MERCATO AUTO, BASTA PIAGNISTEI

Basta con i pessimismi, basta con i musi lunghi, basta con i de profundis. Anche se tra mille difficoltà, il mercato dell’auto sta recuperando. Lo dicono i numeri: nel mese di novembre sono state immatricolate 107.965 autovetture con una crescita del 5% sullo stesso mese dello scorso anno. Ma il dato più rilevante è il consuntivo dei primi undici mesi del 2014, che chiude con 1.267.517 immatricolazioni e con un incremento del 4,3%. E la crescita non è casuale, perché è trainata dall’andamento positivo di tutti i marchi, quelli nostrani in testa: nel complesso i marchi domestici totalizzano a novembre 29.655 unità (+6,1%), mentre nel progressivo, da inizio 2014 i volumi ammontano a 353.145 pezzi (+0,9%). I marchi del Gruppo Fiat (esclusi Ferrari e Maserati) totalizzano 29.520 immatricolazioni nel mese (+5,9%) e 351.367 immatricolazioni (+0,7%) nei primi undici mesi dell’anno. Segno positivo, a novembre, per i marchi Fiat (+2,6%), Jeep (uno straordinario +245,5%), Ferrari (+116,7%) e Maserati (+193,1%). Ottima la performance di Jeep Renegade, che nel mese ha venduto 1.000 pezzi. Nei primi undici mesi del 2014, risultati positivi per Fiat (+1%), Jeep (+68,1%), Ferrari (+24,4%) e Maserati (+464%).

Sono sempre cinque i marchi italiani presenti nella top ten dei modelli più venduti a novembre. Si mantiene in testa alla classifica Fiat Panda (9.080 unità), seguita, al secondo posto, da Fiat Punto (5.464), che recupera due posizioni rispetto al mese precedente, e al terzo da lancia Ypsilon (4.206). In quinta posizione compare Fiat 550L (3.178), seguita, al decimo posto, da Fiat 500 (2.358). Conduce la top ten diesel del mese Fiat Panda (2.335 unità) che sale di una posizione rispetto alla classifica di ottobre e lascia il secondo posto a Fiat 500L (2.281 unità). Al quarto posto, infine, si colloca Fiat Punto (1.638).

C’è poi un altro dato in netta crescita ed è quello relativo alle vetture con alimentazione alternativa. L’Italia è il paese che detiene il record europeo di vetture a gas. Anche in questo caso a parlare sono i numeri: a novembre il mercato delle autovetture ad alimentazione alternativa supera il 18% di quota e registra un incremento di quasi il 23% rispetto a novembre 2013. Le vetture a Gpl e metano registrano, nel mese, aumenti del 30% e del 13,6% rispettivamente, con quote pari al 10,5% nel primo caso e 6% nel secondo. La quota delle auto eco-friendly sfiora il 15,9% nel cumulato da inizio anno, superando, in termini di volumi, il livello dell’intero 2013. L’andamento delle vendite è migliorato nella seconda parte dell’anno, passando dal 14,4% di quota nel 1° semestre, al 18% medio nei 5 mesi successivi. Nei primi 11 mesi dell’anno, le vetture a Gpl detengono una quota del 9% e le vetture a metano del 5,2%. Le vetture ibride/elettriche, infine, risultano in crescita del 15% nel mese del 43% nel cumulato.

Come devono essere interpretati questi numeri? Sicuramente, merito dell’anima “green” degli italiani, che si sono fatti furbi: con le vetture a gas e con le ibride in generale (diesel/elettrico, benzina/elettrico e ovviamente elettrico puro) si aggirano i blocchi alla circolazione in caso di innalzamento delle concentrazioni di polveri sottili e si entra nelle zone a traffico limitato (vedi a Milano l’Area C). Insomma, un occhio al portafoglio (minori spese per i carburanti tradizionali) e meno multe.

L’unico dato stonato, fuori dal coro, è rappresentato dall’anzianità del nostro parco circolante: secondo i dati del Centro Studi Promotor, presieduto da Gian Primo Quagliano: c’è stato un sensibile aumento dell’età media delle autovetture circolanti, che è passata dai 7 anni e 6 mesi del 2007 ai 9 anni e 9 mesi del 2013 ed è certamente ancora aumentata nel 2014 con conseguenze negative documentabili, tra l’altro, sulla sicurezza e sull’inquinamento.

Anche questo è vero, ma si deve pur sempre fare i conti con i portafogli degli italiani, che dal 2008 a oggi si sono sensibilmente sgonfiati. Un investimento di diverse migliaia di euro per una famiglia rappresenta uno sforzo che non può essere ripetuto in media ogni 3 o 4 anni. Inoltre, non c’è stata una seria politica di aiuto al settore automotive come nel resto d’Europa (cioè gli incentivi), anzi… in questi ultimi anni, tra l’aumento delle tariffe RC auto, l’introduzione di balzelli, i nuovi autovelox (ovvero nuove multe, cioè soldi facili per comuni e province) gli automobilisti italiani sono tra i più tartassati del vecchio continente, tanto che, sempre di più, si ricorre alla metafora del bancomat: quando lo stato ha bisogno di soldi, mette le mani nelle tasche degli automobilisti italiani. Se fosse vivo il grande Cicerone avrebbe commentato “O tempora, o mores”…

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