Tradizionalmente Fiat Professional ha cooperato con altri Costruttori, in primis PSA, per la realizzazione dei suoi veicoli commerciali, oltre che per i veicoli passeggeri e monovolume derivati.
Doblò era un caso unico di veicolo prodotto solo col marchio Fiat, poi ceduto, ma non co-progettato, a Opel/Vauxhall e, nell’ultima versione, commercializzato anche come RAM (il marchio dei commerciali Chrysler, che adottava un 2.3 Tigershark da ben 177 CV!).
Doblò è stato anche assemblato su vari mercati non EU, come Russia e Brasile. E’ dunque naturale che un veicolo così importante dovesse essere integrato nella nuova struttura di prodotto Stellantis.
Ma la vera notizia è che, per le ovvie sinergie industriali con i marchi PSA, il Fiat Professional Nuovo Doblò sarà assemblato a Vigo in Spagna, uno stabilimento storico di PSA.
Lascia così gli stabilimenti di Tofaş, a Bursa in Turchia, una delle aziende del gruppo Koç che collabora da decenni con Fiat producendo anche la Tipo, il Fiorino e altri veicoli non destinati all’Europa.
Anzitutto va detto che il Fiat Professional Doblò MY 2022 resterà in produzione ancora per qualche tempo: il Gruppo Koç ha infatti chiesto a Stellantis di estenderne la produzione, almeno per il mercato locale, fino alla fine del 2023.
E ha chiesto inoltre di produrre un altro veicolo in Turchia per far raggiungere allo stabilimento di Bursa la capacità ottimale di 450.000 veicoli l’anno.
È curioso che Stellantis diminuisca la produzione di commerciali in Turchia quando alcuni Costruttori come ad esempio Ford, Volkswagen e Hyundai la stiano concentrando proprio lì, almeno per il mercato europeo e mediterraneo.
È evidente come sia complesso razionalizzare fabbriche che provengono da tre culture automobilistiche storicamente diverse: Fiat, Opel/GM e PSA.
I motori del Doblò, poi, arrivano da Francia e Gran Bretagna (sono condivisi con altri Costruttori come ad esempio Ford), mentre i componenti minori un po’ da tutta Europa.
Il Nuovo Fiat Doblò di Fiat Professional
Come avrete compreso deriva dalla gamma Citroën Berlingo/Peugeot Partner, a cui si sono aggiunti Toyota ProAce City e Opel Combo.
Si tratta di un commerciale/MPV disponibile in due varianti di lunghezza e con motorizzazioni elettriche, diesel e a benzina.
Per ora non sono previste versioni OEM a metano o GPL.
Le due lunghezze di 4.403 e 4.753 mm, rispettivamente per passi di 2.785 e 2.975 mm consentono una capacità di carico da 3,9 fino a 4,4 mc, con una lunghezza massima del carico di 3,4 metri ottenuta grazie a un’apertura nella paratia divisoria denominata opzione ‘Magic Cargo’.
La portata è di 800 kg su ambo i passi, con la possibilità di caricare due europallet; il peso rimorchiabile è di 1.000 kg.
La versione Furgone Crew Cab (con cinque posti e passo lungo, omologata N1) permette di variare i moduli all’interno ottimizzando la capacità di carico di cose e persone in base all’utilizzo del giorno.
La motorizzazione benzina è il noto tre cilindri sovralimentato di 1,2 litri che eroga 81 kW (110 CV) a 5.500 giri/min con una coppia di 205 Nm a 1.750 giri/min.
Il diesel di 1,5 litri è disponibile nelle versioni da 100 e 130 CV a 3.000 e 3.750 giri/min rispettivamente, con coppia massima di 250 e 300 Nm a 1.750 giri/min.
Il cambio è meccanico a cinque marce per tutti i modelli; in opzione c’è un automatico a otto marce solo sul 130 CV.
Gli allestimenti sono particolarmente curati, oltre all’HUD (Head Up Display) è disponibile anche il ‘Magic Mirror’, uno specchio retrovisore digitale da 5 pollici che permette tre differenti visualizzazioni: specchio retrovisore, una visione completa della blind spot area e telecamera posteriore, assicurando una maggiore visibilità e sicurezza in manovra.
Sono disponibili molti accessori per la sicurezza, per la personalizzazione del vano di carico e un Drive Assist Pack.
Naturalmente in una così vasta gamma di marchi il cliente del veicolo commerciale e, oggi, anche della MPV deve valutare le offerte commerciali, le estensioni di garanzia, le assicurazioni e, non da ultimo, la disponibilità di una capillare della rete di assistenza.
La gamma verrà completata nei prossimi mesi.
Fiat Doblò elettrico = E-Doblò
È interessante notare come il Doblò elettrico esista fin dal 2006, e che la prima versione, sulla prima serie, era dotato di un motore asincrono trifase Ansaldo da 30 kW (41 CV, con picchi per brevissimi periodi di 60 kW – 82 CV) e batterie agli ioni di litio da 43 kWh.
L’autonomia, con molta cautela, era di circa 140 km.
La ricarica era coi soliti caricabatterie di tipo industriale simili a quelli dei carrelli elevatori e il tempo occorrente 5/6 ore. La produzione, limitatissima, era destinata a clienti particolari.
Ben diverse le caratteristiche odierne. Il motore è da 100 kW (136 CV, continui non solo di picco) con una coppia di 260 Nm; la velocità per ragioni di autonomia è limitata a 130 km/h.
Le batterie sono da 50 kWh ed è possibile la cosiddetta ‘Quick Charge’, una ricarica rapida in corrente continua a 100 kW che cinsente di raggiungere l’80% in circa 30 minuti.
L’autonomia è di 280 km, il doppio della versione di 15 anni fa che pure aveva una batteria potente e un motore limitato, segno che l’elettronica di gestione ha fatto passi da gigante, soprattutto nella rigenerazione.
Nel Fiat Professional E-Doblò le modalità di utilizzo sono tre: Normal, Eco, e Power.
La differenza sostanziale, oltre ad un taglio della potenza massima che si raggiunge solo in Power, è la logica della ricarica rigenerativa.
Utilizzando il veicolo in modalità Eco sostanzialmente il sistema è in grado di fermare il veicolo carico anche su una pendenza notevole, questo per far capire la potenza dell’azione frenante del moto-alternatore.
La guida in Eco, la più idonea per il veicolo elettrico in generale, consente di usare solo il pedale dell’acceleratore: quando si solleva il piede il veicolo frena decisamente (solo in modalità rigenerativa però), mentre utilizzando una lieve pressione il veicolo ‘scorre’.
In una mezza giornata di guida si impara a utilizzare i comandi correttamente e si riesce a gestire il veicolo quasi senza toccare i freni alle ruote, anche fino a quando questo si ferma, con un vantaggio enorme sui consumi.
La versione passeggeri c’è! Ma è solo elettrica.
In un primo tempo alcune indiscrezioni, messe in giro chissà da chi, accreditavano la voce secondo la quale il Nuovo Doblò sarebbe stato posto in commercio senza la versione passeggeri, ovvero quella con omologazione M1 (fino a 8+1 passeggeri e 3,5 t di MTT).
Storicamente Fiat ha venduto circa la metà dei Doblò con questa omologazione e pareva veramente strano rinunciasse a un mercato così importante.
La meccanica della versione M1 è sostanzialmente identica a quella della versione Van.
Cambiano, ovviamente, gli allestimenti interni; inoltre le porte scorrevoli e il terzo pannello laterale sono tutti vetrati. Il portellone posteriore è singolo e basculante incernierato in alto.
Per agevolare il carico nel bagagliaio di piccoli oggetti, il cristallo posteriore è apribile separatamente.
Va notato che esistono anche versioni a cinque posti, ma omologate N1, con passo lungo e porta posteriore a due battenti: queste sono disponibili con i tre motori termici.
La scelta del solo elettrico sull’E-Doblò è assai coraggiosa visti i numeri che il veicolo faceva in passato (non più negli ultimi anni), ma ricalca, ad esempio, quella di Nissan di non offrire più motori Diesel in certe gamme.
TESTO DI CARLO OTTO BRAMBILLA