Nel 1983 il mondiale di Formula 1 ebbe uno strascico post campionato a causa di un reclamo fatto da Renault e Ferrari circa una presunta irregolarità sul carburante utilizzato sulla Brabham-BMW campione del mondo.
Quarant’anni fa il mondiale di Formula 1 fu vinto da Nelson Piquet al volante della Brabham BT52 progettata da Gordon Murray e spinta dall’incredibile motore 4 cilindri BMW turbo che in configurazione da qualifica superava abbondantemente i 1.000 CV!
A contendere il titolo a Piquet fu Alain Prost, con la Renault RE30C Turbo.
I due si presentarono all’ultima gara, a Kyalami in Sudafrica, con 4 vittorie ciascuno e piazzamenti che davano al francese 2 soli punti di vantaggio sul brasiliano.
Dopo le prove, dominate dalla Ferrari di Tambay, la griglia vedeva i 2 contendenti al 2° (Piquet) e 5° posto, posizioni che se mantenute fino alla fine avrebbero dato il titolo alla Brabham-BMW e al brasiliano.
Piquet, però attaccò subito e si portò in testa, seguito dal compagno di squadra Patrese, con Prost che da parte sua era risalito al terzo posto, comunque non sufficiente per aggiudicarsi il titolo.
Ma i sogni del francese svanirono al giro 44 a causa della rottura del turbo del suo motore Renault.
Via libera a Piquet che adottando una tattica prudenziale lasciò la vittoria a Patrese e si fece superare anche da Andrea de Cesaris con l’Alfa Romeo, felice del terzo posto sul podio e ancor più del titolo piloti.
La Ferrari, che quell’anno schierava le 126C n.27 e 28 di Patrick Tambay e René Arnoux (terzo nel mondiale piloti) vinse il titolo Costruttori.
La stagione 1983 ebbe peraltro uno strascico polemico in quanto, in pieno periodo in cui i team utilizzavano benzine speciali sviluppate in laboratorio dai loro partner petrolieri, Renault e Ferrari, che lavoravano in questo settore rispettivamente con Elf e Agip, fecero reclamo alla FIA per una presunta irregolarità sul numero RON delle benzine utilizzate dalla Brabham.
Una protesta che non ebbe seguito e che non inficiò il titolo di Piquet.
Tuttavia, i sospetti che in quei periodi molte scuderie fossero borderline sul tema carburanti parrebbero essere fondati e contribuirono ad alimentare la leggenda delle super-benzine capaci di dare quell’extra potenza che tutti i motoristi cercavano.