F3nice: nuove materie prime dai rifiuti metallici

F3nice

F3nice, una start up ‘made in Italy’ con sedi a Milano e Bergen (Norvegia), è fortemente impegnata nel riciclo funzionale di metalli per la produzione di nuove materie prime.

Fondata da due giovani ingegneri italiani, Luisa Mondora e Matteo Vanazzi, e con un nome che deriva dalla figura mitologica simbolo della rinascita, F3nice porta innovazione nel settore della stampa 3D, promuovendo ecosistemi di economia circolare.

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Grazie al processo sviluppato dalla start up è infatti possibile recuperare gran parte del valore degli scarti metallici provenienti da settori industriali attraverso l’up-cycling e la rigenerazione di polvere vergine.

Un po’ come avviene nel mondo dello stampaggio elle materie plastiche hi-tech, le fonti di scarto sono principalmente i residui di lavorazione nel settore manifatturiero e le parti di ricambio inutilizzate provenienti dal decommisioning nel settore oil & gas.

L’obiettivo primario è quello di garantire lo standard qualitativo riducendo o meglio ottimizzando la quantità di risorse ‘vergini’, col conseguente risparmio di energia ed emissioni necessarie per il loro processo produttivo.

F3nice

Il modello di business prevede un approccio circolare: dalla raccolta e selezione del materiale di scarto alla sua purificazione, lavorazione e trasformazione in polvere per lavorazione additiva con tecnologie SLM, tramite processo di atomizzazione. 

F3nice è supportata da collaborazioni nell’ambito di progetti pilota congiunti con players internazionali come l’utility norvegese Equinor, Shell, Wilhelmsen e Thyssenkrup.

F3nice

I processi di lavorazione additiva sono stati validati direttamente da Aidro e tramite test meccanici, chimici e di corrosione svolti presso l’Università di Stavanger, che ne determinano l’eccellente qualità in termini di prestazioni e di risultati garantiti. 

Le polveri F3nice sono infine dermo-compatibili, secondo validazione skin test cutanei per il rilascio di Nickel, in accordo con la normativa la norma UNI EN 1811.