Mini John Cooper Works

Arriva la Mini John Cooper Works. L’occasione è il recente NAIAS di Detroit, il Salone dell’Auto del Michigan che quest’anno sta portando un numero rilevante di novità. E questa Mini ne rappresenta un esempio.  La prima Mini fu presentata nel 1959 e la sua potenza massima era di 34 CV e a sviluppare questa potenza modesta, almeno secondo i canoni di oggi, era un motore di 848 cc. Quest’anno, il maker inglese, sotto l’egida BMW, ha presentato al Salone di Detroit la nuova Mini John Cooper Works che… udite udite, monta un 4 cilindri di 2.0 litri capace di sviluppare 228 HP e 320 Nm.

Il modello precedente, come molti di voi si ricorderanno, montava un 4 cilindri di 1.6 litri. Ora, con l’arrivo della nuova generazione, la cubatura sale e il 4 cilindri raggiunge i 2.000 cc. Le prestazioni sono di tutto rispetto, con una velocità massima di 245 km/h e un’accelerazione sullo 0-100 km/h di soli 6,1 secondi. L’unità motrice si basa ovviamente su quella della Cooper S. A completare il tutto ci pensa la trasmissione a sei marce che può essere scelta sia in versione manuale, sia in versione automatica. In quest’ultimo caso, stiamo parlando della nota Steptronic.

Sul fronte del telaio troviamo massima raffinatezza e grande attenzione ai dettagli. Il servosterzo elettromeccanico, ad esempio, è di produzione ZF (Servotronic) ed è stato tarato e pensato per gestire l’enorme coppia che si scarica sulle ruote di questa Mini super pepata. I freni sono Brembo con pinze a quattro pompanti. L’elettronica destinata a migliorare l’handling generale della vettura è veramente tanta: abbiamo infatti il DSC (Dynamic Stability Control), l’EDLC (Electronic Differential Lock Control e il PC (Performance copntrol). Tutti quelli elencati sino ad ora sono forniti di serie. A richiesta è possibile optare anche per il DDC (Dynamic Damper Control), ovvero il controllo continuo degli ammortizzatori.