Abbiamo incontrato telefonicamente Luisa Di Vita, direttore della Comunicazione di Nissan Italia, per ascoltare la sua opinione su come l’azienda giapponese, o meglio la sua filiale italiana, sta reagendo alla crisi innescata dal Covid-19 e quali sono le prospettive per il futuro. La prima domanda è stata, ovviamente, su come sta avvenendo la riapertura delle concessionarie e delle officine.
“L’attività è ripartita con tutti gli strumenti e i dispositivi di sicurezza per affrontare la nuova fase. Durante il periodo di lockdown siamo stati sempre vicino ai nostri clienti e abbiamo dato l’avvio a nuove forme di prossimità e di cooperazione, nel rispetto delle esigenze. Ad esempio abbiamo prorogato il periodo delle garanzie, garantito l’assistenza stradale gratuita, specie a chi ha lavorato durante l’emergenza, abbiamo consegnato la vettura a domicilio laddove necessario. Inoltre, abbiamo supportato le operazioni della Protezione Civile, mettendo a disposizione 240 vetture e oltre 90 punti di assistenza su tutto il territorio nazionale”.
Chiedere come è andato il mercato in questi due mesi è una domanda che non si dovrebbe fare, tuttavia come giudica Nissan la situazione generale?
“Il mercato è rimasto praticamente fermo per tutti a marzo e aprile. Per il mese di maggio si avverte una ripresa ma ancora lontana dai ritmi pre-crisi ed è ancora prematuro fare previsioni. Nissan punta su offerte democratiche che possano dare sostegno alle famiglie e ai privati che vogliono muoversi in sicurezza. Col programma commerciale denominato ‘Nissan 2Gether’, il cliente stanzia una rata simbolica di un euro al mese per i primi quattro mesi, che tra l’altro devolviamo alla Protezione Civile, e noi ci facciamo carico delle prime quattro rate del finanziamento nell’ottica di proseguire il sostegno avviato in questo periodo emergenziale.
L’offerta è dedicata a qualche modello in particolare?
“No, l’offerta è estesa a tutta la gamma con vetture in pronta consegna.
Come vede la mobilità singola con questo distanziamento sociale che probabilmente penalizzerà il trasporto pubblico e il car sharing?
“Il car sharing e il car pooling hanno sofferto l’effetto tsunami indotto dal lockdown, ma l’onda potrebbe proseguire anche con la ripresa. E’ indubbio che ci sarà, almeno inizialmente, un ritorno all’utilizzo della vettura privata, e a tal proposito i sondaggi fatti in Cina, che come noto è a uno stadio più avanzato di ritorno alla normalità rispetto ai Paesi europei, indicano un raddoppio, dal 30% al 60%, dell’uso della vettura privata, a svantaggio del trasporto pubblico. Questo conferma la possibilità che ci possano essere maggiori intenzioni all’acquisto, anche da parte del popolazione più giovane. Tuttavia perché questo si verifichi, si rende necessario un impulso deciso da parte delle istituzioni per sostenere la fragilità economica delle famiglie e delle aziende con interventi diretti e indiretti”.
Crede che sia giunto il momento di dedicare maggiori risorse alla vendita online?
“Senza dubbio la digitalizzazione del processo di acquisto della vettura sarà una realtà con la quale dovremo tutti confrontarci. Il ruolo del concessionario si trasformerà più in quello di un consulente e si potrà accedere allo showroom e alle vetture facilmente anche da casa. La digitalizzazione del retail è un fenomeno già in atto da qualche anno e ora stiamo pensando ad un’accelerazione. Alcuni concessionari hanno improntato già la logica del customer journey a più livelli, che utilizza le basi del gaming e inizia online dove il cliente svolge una prima parte del gioco e prosegue nello spazio fisico per concludersi in realtà aumentata all’interno dell’automobile. La vendita diventa una combinazione di operazioni online e offline, spostata sempre più sul primo elemento”.
Il pubblico è pronto?
“Questo nuovo modo di operare nasce proprio da una domanda della clientela che negli ultimi tempi si è evoluta ed è sempre più preparata sulle nuove alimentazioni e tecnologie. Ciò che cambia è sostanzialmente il modo di dialogo. L’auto è stata finora un bene importante, sotto molti punti di vista, per la famiglia. Viene subito dopo l’acquisto della casa, ci dicono le statistiche. Una scelta che spesso doveva essere condivisa in famiglia, con più visite in concessionaria e tempi decisionali relativamente lunghi. Oggi è possibile superare questa fase direttamente da casa, valutando le tecnologie, i prezzi e i possibili finanziamenti. Un altro concetto che sta diventando prioritario è l’auto intesa come servizio piuttosto che come bene di proprietà. Il programma ‘Nissan 2Gether’, cui ho già accennato, va anche in questa direzione, offrendo grande flessibilità per il cliente che ha libertà di scelta tra tenere, cambiare o restituire la vettura. Non solo, oltre al non dover affrontare grossi investimenti, pagando mensilmente il servizio può partire con un tipo di vettura e poi cambiarne nel tempo dimensioni, cilindrata e dotazione in funzione di un diverso utilizzo, ad esempio per l’arrivo di un figlio o cambi di esigenze lavorative”.
In questa fase nella quale occorre raccogliere il più possibile dalle vendite, sentite la mancanza in gamma di un modello ibrido?
“Nissan sta lavorando sul processo di elettrificazione, il che vuol dire che introdurremo altri tipi di alimentazioni alternative al termico e nuovi modelli elettrici rispetto gli attuali. E’ previsto l’inserimento di nuovi modelli ibridi, plug-in e di quelli cosiddetti e-power, ovvero con la trazione elettrica applicata direttamente sulle ruote e l’ausilio di un motore termico col solo compito di generare energia elettrica. Non escludiamo nessuna soluzione e procederemo verso il lancio di nuovi prodotti sia elettrici sia elettrificati, ma ciò che è certo è che oggi le priorità sono cambiate e dobbiamo lavorare prevalentemente per offrire al mercato le risposte più necessarie e immediate”.
Che impatto crede possa avere sul mondo dell’auto la posizione da parte di molte amministrazioni comunali, come quelle di Milano e Torino, che stanno dissuadendo l’uso dell’auto nel centro città ampliando piste per biciclette e monopattini e imponendo limiti di velocità talvolta insostenibili?
“Crediamo che in questo momento la priorità vada a sostegno del settore trainante per il Paese e che è stato tra quelli più colpiti per l’emergenza. Crediamo che nessuna tecnologia debba essere demonizzata con la progressiva consapevolezza che l’efficienza dei nuovi motori abbia oggettivamente messo in circolazione veicoli più ecologici. In linea con la posizione di UNRAE crediamo nel sostenere il rinnovamento del parco circolante vetusto a vantaggio di soluzioni a basse emissioni”.