La 512 M è stata l’ultima Ferrari allestita per il Campionato Mondiale Sport Prototipi con un motore 12 cilindri a V di 60° di 5 litri di cilindrata.
Fu l’evoluzione del progetto 512 S, vettura con la quale Enzo Ferrari, a fine 1969, aveva lanciato la sfida alla formidabile Porsche 917.
La Rossa era molto affidabile ma penalizzata dal peso di 880 chili.
Al termine della stagione 1970 la Scuderia schierò la 512 M dove la ‘M’ significava Modificata.
Il peso era sceso a 815 kg, la potenza del motore portata a 620 CV e la carrozzeria ridisegnata per garantire maggiore carico aerodinamico.
Il rinnovato prototipo debuttò alla 1000 km di Zeltweg con Jacky Ickx e Ignazio Giunti.
Dopo una qualifica in cui i due furono penalizzati da problemi tecnici, in gara Ickx riuscì presto a ottenere tempi vicini a quelli della Porsche, arrivando perfino a battere il tempo con cui ottenne la pole position con la Ferrari di Formula 1.
Solo la rottura dell’alternatore privò la 512 M di una vittoria all’esordio che tuttavia arrivò alla 9 Ore di Kyalami, gara non valida per il Mondiale, dove la 512 M, benché penalizzata di un minuto per partenza anticipata, vinse la corsa staccando di due giri la Porsche 917 del neo campione del mondo Joseph Siffert.
La stagione 1971 avrebbe dovuto essere quella della consacrazione della 512 M, ma la Nel 1971 la Federazione annunciò che per il 1972 le vetture di cilindrata oltre i 3 litri sarebbero state messe al bando.
La Ferrari decise allora di dedicarsi 312 PB, in progetto nuovo nato in chiave 1972.
Nonostante non fosse più stata sviluppata, la 512 M vinse a Kyalami e nella gara Interserie di Imola con Arturo Merzario.
Affidati a team privati, una quindicina di esemplari si fecero onore: Mark Donohue e David Hobbs sfiorarono il successo a Daytona, Sebring e Le Mans, mentre Nino Vaccarella e José Juncadella, con la 512 M gialla della Escuderia Montjuich, si ritirarono mentre erano in testa a Le Mans 1971.
(Foto Archivio Ferrari)