
In Qatar vince Max Verstappen, dopo aver conquistato la pole, stabilito il giro veloce e – soprattutto – vinto il titolo Mondiale già nella Sprint di sabato.
Ma questo non fa più notizia, a dire il vero.
L’ode è invece per la McLaren, odi e lodi in verità, perché dopo il successo di Oscar Piastri sabato, lo stesso Piastri ha chiuso secondo e Lando Norris ha completato il podio.
Bene a Suzuka, bene in Qatar: ci sono le premesse per una parte finale di stagione ricca di soddisfazioni per la squadra diretta da Andrea Stella.
Mercedes: scontro fratricida
Dietro al duo (e al re olandese) la Mercedes di George Russell: nonostante un patatrac al via (scontro fratricida con Hamilton, di cui Lewis s’è assunto la responsabilità) l’inglese ha permesso alla squadra di allungare ancora sulla Ferrari nella lotta per il secondo posto nel Mondiale costruttori.

La giornata nera delle Rosse
Il Cavallino ha vissuto una giornata nera, l’auto di Sainz non ha nemmeno potuto prendere il via, mentre Leclerc ha chiuso quinto.
Ma tutto (e per tutti) è andato storto a Lusail: i cordoli (chiaramente inadatti, chissà chi li ha pensati) hanno costretto la Pirelli a imporre un numero di giri massimo per ogni set di gomme (18 se nuove, una decina se usate) di fatto spezzando la corsa con tre stop obbligatori.
Pirelli, scelta corretta
Bene ha fatto la Pirelli (la sicurezza sempre prima di tutto) a usare cautela, ma la Fia come ha permesso l’omologazione di queste soluzioni?
Non solo, ma per evitare che i piloti andassero troppo sui cordoli, tra venerdì e sabato la pista è stata “ristretta” in alcune curve. Così i piloti sono incappati in un profluvio di penalità per aver oltrepassato i “track limits”.
Una situazione non sostenibile, al limite dell’inaccettabile, complessa per i piloti (e gli ingegneri) e astrusa per gli spettatori (per cui, in fondo, si disputano le corse…).
Urge una riflessione
E’ la stessa Fia che sabato ha impedito alla Red Bull di festeggiare il titolo di Max in pit lane perché non previsto dalle regole.
Domanda: ma il senso del ridicolo dove è finito?
A questo si aggiungano le condizioni ambientali proibitive: un caldo intenso, un’umidità pazzesca; risultato: un pilota costretto al ritiro (Logan Sargeant) perché stroncato dalla fatica, gli altri stremati all’arrivo (nonostante abbiano cercato in ogni modo di rinfrescarsi, alzando leggermente la visiera o addirittura togliendo le mani dal volante in rettilineo per prendere un po’ d’aria).
Ma ha senso tutto questo? Bisogna per forza correre in Qatar? Urge riflessione.
Critico anche Max
Persino Verstappen, che corre e vince al di sopra di ogni problema, ha ammesso che le cose così non vanno:
“Ho un po’ festeggiato sabato sera adesso mi godrò sicuramente la festa, anche se ci sono ancora varie gare che vogliamo vincere”.
“Le soste obbligatorie? Mi piacerebbe spingere il più possibile, ma senza dover fare un così elevato numero di pit stop”.
“Ci è stato imposto il numero di soste, noi della Red Bull abbiamo dovuto rinunciare alla nostra capacità di usare bene gli pneumatici. Vedremo cosa si può migliorare per il futuro”.
Vasseur realista
La Ferrari, nel contesto qatariota, torna delusa: al momento di immettere benzina nell’auto di Carlos Sainz (il regolamento impone un orario stabilito prima della gara) s’è scoperta una perdita dal serbatoio, non riparabile.
“Tutto è stato difficile – ha detto il Team Principal, Fred Vasseur – dal caldo alla sabbia in pista, dai cordoli, al nostro problema”.
“Che dovremmo indagare, certo, ma non posso escludere che sia un guasto dovuto proprio ai cordoli”.
Parole in linea con quelle di Leclerc: “Tanto graining, risultato compromesso nel secondo stint. Di più non si poteva”.
Sainz abbozza: “Abbiamo riscontrato un problema troppo grande, impossibile da risolvere. Non c’è stato nulla da fare, dobbiamo solo concentrarci sulla prossima gara”.
Piastri eroe della serata in Qatar
L’eroe di giornata (sempre al netto di Verstappen) è Oscar Piastri, ormai rookie-fenomeno:
“Un fine settimana quasi perfetto, lo ricorderò per sempre, anche perché è stato molto difficile dal punto di vista fisico”.
“Con così tanti pit stop sono stati 57 giri da qualifica, davvero durissimi”.
Chi ci è rimasto male (solo un po’, a dire il vero) è stato Lando Norris. La McLaren (saggiamente) ha ‘congelato’ le posizioni, evitando un duello pericoloso:
“Con le tre soste obbligatorie si poteva spingere molto di più, l’auto andava molto veloce, credo che abbiamo svolto un grande lavoro. Ma a livello fisico è stata una gara davvero durissima”.
Il GP del Qatar secondo Mario Isola, direttore Motorsport Pirelli
“Un weekend molto impegnativo, su tanti fronti, concluso con una gara che, considerate le circostanze, è stata interessante e combattuta”.
“La collaborazione fattiva e trasparente fra tutti gli stakeholder della Formula 1 – FIA, Formula 1, squadre e piloti – ha permesso di reagire con prontezza ed efficacia per risolvere un problema di sicurezza che ci ha coinvolti in prima persona”.
“Oggi è stato possibile mettere in scena uno spettacolo comunque interessante per gli spettatori, con tanti sorpassi e duelli in pista, nonostante le limitazioni implementate dalla FIA”.

“Nelle prossime settimane proseguiremo nell’analisi dei pneumatici utilizzati in questo fine settimana per acquisire tutte le informazioni possibili e condividerle con la Federazione”.
Per quanto si è visto questa sera, il graining è stato un fattore molto rilevante su tutte le mescole”.
“La sua intensità è andata via via calando man mano che la pista si gommava – oggi il vento soffiava molto più debolmente rispetto ai giorni scorsi riducendo così il rischio di riportare sabbia e polvere sull’asfalto – ma senza mai scomparire completamente”.
“Anche il degrado termico ha inciso sulla prestazione dei pneumatici su un asfalto rimasto costantemente sopra i 36 °C.”
CREDITI
Ferrari.com
McLarenF1
Oracle Red Bull Racing