Era tornata nel 2015, nell’era dell’ibrido, con la McLaren per rinverdire la spettacolare sequenza di vittorie nei GP e campionati ottenuta negli anni ’90, quando il motore Honda V10 e il telaio inglese dominavano la Formula 1.
Un matrimonio difficile che non ha prodotto i risultati sperati, ed evidentemente non per sola colpa del motore, poiché approdando alla Red Bull la power unit ibrida giapponese è arrivata presto a un livello di competitività che gli ha permesso di vincere 5 GP e ai team Red Bull e Scuderia Alpha Tauri di conquistare punti preziosi nel campionato Costruttori.
Oggi Honda ha emesso un comunicato stampa in cui dichiara di voler uscire dalla Formula 1 alla fine del 2021, garantendo però il supporto tecnico ai team che ora e fino alla fine della prossima stagione utilizzano i suoi motori.
Honda lascia la F1 perché vuole perseguire un obiettivo aziendale ritenuto prioritario, ovvero il raggiungimento delle zero emissioni entro il 2050.
A tal fine, Honda deve utilizzare le proprie risorse e le conoscenze acquisiti in questi 5 anni di esperienza in Formula 1, nello sviluppo dei veicoli dotati delle future tecnologie, incluse le celle a combustibile (FCV) e le batterie (BEV).
Per questo l’aprile scorso Honda ha creato l’Innovative Research Excellence, Power Unit & Energy dove le ricerche si spingeranno oltre le soluzioni tecnologiche da applicare ai veicoli del futuro ma anche ai combustibili, che fintanto non potranno essere del tutto esenti da inquinanti per essere generati non consentiranno un corretto approccio ‘carbon free’.
Ovviamente Red Bull e Alpha Tauri hanno già iniziato la ricerca di nuovi fornitori di power unit in alternativa a Honda, e tenendo conto delle competitività che le loro monoposto stanno dimostrando (sono ora tra le uniche vere alternative allo strapotere Mercedes) non tarderanno ad avere delle proposte di collaborazione.