L’Università di Bologna alla Formula SAE

L’ateneo emiliano si distingue per gli ottimi risultati e per la stretta collaborazione con tanti partner industriali di prestigio della Motor Valley, tra cui Lamborghini Squadra Corse.

 

Siamo fieri di apprendere che le Università italiane dispongono dei migliori team a livello mondiale nella Formula SAE; squadre che si distinguono per le capacità, la determinazione e il know-how messi in campo orgogliosamente dagli studenti che ne fanno parte. Le collaborazioni strette con i fornitori di materiali e consulenza tecnica in ambito automotive nonché, per i più fortunati, con le case automobilistiche, rappresentano la chiave del successo in questo campionato; gli allievi universitari possono attingere infatti dall’esperienza e dalle tecnologie che provengono anche dal mondo dell’industria, non solo dall’ambiente scolastico.

Un team italiano degno di nota è dell’Università di Bologna (UniBo Motorsport), che ha fatto debuttare alla Formula SAE Italy a Varano de’ Melegari (dal 24 al 28 luglio scorsi) l’ultimo sviluppo della propria monoposto, dal nome “UBM19 Evoluta”, iscritta nella categoria 1C – “Combustion”, per veicoli dotati di motore a combustione interna. Questo ateneo ha il privilegio e l’onore di poter collaborare strettamente con importanti realtà aziendali della Motor Valley, in primis Lamborghini Squadra Corse, main partner, ma anche con altre società di respiro internazionale come Marposs (leader mondiale nella fornitura di strumenti di precisione per la misura), AlmaAutomotive (spin-off dell’Università di Bologna, attiva nello sviluppo dei propulsori) e People Design (società di ingegneria, progettazione meccanica e consulenza ingegneristica nei settori Automotive e Machinery).

Dopo la tappa di Varano, che ha visto raccogliere come migliori piazzamenti due quinti posti (Skid Pad e Cost Event), sono seguite in modo ravvicinato le manifestazioni ad Hockenheim in Germania dal 5 all’11 agosto e all’autodromo di Most in Repubblica Ceca dal 13 al 17 agosto; proprio in quest’ultimo appuntamento di stagione, il team ha raccolto i frutti dell’ottimo lavoro svolto ottenendo il miglior risultato dell’anno, classificandosi al primo e al terzo posto, rispettivamente nella prova di Business Plan Presentation e di Cost Event. Per poco non è arrivato il podio anche nella prova dinamica più impegnativa, l’Endurance, dove, al termine dei 22 giri, la squadra ha chiuso in quarta posizione.

Durante il weekend della Formula SAE di Varano de’ Melegari, abbiamo intervistato Riccardo Ferrari, responsabile veicolo del team, il quale ci ha raccontato che “il team di Formula SAE dell’ateneo di Bologna è nato nel 2010. La vettura di quest’anno deriva in maggior parte da quella del 2018, ma con importanti sviluppi. Abbiamo infatti cercato di capire quali fossero i punti di forza e i punti di debolezza, facendo ad esempio un grande lavoro sull’ergonomia e sulla visibilità del pilota, grazie all’utilizzo di un simulatore statico. Inoltre, abbiamo realizzato una nuova monoscocca, aumentando le rigidezze, tramite l’impiego di materiali innovativi. Altre novità hanno riguardato le ottimizzazioni dell’aerodinamica, come l’applicazione di cover anteriori e cover posteriori per il gruppo di molle e ammortizzatori, al fine di ridurre il drag complessivo del veicolo.” Il telaio della vettura è realizzato con una monoscocca in materiale composito a base di fibra di carbonio, non integrale; infatti il motore e il drivetrain sono supportati da un traliccio in acciaio altoresistenziale (nichel-cromo-molibdeno); complessivamente la vettura registra sulla bilancia un peso di 208 kg. La costruzione della monoscocca è stata realizzata con l’aiuto di Lamborghini, che ha fornito la disponibilità all’utilizzo delle proprie strutture, come l’autoclave e le clean room per la laminazione, processo che invece è stato effettuato manualmente dagli studenti. L’ala anteriore, derivata dalla monoposto dello scorso anno, è giunta già alla quinta versione rispetto del primo prototipo, e nell’ultima evoluzione è stata migliorata soprattutto per quanto riguarda i profili alari esterni, che hanno permesso di ottimizzare il percorso dell’aria attorno alle ruote, riducendo in modo drastico le turbolenze in quell’area; i vistosi profili laterali fungono principalmente da estrattori che deviano il flusso attorno alla ruota, sia sopra che lateralmente. “Anche la parte interna dell’ala, quella vicino alla monoscocca, è stata modificata, al fine di aumentare il flusso aerodinamico di raffreddamento nelle pance” afferma Riccardo Ferrari “Grazie a questa modifica siamo riusciti a ridurre le dimensioni dei radiatori, quindi meno liquidi e minor peso”.

Il motore è realizzato sulla base del 4 cilindri motociclistico della SUZUKI GSX-R 600 K7 (2007), con aspirazione e scarico personalizzati, e un controllo elettronico sviluppato all’interno del team, dotato di un software che prevede moderne logiche come il Launch Control, che agisce principalmente sul rilascio della frizione nelle partenze da fermo, e il Traction Control, che gestisce l’erogazione della coppia regolandosi in base ai dati rilevati dalle ruote foniche, installate su tutte e quattro le ruote. Non è presente, per il momento, alcun controllo di stabilità nella dinamica laterale. Il cambio, con quattro marce e una prima che arriva fino a circa 60 km/h, è stato progettato e sviluppato internamente all’università, con la collaborazione di CIMA, eccellenza bolognese specializzata nella produzione di ingranaggi. L’impianto di lubrificazione e cooling del motore sono stati ingegnerizzati da zero e adattati agli ingombri del veicolo, con l’obiettivo di minimizzare pesi e volumi.

La progettazione CAD del veicolo è avvenuta tramite il software Siemens NX, mentre per lo studio degli sforzi con il calcolo a elementi finiti (FEM), per lo studio dei flussi di raffreddamento e dei campi elettromagnetici, si è utilizzato l’applicativo Ansys. Lamborghini Squadra Corse non è solo un partner, come detto, per la costruzione della monoscocca, ma è soprattutto un consulente di rilievo per i membri del team, come dimostra la testimonianza del nostro interlocutore Riccardo Ferrari, che ha rivelato: “Gli incontri con i tecnici Lamborghini sono sempre molto utili, anche solo per un semplice confronto oppure per presentare le nostre idee. Ogni volta, riceviamo importantissimi feedback, da elaborare una volta giunti in ateneo, per il continuo sviluppo della vettura”.

Il team UniBo rappresenta, assieme ad altri atenei come Parma e Modena, un’importante vetrina della Motor Valley nel mondo, con un enorme potenziale per ambire ad altri successi nelle prossime stagioni di Formula SAE.