e sicuramente collocherà la Astra nella giusta posizione del segmento.

Il piani di carico è a filo del battivaligia. Ottimo!

Eccellente la sensazione di compattezza che deriva dal sistema di chiusura delle portiere:  dolcissimo nell’aggancio, trasmette un feeling da fare invidia a molte blasonate premium.

Nuova Astra: i consumi dichiarati

La versione PHEV ha valori di emissione tali da rientrare negli incentivi statali, quando disponibili. I valori di emissione dichiarati sono infatti di 1,4-1,1 l/100 km e 31-24 gCO2/km. Tra i benzina il più eco è il 110CV con 5,5-5,4 l/100 km e 125-123 gCO2/km. Il diesel si colloca a metà strada con 4,5-4,4 l/100 km e 117-113 gCO2/km, sempre in condizioni WLTP.

Opel Kadett A, 1962