Provate a immedesimarvi in Lewis Hamilton. In tanti vi danno ormai per spacciato, contro un Max Verstappen così. Poi si arriva in Brasile, dopo la “sosta” forzata nel 2020 dovuta alla pandemia, e la Mercedes con il suo pilota di punta iniziano ad andare come un treno, così veloci da far venire il dubbio che qualcosa non torni.
Detto, fatto. Un video mette in mostra un comportamento anomalo dell’ala posteriore della W12, guarda caso proprio quella di Hamilton: alla fine del rettilineo di partenza, a DRS aperto, la bandella balla oltre il limite consentito degli 8,5 centimetri di apertura concessi dal regolamento. Serve arrivare al sabato pomeriggio per “condannare” il campione inglese a partire dal fondo (ma era sua la pole, con 4 decimi rifilati a Verstappen), una volta riscontrata l’irregolarità. Pronti via e 24 giri furiosi con 5° posto finale che sarebbe potuto essere 1° se ci fossero stati ancora una decina di giri, ma era appunto una gara sprint.
Preludio della domenica, del giorno della masterclass, e arriva la doccia fredda già nota, l’arretramento in 10° posizione, 5 le posizioni di penalità, per la sostituzione del motore termico, il 5° della stagione. Motore fresco in gara, dove contava vincere, e così è stato. L’ha voluto a tutti i costi questo GP del Brasile Lewis Hamilton, capace di vincere forse la gara più bella di sempre da quando nel 2007 arrivò in F1 e fece subito capire a tutti che qualcosa sarebbe cambiato. Siamo nel 2021, sono passati 15 anni e lui è ancora lì, a battersi come un ragazzino che vince nei kart per costruirsi un futuro, invece lui un ragazzino non lo è più e di gare ne ha vinte tante, 101 con quella di oggi. Grande Lewis Hamilton e grande Mercedes che gli ha messo a disposizione un’astronave più che una vettura che sembrava aver prestato eccessivamente il fianco alla Red Bull in queste ultime gare.
Al sabato, quindi, 2 punti conquistati da Verstappen arrivando 2° dietro Bottas che ha fatto il suo dovere di scudiero del campione (e distacco temporaneamente salito a 21 punti); passata la notte, Lewis Hamilton si è svegliato sapendo in cuor suo che partendo dalla 10° posizione la gara poteva e doveva essere sua. Detto, fatto. Nel giro di 5 giri, Hamilton era già 3°. Solo la tenacia Red Bull ha bloccato il sette volte campione del mondo che sembrava correre in un’altra categoria. Il solo Verstappen ha saputo resistergli dopo una marcatura a uomo che è durata più di metà gara.
Sbarazzatosi di Perez al giro 18, Hamilton si è messo letteralmente alla caccia dell’olandese figlio d’arte. Il primo a fermarsi è stato proprio l’anglo-caraibico ma niente undercut, troppi i 3,5 secondi che dividevano i due rivali al momento della sosta. La sfida si è accesa al giro 47, quando grazie al DRS, ancora lui, Hamilton ha cercato di sorpassare Verstappen in curva 4 ma è stato bloccato con una manovra dubbia che ha portato entrambi nella via di fuga, ma non sono seguiti interventi (meglio così) della direzione gara. Secondo tentativo, quello buono, al giro 59, a -12 dalla bandiera a scacchi. Una vittoria che Lewis ha cercato e voluto con tutto sé stesso, per tenere aperta la speranza di vincere il suo ottavo mondiale, quello che lo consegnerebbe direttamente alla storia.
Ora i punti che dividono Verstappen, 2° al traguardo, e Hamilton, sono 14. Con tre gare ancora da disputare, la “furia” Lewis non si ferma. Tutto si giocherà giro per giro, tra qualifiche e gare. Una tripletta in medio oriente che deciderà il mondiale e che non vediamo l’ora di vivere con due piloti che si sono pure sorrisi sul podio: entrambi sanno di essere i migliori, che vinca, per l’appunto, il migliore!
Questa la dichiarazione di Hamilton al termine della gara, intervistato da Felipe Massa: “Ora credo di aver provato cosa viveva un brasiliano con tutto il sostegno alle spalle. Sono davvero grato, era da Silverstone che non avevo così tanto tifo dalla mia parte. Oggi è stato davvero difficile. Devo dire grazie al team, la squadra ha fatto un lavoro fantastico. Valtteri è stato bravissimo oggi, portando il maggior numero di punti possibili al team. Io ho spinto più che potevo, ma partire dall’ultimo posto della griglia, con altre cinque posizioni di penalità, credo che sia stato il weekend più duro della mia vita. Ma mio padre mi ha ricordato del 2004, quando in F3 in Bahrain ero partito ultimo. Avevo chiuso al decimo posto e poi al primo. Questa gara è per mio padre. Lotta per il campionato? Alla vigilia del weekend non avrei mai pensato che avremmo potuto recuperare così tanti punti come abbiamo fatto oggi. Questo dimostra che non bisogna mai mollare. Bisogna continuare a spingere e a lottare. Non bisogna mai smettere di lottare.”
Infine bravo Bottas a vincere per la 2° volta in carriera, la 1° fu a Monza, la Sprint Race del sabato, resistendo agli attacchi di Verstappen e sottraendogli un punto che potrebbe risultare decisivo a conti fatti. Peccato che la pole della domenica, avendo vinto la mini gara, sia stata vanificata da una partenza deficitaria e da lì è stato un correre dietro i primi 2 con la consapevolezza che il massimo ottenibile sarebbe stato il 3° posto. Il compitino, dopo la bella prestazione di sabato. Dopo l’erroraccio al via del Messico, tutta un’altra atmosfera nel team Mercedes.