Non manca sicuramente dello spirito britannico la Mini Countryman, anche se definirla ‘made in England’ non è del tutto corretto: la condivisione della base meccanica e in generale della tecnologia applicata con quella tipica del prodotto BMW e l’assemblaggio effettuato su una linea ubicata in Olanda rendono la Countryman un prodotto europeo dal quale emerge però una forte personalità ‘british’.
Come in tutti i modelli della gamma Mini anche in questa versione ‘maxi’ c’è un po’ dello spirito anticonformista dell’originale che nel 1959 creò un’icona inconfondibile e una citycar perfetta ancora oggi nella quale è sintetizzato l’uso creativo dello spazio. E’ anche per questo che, nonostante abbia compiuto quest’anno il decimo anniversario, il progetto Countryman continua a mantenere un posto privilegiato nel segmento dei SUV compatti, grazie a una linea inconfondibile che attira quel pubblico che non si vuole uniformare ai ‘soliti’ crossover, tutti simili tra loro.
La Mini Countryman continua dunque il suo cammino, pur clonata nello spirito, nelle forme e anche nell’approccio di marketing da talune concorrenti che non sono riuscite, se non col prezzo, a scalfire il carisma che spetta a chi per primo porta innovazione.
Crescendo nelle dimensioni (ora è 4.297 mm di lunghezza, 1.822 mm di larghezza e 1.557 mm di altezza) è passata, insieme alla Clubman, dal segmento B al C, nel quale, in Italia, queste due vetture si prendono oltre il 50% dello share.
Complessivamente, e questo dà un’idea del fenomeno, in 10 anni sono state messe in circolazione oltre 100.000 Countryman. Le motorizzazioni si sono evolute, e di molto, ma oggi le preferite restano la Cooper D, col 4 cilindri 2.0 litri a gasolio, e la Cooper, spinta dal tre cilindri a benzina di 1.5 litri; per chiudere con le statistiche, il 64% della clientela preferisce la trazione anteriore mentre sale la richiesta del cambio automatico in modo trasversale, con percentuali che sono ormai dell’ordine del 50%.
Ma perché si sceglie la Countryman? Alla Mini ci rispondono che per il 55% è il design a orientare la scelta, seguita dal 40% del pubblico che è attratta dalle caratteristiche dinamiche del veicolo. Seguono tecnologia e sicurezza, non tanto perché questi aspetti non interessino, quanto perché su un prodotto di questo livello è data scontata la loro presenza. Rimane ovviamente in gamma il modello SE l’ibrido plug-in che ha ricevuto un importante aggiornamento tecnico.
Facelift discreto ma che non passa inosservato
Metter mano a un prodotto così fortemente caratterizzato è sempre rischioso e anche questa volta alla Mini si sono mossi con cautela, lavorando in modo discreto su numerosi particolari. Spicca il frontale, con un paraurti rinnovato, più pulito e in tinta con la carrozzeria.
Rinnovata anche la griglia esagonale e il kit identificativo della versione All4 con elementi di alluminio satinato sul perimetro del veicolo. Completano la personalizzazione esterna due nuovi cerchi, da 17” e 19”, e la finitura Piano Black Exterior che portano il nero lucido su numerosi particolari esterni.
Ci sono due nuovi colori esclusivi, il Sage Green e l’Island Blue, e l’ingresso in gamma Countryman del White Silver. All’interno due nuove tonalità di pelle, Chester Malt Brown e Chester Indago Blue, e un upgrade delle linee decorative e luminose che rendono l’ambiente più accogliente.
Resta la possibilità di abbinare la tinta della carrozzeria con quattro tinte del tetto. Dal punto di vista funzionale, sono ora di serie fari, fendinebbia e luci posteriori a LED, queste ultime col design Union Jack.
Infotainment
Con le due opzioni Connected Media e Connected Navigation e Navigation Plus lo strumento tondo posto al centro della plancia (un doveroso omaggio alla Mini originale) ingloba un schermo touch da 8,8”. Novità che abbiamo apprezzato, ma optional, è il quadro strumenti digitale piatto per gli strumenti, lo stesso della Mini Elettrica e che dona un ‘family feeling’ moderno. A proposito di sicurezza è ora di serie l’Intelligent Emergency Call che connette a una centrale operativa, sia in manuale sia in automatico, che si attiva in caso di situazioni di pericolo rilevando la posizione del veicolo.
Il powertrain della nuova Mini Countryman
Ad eccezione della versione ibrida plug-in, la Cooper SE All4, che è dotata di serie del cambio Steptronic a 6 rapporti, le tante versioni della Mini Countryman possono contare su trasmissioni Steptronic a 7 e 8 rapporti, oltre al cambio manuale a 6 rapporti offerto come dotazione base. I cambi a doppia frizione sono prodotti da ZF, quelli automatici con convertitore di coppia da Aisin.
Questo lo schema delle dotazioni:
– Mini Cooper SE Countryman All4 – Steptronic 6 marce con convertitore di coppia di serie
– Mini Cooper Countryman All4 – Steptronic 8 marce con convertitore di coppia di serie
– Mini Cooper D Countryman All4 – Steptronic 8 marce con convertitore di coppia di serie
– Mini Cooper S Countryman All4 – Steptronic 8 marce con convertitore di coppia di serie
– Mini Cooper SD Countryman – Steptronic 8 marce con convertitore di coppia di serie
– Mini Cooper SD Countryman All4 – Steptronic 8 marce con convertitore di coppia di serie
– Mini One Countryman – Manuale 6 marce, Steptronic 7 marce doppia frizione optional
– Mini One D Countryman – Manuale 6 marce, Steptronic 7 marce doppia frizione optional
– Mini Cooper Countryman – Manuale 6 marce, Steptronic 7 marce doppia frizione optional
– Mini Cooper S Countryman – Manuale 6 marce, Steptronic 7 marce doppia frizione opt.
– Mini Cooper D Countryman – Man. 6 marce, Steptronic 8 con convertitore di coppia opt.
Sui motori più potenti è possibile abbinare cambi Steptronic a 7 e 8 marce in configurazione sportiva.
Come noto la trazione All4 ripartisce in modo automatico la coppia motrice sui due assi in funzione delle condizioni di aderenza locali. La SE ha invece la trasmissione integrale disaccoppiata poiché al posteriore conta sull’apporto di coppia diretta erogata dal motore elettrico.
Si tratta della tecnologia eDrive utilizzata su tutta la gamma PHEV di BMW che in questo caso include una batteria agli ioni di litio da 9,6 kWh che consente un’autonomia in puro elettrico di 55-61 km.
Tutti i motori sono Euro 6d e adottano filtro antiparticolato sui benzina ed SCR con iniezione di AdBlue sui diesel. Sia sui 3 sia sui 4 cilindri c’è ora il collettore di scarico e la turbina integrati nella testata oltre a un sistema di parzializzazione del liquido refrigerante nel basamento per abbreviare la fare di warm-up. I motori a benzina ha la pressione di iniezione diretta elevata da 200 a 350 bar. Sui diesel la pressione di iniezione è di 2.500 bar.
Per quanto riguarda i valori di potenza e coppia, a parte la SE che unisce termico ed elettrico per 220 CV complessivi (162 kW di cui 70 kW elettrici), si va dai 102 CV (75 kW) della One ai 190 CV (140 kW) della Cooper SD, fino ai 306 CV (225 kW) della JCW.
Sospensioni intelligenti
Sulla Countryman che abbiamo avuto in prova, una Cooper S All4, erano montate le sospensioni adattive che variavano la taratura in funzione delle modalità di guida.
In modalità Sport, a un generale irrigidimento sono abbinati anche una diversa reattività dello sterzo e una diversa mappatura del motore, per esaltare quella precisione di guida che fa della Mini un veicolo unico nel segmento in cui si va a collocare.
Le sospensioni sono in ogni caso sempre piuttosto rigide, ma a livello di comfort è percettibile la variazione tra un driving mode e l’altro (Green, Medio e Sport). Buono il funzionamento del cambio, che assicura un’ottima progressività si in salita sia in discesa di rapporto; talvolta risulta un po’ lento in salita, ma solo quando si chiede tanta coppia.
Per chiudere il capitolo sulla dinamica, eccellente l’NVH alle andature turistiche e un po’ più presente il motore (e in particolare il sound di scarico) in Sport e ai regimi più alti. Ma per chi apprezza lo spirito Mini non è certo un difetto. Eccellente, come consuetudine per il prodotto Mini, la solidità dell’insieme, con finiture di livello e qualità percepita elevata: cose che insieme a un progetto ormai ‘maturo’ e all’esclusività del brand e di un prodotto che nonostante gli anni regge ancora il confronto con la concorrenza, contribuiscono a giustificare il prezzo di vendita e garantiscono una buona tenuta del valore dell’usato.
I prezzi della nuova Mini Countryman
La versione di accesso alla gamma è come sempre la One, proposta a 26.950 € ma non ancora disponibile, così come la JCW.
La One D parte da 29.600 €, mente la Cooper D, uno dei best seller della gamma, è proposta a partire da 32.150 €.
L’accesso alla gamma All4 avviene con la Cooper All4, proposta a partire da 34.000 €. Tre gli allestimenti, Boost, Hype e Business (cui si aggiunge la Business Automatica), ciascuno con un ‘salto’ di prezzo definito rispetto alla base. In pratica dalla base alla Boost la Cooper D sale di 2.000 €, dalla base alla Hype di 3.700 €, mentre per la Business bastano 1.500 € (3.200 € per la Business Aut.).
Due soli allestimenti per la plug-in SE All4: il prezzo base di 40.600 € sale infatti a 43.500 € per la Hype e arriva a 44.600 € per la Business.