Max Verstappen nel ‘Club dei 50’, ma ad Austin deve sudare

Verstappen
©Oracle Red Bull Racing.

Max All’eta di 26 anni Max Verstappen ha già vinto tre titoli mondiali e grazie al successo conquistato ad Austin nel GP degli Stati Uniti ottiene anche la 50ma vittoria in carriera, a quota ‘meno una’ da Alain Prost.

Ormai di questo si parla, di Max Verstappen contro se stesso e contro i suoi numeri di capogiro.

Max Verstappen è primo, ma con un po’ più di fatica del solito

Sulla pista texana, però, non c’è stato il consueto monologo della Red Bull, in parte perché l’olandese è scattato solo dalla terza fila (causa un tempo cancellato in qualifica) e in parte perché, forse complici alcuni problemi al sistema frenante, non gli è stato possibile dispiegare tutte le potenzialità della sua auto, peraltro sempre fantasmagorica.

Il ritmo meno dominante e qualche grattacapo hanno costretto Verstappen a sudare un po’ di più. Ma soprattutto hanno permesso di rivedere una Mercedes in grande forma.

Mercedes, grande lavoro di sviluppo

La squadra di Brackley ha svolto un grande lavoro nelle ultime settimane per portare in pista le novità sull’auto e lo sforzo ha evidentemente pagato.

Anzi, la sensazione è che aver tentennato un po’ sulla strategia, prima chiedendo a Lewis di allungare il primo stint (per fare una sola sosta) e poi ripiegando sulla doppia fermata, ha forse privato Hamilton della possibilità di puntare alla posta piena.

Probabilmente con un paio di giri in più (ma, certo, Verstappen avrebbe potuto gestirli diversamente) forse il pluricampione britannico avrebbe potuto lottare per vincere.

Una sosta sola, l’errore della Ferrari

Del resto, la scelta di puntare su una sola sosta non s’è rivelata la migliore.

Lo sa bene Leclerc: la Ferrari ha deciso di differenziare le condotte di gara dei due piloti e la doppia sosta ha favorito decisamente Carlos Sainz.

Leclerc, specie nei giri finali, nonostante tutte le cautele possibili e immaginabili per non rovinare troppo le sue gomme, è andato incontro a un netto deperimento della prestazione.

Si può dire che usando un treno di gomme in più sarebbe salito lui sul podio anziché Lando Norris?

Probabilmente lo si può pensare.

Ma comunque questo non cambia l’ordine d’arrivo. La Ferrari ha sbagliato, ha corso un azzardo che non ha pagato.

Il Team Principal, Fred Vasseur, l’ha detto senza mezzi termini:

“Prima della gara abbiamo analizzato i dati e studiato le strategie e credo che l’errore sia stato proprio in questo. Dobbiamo migliorare molto in questo settore”.

“E non possiamo certo essere contenti di un piazzamento considerando che partivamo dalla pole”.

La sensazione, però, che Leclerc (più che Sainz) sia stato un po’ troppo lento nelle primissime fasi di gara (a parte la non eccellente partenza) ed è difficile pensare che sia stata una questione di strategie.

Forse la Rossa – come si è visto altre volte – patisce più dei concorrenti li momenti in cui c’è più peso a bordo (ovvero l’inizio gara).

©Ferrari.com.

Spiega Leclerc:

“Non posso nascondere che un solo pit è stata una scelta sbagliata, questa gara è stata una grande fatica, sono deluso. Il gioco di squadra? Tutto bene, era giusto in quel momento che facessi passare Sainz”.

Norris deluso, ma la McLaren cresce

In verità anche Lando Norris si aspettava qualcosa di più: ha avuto uno straordinario avvio (ha bruciato Leclerc che, ricordiamo, partiva in pole) ma non ha potuto reggere né il piglio di Verstappen né l’arrembaggio finale di Hamilton.

Max Verstappen è cosciente di aver dovuto spendere più energie del consueto:

“Non è stata una vittoria facile, prima perché la gestione delle gomme è stata complicata, poi perché ho avuto problemi ai freni durante tutta la gara e su questa pista ci sono alcuni punti dove si frena molto forte”.

“Però sono arrivato a 50 vittorie e sono molto orgoglioso di questo. Continuerò a spingere per vincere ancora”.

Verstappen
©Lat Images/Mercedes-AMG

Soddisfatto Hamilton, molto amato dal pubblico americano:

“Sono venuto la prima volta negli Stati Uniti che ero bambino, qui ho avuto sempre una grande accoglienza e ringrazio il pubblico americano, non vedo l’ora di correre la gara di Las Vegas. Qui, in fondo, abbiamo ottenuto il massimo”.

Due note infine. La prima riguarda la McLaren, che sta continuando a crescere; Norris forse si aspettava di più (almeno precedere Hamilton), ma il podio è un buon risultato.

La seconda riguarda la lotta nel Mondiale costruttori tra Mercedes e Ferrari: ora come ora la volata per il secondo posto sembra saldamente nelle mani della squadra diretta da Toto Wolff.

La Red Bull di Max Verstappen (e Sergio Perez) è ormai volata via!

Mario Isola, Direttore Motorsport Pirelli

“Su una delle piste più complete della stagione abbiamo assistito ad una gara molto combattuta, con battaglie intense sia in pista che sul piano delle strategie”.

“Proprio su quest’ultimo aspetto, l’andamento della gara ha confermato come la doppia sosta fosse l’opzione più veloce, soprattutto perché quella alternativa – basata su un unico pit-stop – avrebbe richiesto una gestione delle gomme molto attenta che avrebbe reso difficile spingere a fondo per molti giri, come invece hanno fatto i piloti che hanno fatto due pit-stop”.

“Ne è stata una conferma l’andamento della gara di Leclerc che, pur non avendo accusato un crollo nel finale causato dal degrado, ha avuto un passo che non gli ha permesso di difendersi dal ritorno di diversi piloti che avevano invece scelto la doppia sosta”.

“In termini di prestazione complessiva, la Medium si è dimostrata la mescola più redditizia perché ha offerto più grip rispetto alla Hard ma non ha subito un degrado in termini di tempi sul giro molto più ampio”.

“La Soft è stata usata pochissimo – soltanto dall’AlphaTauri nelle battute finali – e, vista la prestazione di Tsunoda, si è confermata come un’ottima gomma da tempo sul giro secco ma non un’opzione sulla distanza su una pista e con condizioni di temperatura come quelle di oggi ad Austin. Infine, da notare come nemmeno in gara, si sia registrato graining”.