Il Momentless Engine. Dan Gurney, nel mondo dei motori, è un personaggio cui si usa attribuire la qualifica di “leggenda vivente”. Nato il 13 aprile 1931, Dan Gurney (il nome completo è Daniel Sexton Gurney), dall’età di 19 anni ha fatto parte del mondo dell’automobilismo sportivo, correndo con Brabham, BRM, Eagle, Ferrari, McLaren ed altre marche. È stato (ed è) anche l’inventore di diversi dispositivi ed artefice del progetto di una moto, la Alligator, della quale furono costruiti solo 36 esemplari, oggi ricercatissimi dagli appassionati; per dare un’idea della sua popolarità , basti ricordare che la rivista “Car and Driver” propose, nel 1964, la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti.
In questi mesi, nonostante l’età , è tornato alla ribalta brevettando il progetto di un motore bicilindrico (in linea) a quattro tempi, raffreddato ad acqua, nato per l’impiego motociclistico ma suscettibile di applicazioni anche su automobili, battelli e aerei leggeri.
Questo motore è l’MC4S (da Moment-Cancelling Four-Stroke) e quel “moment” sta per momento, inteso secondo l’accezione meccanica. Come dice lo stesso Gurney, il bicilindrico realizzato secondo il suo progetto porta all’annullamento dei momenti, ottenendo la fluidità di funzionamento di una turbina (praticamente esente da vibrazioni, a tutto vantaggio della durata), semplicità costruttiva e dimensioni compatte.
Sempre secondo l’inventore, coadiuvato in quest’avventura dall’ex-rivale Chuck Palmgren, il motore ha una cilindrata di 1.603 cm3, un rapporto di compressione di 9,5 e a 8.000 giri è in grado di generare ben 262 HP. L’architettura di questo propulsore vede i due cilindri in tandem, lungo l’asse longitudinale, con un albero a gomito per ogni biella, con differente verso di rotazione: in questo modo la coppia generata si controbilancia; anche il maggior peso costituito dall’avere una manovella in più è compensato dall’eliminazione dei contrappesi. Secondo Gurney il motore è superquadro e con un’accurata progettazione delle valvole (che sono in testa, quattro per cilindro) e della loro angolazione ottiene una migliore alimentazione e fornisce una potenza più elevata.
Mentre scriviamo il bicilindrico dovrebbe già aver iniziato a girare al banco, ma Gurney conta di costruire anche prototipi a quattro, sei e otto cilindri. Sarà il Santo Graal della propulsione convenzionale? Chissà … certamente l’MC4S ha il pregio di evitare soluzioni astruse e inesplorate e, almeno sulla carta, sembra essere promettente.