
Le fasi dello sviluppo e le caratteristiche tecniche della Volkswagen Polo GTI R5, che ha trionfato sul circuito brianzolo, guidata da Andrea Crugnola.
Il regolamento tecnico per realizzare una vettura R5 è molto restrittivo e lo spazio di manovra che i progettisti hanno per la definizione delle specifiche tecniche è limitato.
La Polo GTI R5, la cui scocca nasce nello stabilimento Volkswagen di Pamplona, è l’ultima nata di questa categoria (il debutto nel WRC2-R5 alla fine del 2018 al Rally di Spagna), rivelandosi, fin da subito, tremendamente competitiva.
Lo ha dimostrato anche nel weekend del 6-8 dicembre 2019 all’Autodromo di Monza, dove si è aggiudicata, con alla guida il sorprendente pilota lombardo Andrea Crugnola, la prima posizione al Monza Rally Show, distaccando di ben 11,5 secondi la Hyundai i20 R5 di Daniel Sordo e mettendosi alle spalle ben 60 partenti nella stessa categoria.
La competitività della Polo GTI R5 è merito soprattutto di una lunghissima fase di sviluppo, durata circa due anni (da novembre 2016 a novembre 2018), che ha permesso ai tecnici Volkswagen di perfezionare la vettura e di renderla vincente: durante questo periodo, ben 7 piloti si sono alternati alla guida (tra cui Petter Solberg e Marcus Grönholm), in percorsi di test in tutta Europa. Complessivamente sono stati percorsi oltre 10.000 km di prove, principalmente su asfalto e su terra, con la curiosità di aver generato circa 390 Gigabyte di dati scaricati dagli ingegneri per l’analisi della telemetria.
La Polo GTI R5 utilizza la piattaforma della Polo di serie, ma la meccanica è quasi totalmente stravolta, la carrozzeria allargata fino al massimo consentito, e l’allestimento ultimato con tutte le dotazioni di sicurezza previste dalle normative della FIA.
Le principali limitazioni tecniche del motore nella categoria R5 riguardano la flangia di aspirazione, massimo 32 mm di diametro interno, il rapporto di compressione che può arrivare fino a 10.5:1, e la pressione di sovralimentazione massima di 2,5 bar, normative pensate per far sì che non si ecceda con la potenza e che le vetture rimangano gestibili nella guida anche dai piloti non professionisti. Nonostante queste restrizioni, il 1,6 turbo (più piccolo di quello che equipaggia di serie la Polo GTI, che invece è un 2.0) è capace di erogare fino a 272 cavalli a 5500 giri/min.
Un altro limite riguarda l’alzata massima delle valvole, che può essere al massimo 11 mm per regolamento. (I sistemi di variazione di fase, se presenti in origine sulla vettura, possono essere lasciati oppure rimossi, a discrezione dei progettisti).
Il motore 1.6 della Polo GTI, codice EA288, deriva da quello già utilizzato sulla sorella Skoda Fabia R5, che però è stato ulteriormente sviluppato da Volkswagen. “Abbiamo una stretta collaborazione con Skoda” ammette Sven Smeets responsabile Volkswagen Motorsport ” e quando nel 2020 sarà pronta la nuova Fabia R5, sulla base dell’ultimo modello stradale, saremo pronti a restituire il favore, fornendo l’ultimo sviluppo del motore a Skoda”.
Il cambio è sequenziale (fornito da Xtrac), con comando meccanico a leva “tira-spingi”, e non può avere più di cinque marce per regolamento, abbinato alla trazione permanente a quattro ruote motrici (anche se in origine la vettura non ne è dotata) con una ripartizione di coppia di 50:50 fronte/retro, e doppio differenziale (multidisco) su entrambi gli assi.
La ridottissima rapportatura del cambio fa si che il piccolo “millesei” possa raggiungere i 100 km/h da fermo in soli 4,1 secondi, grazie all’ottima motricità su qualsiasi fondo, arrivando a circa 200 km/h di velocità massima, variabile a seconda del rapporto finale scelto.
Per l’asfalto, si utilizzano gli pneumatici misura 20/65-18 (corrispondenti alla misura stradale 235/40 R18), mentre per la terra si montano le 17/65-15 (215/60 R15); a seconda del fondo sul quale si corre è possibile selezionare mappe di ottimizzazione specifiche, direttamente dall’abitacolo, grazie alla gestione elettronica del motore fornita da Bosch.
La frizione è realizzata con un doppio disco sinterizzato comandata idraulicamente e si utilizza solamente per le partenze da fermo all’inizio della prova speciale.
Entrambe le sospensioni hanno una geometria di tipo McPherson, con ammortizzatori forniti dalla ZF SACHS.
Anche il peso minimo è impostato per regolamento e non può andare al di sotto dei 1230 kg (senza pilota e navigatore), target raggiunto dalla piccola Polo, lunga solo 4067 mm.
Francois-Xavier Demaison, direttore tecnico di Volkswagen Motorsport’s, ha rivelato: “Abbiamo dovuto attendere il nuovo modello di Polo per avere informazioni dalla casa. Per la progettazione siamo partiti dal modello 3D CAD e su questo abbiamo analizzato quali parti erano da cambiare e quali da modificare”. Le priorità per lo sviluppo dell’auto sono state la facilità di utilizzo e l’affidabilità, nell’ottica di risultare vincente anche da un punto di vista della gestione economica per i team manager, come afferma Demaison “E’ un’auto pensata per i clienti, quindi è importante che non ci siano troppi componenti che necessitano manutenzione. I team vogliono un’auto facile da gestire ma anche affidabile”.
In attesa della nuova Fabia R5, la nuova Polo GTI R5 ha tutte le carte in regola per essere il punto di riferimento della categoria anche per il 2020.