La buona notizia è che Honda è al lavoro sulla nuova generazione della NSX. Poi c’è un’altra notizia legata a questa, che può suscitare reazioni positive o negative a seconda di chi la legge. Esatto: la nuova NSX sarà elettrica.
In fondo Honda ha sposato con decisione l’elettrificazione e già in passato aveva ammesso che una sportiva a zero emissioni sarebbe stata in linea con la strategia del marchio verso una mobilità sostenibile. Lo conferma oggi Toshiro Mibe, ceo del colosso nipponico, che in un’intervista ad Autocar spiega: “Siamo già al lavoro sulle auto sportive del futuro e nel nostro centro di ricerca e sviluppo abbiamo un’auto sportiva elettrica.
Da termica a ibrida a… interamente elettrica
D’altronde, che la NSX potesse reinventarsi come vettura esclusivamente a batteria era plausibile. La prima, mitica generazione era solo termica, ma stiamo parlando del 1990. Debuttò con un 3.0 V6 da circa 270 CV che nel 1994 fu portato a 3.2 e a oltre 300 CV (per quanto il dato ufficiale fosse di 290).
La seconda, invece, arrivata nel 2016 dopo 4 anni di gestazione, adottava uno schema ibrido con un V6 da 3,5 litri abbinato a 3 motori elettrici: uno posto al retrotreno – tra il motore e il cambio (un doppia frizione a 9 marce) – e a due piazzati davanti. Aveva complessivamente 573 CV.
Un’auto mai vista prima
La prossima, attesa intorno al 2026, dovrebbe appartenere alla nuova famiglia di auto elettriche di Honda, chiamata “Serie 0”, che la Casa sta progettando per traghettarsi nel futuro con vetture all’avanguardia per efficienza, prestazioni, gestione dello spazio e tecnologie in genere.
La nuova NSX, insomma, prenderà spunto dalla concept Serie 0 presentata a inizio mese al CES di Las Vegas, che sfruttava una batteria estremamente sottile piazzata sotto il pianale e nuovi gruppi motopropulsori leggeri e compatti.
Come spiegato da Mibe, l’auto sarà completamente diversa da qualsiasi altra sportiva realizzata da Honda nella sua storia. Sarà elettrica, ma anche in grado di offrire un’esperienza di guida intensa e coinvolgente. Un po’ come fece la prima NSX che, ricordiamolo, fu presa da esempio da Gordon Murray e il suo team di ingegneri per realizzare quel capolavoro che fu – e continua a essere – la McLaren F1.
