La Jeep Renegade è un modello chiave per il marchio che rappresenta. Prima vettura del brand ad essere prodotta in Europa, ha introdotto un nuovo concetto di Suv per la Casa, più civile e accessibile. L’auto, che ha segnato un record di vendite, si è rinnovata lo scorso anno sia a livello di estetica e dotazione sia e soprattutto a livello di meccanica. Il Suv compatto della Casa americana ha infatti accolto sotto il cofano i nuovi motori della famiglia FireFly, compreso il più piccolo 1.0 tre cilindri. Il motore, che ha debuttato proprio sulla Jeep Renegade e, in contemporanea, sulla Fiat 500X rappresenta una svolta epocale per la Casa torinese. Prima di tutto perché ha avuto il compito di sostituire il glorioso FIRE che ha rappresentato il cuore dei propulsori benzina Fiat per oltre trent’anni. E poi perché segna l’esordio del marchio nell’ormai affollato mondo dei tre cilindri.
La forza della compattezza
Il motore è disponibile sia nella versione aspirata (riservata ai mercati sudamericani come il Brasile) sia nella versione turbocompressa, che è commercializzata anche in Italia. In entrambi i casi, si caratterizza per dimensioni compatte e per un peso contenuto e, più importante ancora, è già adatta per essere montata anche sui futuri modelli ibridi del gruppo. Il propulsore ha distribuzione con quattro valvole, iniezione diretta e sistema Multiair di terza generazione in aspirazione. Inoltre, ha camera di scoppio con cupola a tetto con valvole inclinate tra loro di 34,5° e con una “sacca” nel cielo del pistone, sul lato dell’aspirazione.
Brillante senza consumare troppo
La Jeep Renegade 1.0 T3, dotata di 120 CV e di una coppia massima di 190 Nm, si propone a listino nella sola versione con cambio manuale a sei marce e trazione anteriore. L’auto dichiara un consumo medio sul misto di 5,7 litri per 100 km ma prestazioni brillanti, con uno 0-100 coperto in soli 11”2 e con una velocità massima di 185 km/h.
