Lando Norris domina il GP del Brasile

Formula 1
Solita grande presenza di pubblico per il Gran Premio del Brasile, che non ha deluso gli spettatori - foto © McLaren Media Centre

La Formula 1 sa essere crudele, velocissima nel far cambiare vento.

E questa volta la folata soffia arancione. La McLaren non solo è tornata: adesso canta, danza e incanta.

Lando Norris sembra aver smesso di essere la promessa eterna per diventare un predatore elegante, chirurgico, implacabile di questa Formula 1. Una metamorfosi che ha il sapore dei giorni grandi.
Piastri, dal canto suo, scalpita: vede la gloria sfuggirgli e reagisce con il coraggio di chi non vuole diventare gregario.
Nel frattempo, Mercedes ritrova la gemma di Kimi Andrea Antonelli, un ragazzo che sta bruciando le tappe con la naturalezza dei prodigi veri nel mondo della Formula 1.
Verstappen resta un titano che non cade, Ferrari invece continua a mordersi le labbra: qualche lampo, tanta amarezza.
Insomma, il campionato di Formula 1 è tutt’altro che chiuso. E in Brasile i vincitori sono stati almeno tre, Norris che si è portato a casa la coppa, Antonelli che ha tenuto dietro nientemeno che Verstappen, e lo stesso Max che partito dai box è salito sul podio.

McLaren 10

La squadra merita applausi a scena aperta, il periodo di appannamento è alle spalle.

Lando Norris (10 e lode) è stato perfetto in ogni momento di questo fine settimana, mini qualifiche e qualifiche, mini gara e gara.

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Norris, un altro piccolo passo verso il titolo – foto © McLaren Media Centre

Di colpo, Lando è diventato grande, la crisalide è un ricordo, la farfalla adesso vola alto.

Ignoro tutti quelli che dicono caz… su di me”. Bravo, è così che si fa!

Non si può ancora dire che abbia vinto il Mondiale di Formula 1, ma è ragionevole credere che sia vicino all’obiettivo, nonostante il risicato vantaggio su Piastri e i rischi che ci sono nelle prossime gare, tutte su piste impegnative.

Piastri (voto 6,5) ha capito benissimo che cosa sta succedendo e reagisce ruggendo, però con gesti disperati, come buttarsi a occhi chiusi dentro la prima curva dopo la ripartenza della gara; meglio in occasione del super sorpasso a Bearman.

Comunque, e in qualche modo (nonostante la penalità) gli è andata bene, a Leclerc (che è finito fuori gara con una sospensione in pezzi) è andata assai peggio. Qualche possibilità iridata ce l’ha ancora.

Mercedes 9

Un fiammeggiante Kimi Andrea Antonelli arriva secondo.

Prima volta per lui (dopo la grande prova nella Sprint e una qualifica fantastica) in una gara di Formula 1 “vera” – podio numero due dopo quello di Montreal).

Tanto rattrista i tifosi italiani vedere la deludente e scialba Ferrari di quest’anno, tanto entusiasmano la crescita e il talento di Antonelli.

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Antonelli sul podio a 19 anni dopo aver tenuto dietro nientemeno che Verstappen nel finale di gara – foto © AMGMercedesFormula 1/Sam Bloxham

Veloce, audace, fortunato (nel botto con Leclerc), bravo nel lasciarsi alle spalle una partenza non brillante e una ripartenza caotica, furbo nel chiudere Piastri costringendolo a bloccare le ruote. Ma soprattutto è stato autorevole nella difesa a denti stretti su Verstappen: voto 10 e lode.

È probabile che dentro di sé abbia acquisito quella maturità che (ovviamente, visto i 19 anni) gli è mancata nella parte centrale della stagione, quando ha ricevuto tante critiche ingenerose, spesso da Oltremanica, chissà come mai…

Russell, quarto, mastica amaro nel vedere il giovane compagno volare. Comunque è stato concreto anche lui, voto 8.

Red Bull 9

Indicazioni differenti tra Sprint e gara, tra qualifiche e passo, ma Verstappen è un titano, sostiene sulle sue spalle il cielo Red Bull: voto 10 e lode.

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Gara capolavoro, dalla pit lane al podio per Verstappen – foto © Red Bull Content Pool

Parte dalla pit lane, guida pennellando e dispensando pillole di classe, sfrutta tutte le occasioni e porta a casa il podio. Si allontana un po’ dal leader del Mondiale, ma dimostra di essere sempre SuperMax.

Tsunoda ormai è ridotto a comprimario, voto 6.

Ferrari 5

Uno squillo, firmato da Leclerc in qualifica, e basta.

Certo il monegasco è stato sfortunato, fuori gara non per colpa sua nelle primissime fasi, peccato perché avrebbe potuto dire la sua per il podio. Voto: non giudicato.

Hamilton è stato impalpabile ed evanescente sabato, poco incisivo la domenica. D’accordo, viene urtato nelle prime fasi, a sua volta tampona, deve cambiare l’ala, prende una penalità (lieve), polemizza con la direzione gara. Insomma un calvario.

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Incolpevole Leclerc, sonnacchioso Hamilton per una Ferrari senza vetture al traguardo – foto © Ferrari.com

Ma a un certo punto, a dispetto di un riscontro cronometrico accettabile, suggerisce alla squadra il ritiro.

È in formato Gloria Swanson ed è un peccato, non resta che sperare nel 2026. Voto 5.

In tutto questo la vittoria del Mondiale Endurance della squadra diretta da Antonello Coletta migliora i bilanci sportivi del Cavallino tutto.

Ma per la Scuderia è come essere gomito a gomito con il primo della classe sapendo di essere rimandati, secchioni (nel senso positivo del termine) contro ripetenti. Come brucia, altroché!

Haas 8

La squadra cresce e sta vivendo una bella fase nel finale di stagione.

Ocon (voto 5.5) galleggia come più o meno sempre, ma a stupire è Ollie Bearmann, veloce e cattivo, deciso e determinato.

A volte impugna il fioretto a volte – se serve – la sciabola. Voto 9, buon per la Ferrari che sia sotto contratto, ma ora si tratta di non farselo sfuggire.

Racing Bulls 7,5

Bene entrambi i piloti ed è una buona notizia vedere che Lawson trae giovamento dall’avere un compagno veloce e ricco di classe come Hadjar. Voto 7.5 a entrambi.

Sauber 7

Si aspettava Gabriel Bortoleto, ma l’emozione del correre in casa (è brasiliano e pure paulista) lo tradisce.

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Oliver Bearman sta demolendo il compagno di squadra Ocon – foto © Pirelli.com

Lo tradisce tanto nella Sprint (botta pazzesca a 300 orari, per fortuna è rimasto illeso) sia nella gara vera: voto 5.

Però ci pensa il veterano Hulkenberg (voto 8) a portare punti e a lucidare la monoposto svizzera.

Alpine 6

L’auto è quel che è, ma Pierre Gasly – su una pista “vera” e difficile – ci mette più d’una pezza. Voto al francese: 8.

Colapinto avrebbe voluto festeggiare il rinnovo di contratto, ma non va oltre la normale amministrazione. Il che, rispetto ad altre volte, è già qualcosa. Voto 6-.

Williams 6

Non molto, onestamente, nonostante l’impegno di Carlos Sainz e Alex Albon – entrambi voto 5/6.

Lo spagnolo rifila anche una ruotata a Hamilton, chiaramente non è una vendetta (non c’è nemmeno da pensarlo), ma è in ogni caso un piatto da gustare freddo.

Aston Martin 6

A tratti la “verdona” sembra averne di più, come già anche nella Sprint.

Ma a dispetto del perennemente affamato Alonso (voto 7), non riesce a concretizzare granché. Men che meno con Stroll (voto 5).

Pirelli 9

Tutte le mescole hanno fornito ottimi riscontri, bene come da copione.

Spiega Mario Isola, direttore del Motorsport: “Interlagos riserva sempre sorprese e gare molto interessanti.

Se lo scorso anno la pioggia è stata la variabile che ha regalato maggiore spettacolo, quest’anno abbiamo assistito a una varietà di strategie di gara che, combinate con le caratteristiche del tracciato, hanno favorito un numero di sorpassi superiore alla media.

Come previsto, Medium e Soft sono state le mescole favorite mentre la strategia più comune è stata a due soste.

Da molto tempo, in una gara asciutta, non vedevamo in zona punti una così ampia varietà di strategie, da una fino a tre soste, con differenti combinazioni di mescole”.