
Il GP del Bahrain si è concluso da poche ore e ci ha lasciato in eredità numerosi spunti di riflessione. Partendo dal terribile incidente di Grosjean al primo giro, con il francese che è uscito incredibilmente sulle proprie gambe da un impatto frontale con un guard rail che ha fatto letteralmente esplodere la sua vettura per poi spezzarla in due, passando dall’altro incidente di Stroll che invece si è ribaltato, sino a giungere all’ennesima vittoria di Lewis Hamilton, cercheremo di ripercorrere tutte le emozioni che abbiamo vissuto in questo weekend.
Hamilton continua a dominare
Poche volte nella storia della F1 avevamo assistito a un dominio e a una supremazia così netta da parte di una scuderia e di un singolo pilota. Era successo forse a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, ma in quell’occasione la premiata ditta Ferrari-Schumacher, se possibile, non riuscì ad annichilire così tanto la concorrenza come invece sta riuscendo alle Frecce d’Argento. Lewis Hamilton, dopo aver conquistato la pole position numero 98 in carriera, ha dominato la gara in lungo e in largo e a nulla è valsa la strenua resistenza di un eroico Max Verstappen che, insieme a Leclerc, pare essere l’unico in grado di competere con il britannico a parità di macchina. Attualmente, tuttavia, le monoposto di Verstappen e soprattutto quella di Leclerc sono inferiori e non di poco rispetto ai bolidi Mercedes e anche in vista della prossima stagione la situazione non pare destinata a mutare. A partire dal 2022, quando il cambio regolamentare potenzialmente dovrebbe rimescolare le carte, l’olandese e il monegasco sembrano i più accreditati per mettere in discussione il dominio di Hamilton, ma la sensazione è che il numero 44 sia destinato a infrangere ogni record. Per quanto riguarda il campionato tuttora in corso, al 1 di dicembre, secondo le scommesse sportive, a quota 2,20, Max Verstappen è il favorito per la conquista del secondo posto nella classifica mondiale, con il compagno di Lewis, il finlandese Valtteri Bottas che non è mai riuscito ad avvicinarsi neanche lontanamente alle prestazioni del britannico, né in qualifica né in gara.
Una preparazione fisica mostruosa, gli sviluppi in termini di sicurezza e una buona dose di fortuna: così si è salvato il francese
Questo weekend di F1 verrà sicuramente ricordato per anni a causa del terribile incidente occorso al pilota della Haas Romain Grosjean, con il francese che dopo una manovra azzardata e un contatto con l’incolpevole russo Kvjat è andato a scontrarsi frontalmente a 221 km/h contro il guard rail posizionato a bordo pista: la macchina ha perforato le protezioni, si è spezzata in due e ha preso fuoco. Per 28 interminabili secondi Grosjean è rimasto bloccato all’interno dell’abitacolo in fiamme, riuscendo clamorosamente a uscire da solo e a riportare solo qualche ustione. Eppure, le cose avrebbero potuto andare molto peggio e se stiamo raccontando una storia a lieto fine il merito è sicuramente di una buona dose di fortuna, degli sviluppi compiuti nel campo della sicurezza negli ultimi anni e della straordinaria condizione fisica del pilota che è riuscito a non perdere i sensi nonostante abbia subito un picco di decelerazione istantanea di 53 g, un dato che forse meglio di altri ci fa comprendere la potenza dell’impatto. I due dispositivi di protezione che sono stati decisivi a fini del buon esito dell’incidente sono la capsula di protezione progettata da Dallara, che ha avvolto il pilota in una “bolla” di sicurezza e ha determinato la rottura della parte posteriore della vettura e il tanto bistrattato Halo, la protezione introdotta tre anni fa che in passato era stata criticata anche dallo stesso Grosjean. Con ragionevole certezza, tuttavia, senza l’Halo il pilota francese non ce l’avrebbe fatta e ciò in quanto “l’Angelo” ha dapprima squarciato il guard rail proteggendo la testa del pilota, per poi dissipare parte della forza g generata nell’impatto.
La sensazione è che, a ogni modo, dopo l’incredibile incidente occorso a Viñales e Valentino Rossi nel GP di Austria, anche questa volta ci sia andata di lusso. Entrambi gli incidenti avrebbero potuto avere un esito nefasto, ma vuoi per un pizzico di buona sorte, vuoi per gli standard di sicurezza che sono ormai elevatissimi, fortunatamente stiamo parlando di incidenti sì terribili, ma che si sono conclusi nel migliore dei modi.