Il ‘Salone all’Aperto’ Parco Valentino ha cambiato location e ha traslocato il suo riuscito format dalle rive torinesi del Po alle vie del centro di Milano.
Mantenendo lo svolgimento ‘open air’ che l’aveva reso celebre, e cambiando il nome in un meno romantico MiMo, sintesi di Milano e Monza, luoghi dove si è svolta la kermesse del 2021, supercar, minicar, moto e motori marini sono saliti sulla ribalta delle pedane rialzate dal caldo selciato di metà giugno.
Tra cose già viste (la maggior parte) e dream car per ricchi spiccava un’operazione di grande coraggio lanciata dal Gruppo Koelliker, che rispettando la tradizione di esclusività che da sempre ha contraddistinto la sua offerta di veicoli, ha per così dire buttato il cuore oltre l’ostacolo e si è legato a filo diretto con la mobilità elettrica.
In un periodo di forte dibattito tra i conservatori dello status quo e coloro che invece allargano le proprie vedute e comprendono l’insostenibilità di un’ulteriore sviluppo del mercato auto con prodotti tradizionali, il Gruppo Koelliker si schiera in modo netto e annuncia l’importazione in Italia di ben cinque brand all’avanguardia sulla mobilità 100% elettrica.
Un’iniziativa che merita un plauso e dimostra come in questo periodo storico irripetibile per la disponibilità di fondi destinati a un generale ‘svecchiamento’ del nostro Paese, ci sia anche chi non aspetta gli eventi e punta su veicoli fortemente legati alle infrastrutture di ricarica, anello debole della castello che regge la mobilità ‘carbon free’ e che, insieme ai sostegni per il rinnovo del parco auto, dovrà rientrare, senza se e senza ma, tra le priorità del nostro governo.
GRUPPO KOELLIKER: IL PROGETTO KGEN
K come Koelliker e Gen come nuova generazione di mobilità è il nome scelto per un’operazione che coinvolge a 360° l’azienda e propone una selezione di veicoli appartenenti a cinque marchi hi-tech come Aiways, Karma, Seres e Weltmeister per coprire le tipologie di auto più richieste senza trascurare (con Karma) le alte prestazioni e Maxus per proporsi anche nel settore dei commerciali leggeri.
Restano nei listini Koelliker le Mitsubishi (di cui è importatore dal 1979) e SsangYong, due marchi ben posizionati che però non hanno ancora palesato quella svolta tecnica decisa verso l’elettrico auspicata dal Gruppo Koelliker.
Abbiamo incontrato Luca Ronconi, Amministratore Delegato da quasi 12 anni alla guida del Gruppo Koelliker, Marco Saltalamacchia, Presidente del Gruppo Koelliker e Giuseppe Lovascio, Chief Sales Strategy Officer.
Una squadra preparata e motivata
Marco Saltalamacchia (un passato in ruoli chiave dell’automotive in Renault, Fiat e poi BMW) e Luca Ronconi ci hanno descritto gli aspetti generali dell’operazione e di come essa sia nata da una precisa esigenza di creare una struttura agile e preparata a comunicare ai propri clienti come si sta trasformando la mobilità e il modo per poterne sfruttare appieno le opportunità.
Giuseppe Lovascio, un passato di livello in FCA coi brand Alfa Romeo e Jeep e quindi dal 2019 in Koelliker è andato più a fondo su passi compiuti dalla sua azienda per adeguarsi al trend del mercato.
“Faccio parte di un progetto entusiasmante avviato da un’azienda che è da 85 anni in questo settore. Nata a Torino, trasferitasi a Milano e poi divenuta un’entità nazionale, Koelliker ha sempre cercato di fare tendenza, di essere un’azienda opinion leader nel suo settore e in qualche modo precorritrice dei tempi. Lo dimostrano le importazioni di Jaguar, poi KIA, Hyundai, SEAT, Jeep, Mitsubishi e infine SsangYong. Una vocazione che non abbiamo perso”.
Per la maggior parte brand storici che col loro passato hanno reso più facile l’approccio al cliente. Ora i nomi sono totalmente nuovi e così la tecnologia, magari non nuova ma ancora poco conosciuta dalla maggior parte del pubblico italiano
“E’ vero, ma in parte. Abbiamo intuito che certi movimenti del mercato e certe aspettative dei clienti, che la pandemia ha accelerato, vanno verso l’elettrico, aprendo la strada a brand che 10 anni fa non sarebbero mai stati presi in considerazione”.
“Tenga conto che in Cina ci sono oltre 50 start-up di veicoli elettrici. Dunque la ricerca, così come la selezione, non sono state facili, considerando i target che ci eravamo posti. Scelti i partners abbiamo lavorato su questo hub di mobilità elettrica chiamato KGen col quale vogliamo coprire tutti i segmenti di mercato: cinque brand li annunciamo qui al MiMo ma altre novità sono in arrivo”.
Il denominatore comune di questa operazione è la motorizzazione 100% elettrica. A nostro giudizio Koelliker ha visto giusto: le auto elettriche sono una nicchia, per ora, e cresceranno numericamente negli anni.
Questo momento è dunque giusto per chi punta più che sui volumi su una presenza importante in un segmento che tutti i presupposti indicano come quello che tra 10 anni sarà trainante. Iniziare ora significa essere pronti e consolidati quando ci sarà il salto di mentalità.
Koelliker e l’elettrico: un matrimonio iniziato 10 anni fa
Ma Koelliker non è alla prima esperienza con l’elettrico: “In effetti ci tengo a precisare che Koelliker nel 2011 ha commercializzato la i-MiEV della Mitsubishi, una delle prime elettriche apparse sul nostro mercato e che nel 2013 avevamo a listino una ibrida plug-in. Questo per dire che la rete di concessionari e le officine non sono completamente digiune sul prodotto elettrico e sono più pronti al cambiamento”.
I concessionari cambieranno, questo è indiscutibile, e chi non cambierà sarà destinato a scomparire o ad essere inglobato in organizzazioni più evolute.
“Il cambiamento ci sarà poiché il nostro obiettivo è offrire una mobilità sempre più vicina a un servizio e un progetto che non sempre coincide con la proprietà. Siamo consapevoli che la richiesta e la vendita di questo prodotto avviene digitalmente. L’offerta deve essere flessibile e personalizzata e non tutti i dealer sono pronti a questo assetto. Chi saprà cogliere questa opportunità non potrà che crescere. Da parte nostra sarà necessaria una selezione e personale preparato”.
“Cambierà anche il post-vendita: l’auto elettrica è più semplice, la gestione manutentiva dell’utente è meno gravosa ma d’altro canto serve gente smart sulla diagnostica, che usi la telematica in maniera preventiva in maniera diversa. Tutte cose che sappiamo ma che implicano un lavoro enorme sulle persone e sui partner che abbiamo scelto per accompagnarci in questa avventura”.
OMNI-CHANNEL Approach
Si parla molto inglese in Koelliker, per tradizione (il leggendario Bepi Koelliker fu definito un lord inglese nato per sbaglio in Italia…) e per necessità, essendo i rapporti diretti con Case in cui questa è la lingua ufficiale.
“Con questo termine intendiamo un approccio verso il cliente più ampio di quello tradizionale. Non abbiamo solo il canale dei dealer e delle officine, che in Italia sono 200 di cui una quarantina monomandatari, ma anche un potentissimo online che andrà on-air a fine luglio”.
“Abbiamo creato da tempo un società di logistica, la Autotrade Logistics, che ci consente di consegnare le auto a domicilio in tutta Europa e grazie a Santander siamo in grado di finanziare ‘sul divano’ il cliente che abbia questa esigenza”.
“Non solo. Abbiamo avviato una partnership con Enel X ed Enel Logistics per la costruzione di un servizio di mobilità e con loro Microsoft, che ci darà una forte mano nella sintesi e nella gestione dei dati e ci aiuterà a semplificare i processi che stanno dietro questo nuovo approccio alla mobilità. Abbiamo scelto il meglio”.
Dealer e officine pronte per l’elettrico
Abbiamo già parlato di una certa conoscenza del mondo dell’elettrico, ma un conto è avere un modello in gamma e un altro è avere tutta la gamma 100% elettrica.
Come farete per addestrare il personale tecnico, considerando che le case sono ubicate non proprio dietro l’angolo: “Noi abbiamo investito sempre parecchio sulle officine. C’è una divisione aziendale dedicata alla loro formazione in loco, con aule didattiche in cui viene svolta l’attività di formazione tradizionale”.
“L’elettrico è più semplice ma più pericoloso per la presenza di alta tensione e per questo servono skill specifiche che devono essere implementate. Abbiamo anche una formazione a distanza dove periodicamente proponiamo pillole informative con programmi incentivanti e premi che mettano in competizione le officine: i risultati ottenuti sono eccellenti”.
“La formazione dei tecnici Koelliker avviene ovviamente in Cina e in questo periodo di avviamento dell’attività formativa in cui c’era maggior bisogno di presenza abbiamo dovuto affidarci all’online”.
La gamma
Passando al prodotto, abbiamo chiesto a Lovascio se i veicoli che saranno importati hanno dovuto subire modifiche e adattamenti per essere omologati sul mercato europeo.
Maxus, la nostra proposta per i veicoli commerciali, è un brand della cinese SAIC Motor, azienda che nel 2010 acquistò la Leyland DAF Vans e che ha dunque forti radici nel trasporto commerciale europeo”.
“Karma è invece un’azienda californiana basata a Irvine con capitale cinese. Anche qui l’occhio è rivolto al mercato occidentale e l’approccio tecnico aperto alle collaborazioni con le Università americane”.
“Stesso discorso per Seres, anch’essa californiana con capitale cinese proveniente dal gruppo Dongfeng Sokon”.
“La Weltmeister, come indica il nome tedesco, vanta un approccio stilistico particolarmente vicino ai nostri gusti”.
“Aiways, invece, è un’azienda cinese che ha però aperto una sede a Monaco di Baviera nel 2017. Dunque tranne Weltmeister, che uscirà per la prima volta dai confini cinesi con questa operazione, tutti i brand hanno già una consolidata presenza sui mercati occidentali”.
Anche i commerciali
E’ vero che Mitsubishi ha dei modelli dedicati al lavoro come l’L200, uno dei pick-up di maggior successo in Italia, ma Koelliker finora non è parsa molto interessata al trasporto commerciale.
“Oggi il nostro interesse è molto elevato. Parliamo di un cliente ricettivo alle innovazioni, razionale nelle scelte e sensibile al TCO, total-cost-of-ownership, e sa far bene i suoi conti. Noi speriamo di avere le armi per soddisfarlo, a partire dalla riduzione del fermo macchina, un tema sul quale abbiamo lavorato con grande impegno, fino a una road assistance a livello europeo”.
Parliamo di una clientela diversa. Saranno diversi anche i dealer? “Francamente la mia esperienza mi suggerisce che un imprenditore che non ha mai gestito questo business rischia di fallire gli obiettivi”.
“Non basta prendere un venditore capace o un meccanico esperto. Ci stiamo rivolgendo ad aziende strutturate con forti motivazioni per vendere questo tipo di prodotto. Per questo stiamo portando nella nostra rete delle nuove entità che ci aiuteranno anche a ‘catturare’ la clientela fedele alla concorrenza”.
Abbiamo presentato il nuovo corso elettrico del Gruppo Koelliker, sappiamo qualcosa in più sull’organizzazione e sugli ambiziosi obiettivi di mercato.
Non ci resta che rimandarvi a una serie di approfondimenti tecnici sul prodotto nei quali cercheremo di verificare il livello qualitativo di questi veicoli, le loro caratteristiche dinamiche e il livello tecnologico rapportato ai prodotti europei di pari specifiche tecniche.