Quando si parla di vetture a powertrain 100% elettrico, la maggior parte delle persone rimane scettica sulla quantità di chilometri che possono essere percorsi con una carica. L’autonomia reale è in effetti uno dei punti fondamentali nello sviluppo della mobilità elettrica ma occorre fare attenzione al criterio con cui è stata “misurata” ovvero al ciclo di omologazione, specie ora che ci troviamo nella fase di transizione tra il vecchio protocollo NEDC e il nuovo WLTP.
Nelle schede tecniche infatti i dati di autonomia e consumo energetico, come il consumo di carburante e le emissioni di CO2 per le vetture con motore endotermico, sono oggi indicati per entrambe le procedure e con differenze notevoli, sempre più importanti se consideriamo che ad esempio gli incentivi tendono ad essere organizzati in fasce suddivise proprio secondo il dato delle emissioni omologate. Ecco le principali differenze tra i due protocolli.
Il primo test di omologazione
NEDC è l’acronimo di New European Driving Cycle, è stato introdotto nel 1992 e si articola in due fasi (1 urbana e 1 extraurbana) con una durata massima e un chilometraggio massimo rispettivamente di 20 minuti e 11 chilometri ad una temperatura che può oscillare dai 20 ai 30°C.
Con questo ciclo una vettura viene testata alla velocità media di soli 34 km/h, raggiunge un picco massimo di 120 km/h e ha cambi di marcia già definiti in partenza che rimangono uguali indipendentemente dalla vettura. Il principale difetto del ciclo NEDC è che le condizioni, e dunque i risultati, sono piuttosto distanti da quelli reali, i quali possono avere valori superiori anche del 20-25%.
Risultati più verosimili
Per ovviare al problema, simulando condizioni di guida più vicine a quelle reali, e per cercare di standardizzare a livello globale il ciclo di omologazione di consumi ed emissioni, dal 2017 è stato introdotto il WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure) che per il momento affianca l’NEDC ma che entro il 2021 andrà a sostituirlo completamente.
Questo test è composto da 4 fasi (2 urbane e 2 extraurbane) per un totale di 23,25 km percorsi e una durata di 30 minuti. Per rendere i risultati più realistici, la velocità media è stata aumentata a 46,5 km/h con punte di 131 km/h e le marce utilizzate cambiano in base al tipo di vettura considerata. In questo ciclo, inoltre, vengono fatte due rilevazioni di dati in diverse condizioni ambientali: una a 23°C e una a 14°C.
Il test è considerato più severo, in quanto i risultati sono molto meno lusinghieri rispetto a quelli ottenuti sulla stessa vettura con il vecchio NEDC ma più vicini al reale, come si può facilmente verificare su qualunque scheda, con uno “scarto” anche superiore al 10%.