Eni i-Sint 0W-20: test su Toyota Yaris Hybrid – Le sempre più stringenti normative sulle emissioni inquinanti prodotte dai motori a combustione, siano essi benzina o diesel, che si coniugano con le politiche di energy saving, hanno pian piano allargato sempre più il loro raggio d’azione non lasciando più nulla al caso.
Inizialmente infatti, in ambito automotive, gli sforzi si erano concentrati principalmente sul miglioramento dell’efficienza dei propulsori, sul perfezionamento dell’aerodinamica, sulla cilindrata downsizing/rightsizing, e sul contenimento delle masse totali in gioco. Ora, queste stesse politiche “green” hanno rivolto la loro attenzione anche sui combustibili e sui lubrificanti in quanto importanti pedine sullo scacchiere per la riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti. I primi permetteranno di raggiungere l’obiettivo proponendo nuove formule prive di zolfo, a più alto numero di cetano e con additivi detergenti. I secondi, invece, garantiranno il risultato grazie a prodotti a bassa viscosità, opportunamente additivati e caratterizzati da ottime prestazioni alle basse temperature.
Eni i-Sint 0W-20
Un chiaro esempio è l’Eni i-Sint 0W-20, un lubrificante con formula synthetic technology, studiato e sviluppato dalla ricerca Eni per rispondere alle esigenze di lubrificazione delle motorizzazioni tecnologicamente più avanzate dotate anche di sistemi Start & Stop e di quelle ibride. L’Eni i-Sint 0W-20 assicura, grazie alla sua estrema fluidità, eccellenti partenze a freddo, garantendo la migliore lubrificazione anche a temperature molto basse e contemporaneamente mantiene un’elevata protezione dall’usura, anche ad alte temperature di esercizio. La sua particolare formulazione permette, infatti, la massima protezione del motore riducendo la formazione di depositi e i fenomeni d’usura, anche nelle condizioni di guida più estreme, garantendo al motore il mantenimento delle prestazioni originali. Le proprietà di alta fluidità offrono una migliore lubrificazione di tutti gli organi meccanici riducendo efficacemente gli attriti e contribuendo in modo significativo al risparmio di carburante con conseguente riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) allo scarico.
La presenza poi in formulazione di componenti a bassa volatilità e contemporaneamente ad alta stabilità termica consente di ridurre in modo significativo il consumo olio. Eni i-Sint 0W-20 ha inoltre un’elevata resistenza al deterioramento, specialmente quello derivante dall’ossidazione, consentendo il raggiungimento degli intervalli di sostituzione previsti dalle Case costruttrici con ampio margine qualitativo. Eni i-Sint 0W-20 è formulato per rispondere anche alle specifiche esigenze dei veicoli ibridi, come HEV (hybrid electric vehicle), PHEV (plug-in hybrid electric vehicle) o Range Extended con motori benzina, sovralimentati o aspirati, sia ad iniezione diretta o indiretta, nei quali vengono effettuati frequenti spegnimenti e riaccensioni del motore durante le differenti modalità operative del veicolo ibrido. Questo olio garantisce infatti un apprezzabile risparmio di carburante e una riduzione significativa del consumo olio secondo lo standard API SN-RC e ILSAC GF-5. Questi standard hanno una estrema importanza. La specifica API SN, destinata alle motorizzazioni a benzina infatti, garantisce eccezionale resistenza all’ossidazione, migliore protezione dai depositi, migliore pulizia del motore, protezione dall’usura ed ottime prestazioni dell’olio a freddo ed il suffisso “RC” che sta per “Resource Conserving” è sinonimo di risparmio energetico.
Tutta questione di attriti
Come può però un olio motore influenzare positivamente o negativamente i consumi e le emissioni di un motore endotermico? Forse non tutti sono a conoscenza che della totalità dell’energia fornita dal carburante, solo circa il 15% viene effettivamente utilizzato per generare movimento mentre purtroppo il restante 85% viene dissipato in attriti interni, in perdite per pompaggio, e per asportazione del calore da parte del liquido refrigerante. Ecco perché l’olio motore è da sempre ritenuto molto importante non solo per la riduzione delle usure e per la pulizia del motore, impedendo la formazione di depositi, ma anche per la riduzione degli attriti interni. Una situazione che è diventata ancora più importante con l’avvento delle moderne motorizzazioni ibride e micro ibride, sollecitate da ripetuti stop and start, che richiedono un olio pronto a entrare velocemente in circolo in qualsiasi condizione e a qualsiasi temperature esterna e di funzionamento. In queste condizioni, un lubrificante meno viscoso e formulato con materie prime capaci di migliorarne le caratteristiche di attrito e usura è di vitale importanza per il contenimento dei consumi e delle emissioni inquinanti.
Oli che nel gergo attuale vengono definiti a bassa viscosità e ad alta fuel economy, sono prodotti nei quali sono state ottimizzate alcune caratteristiche fisiche, come ad esempio la riduzione della viscosità HTHS, e composizionali, per mezzo dell’impiego di additivi Friction Modifier. Oli che, come l’Eni i-Sint 0W-20, presentano ottima fluidità sia a freddo, facilitando l’avviamento dei motori, grazie a basi lubrificanti appositamente selezionate, sia a caldo, grazie alla loro additivazione a basso attrito. Lubrificanti che quindi assicurano contenuti consumi di olio, per effetto della loro bassa volatilità, e di carburante.
Test su Toyota Yaris Hybrid
Per testare i reali benefici apportati dall’utilizzo del lubrificante Eni i-Sint 0W- 20, noi di Autotecnica abbiamo deciso di effettuare alcune prove a bordo di una Toyota Yaris Hybrid. La compatta cittadina, che si avvale di un powertrain ibrido composto da un motore termico a benzina a 4 cilindri da 1,5 litri in grado di erogare una potenza max di 73 CV a 4800 giri/min ed una coppia max di 111 Nm a 3600 ÷ 4400 giri/min e da un motore elettrico sincrono a magneti permanenti con una potenza max di 61 CV ed una coppia max di 169 Nm, utilizza fin dalla nascita un olio motore a bassa viscosità (0W-30) di un produttore non noto. Raggiunti ora i 40.000 km, il chilometraggio esatto per eseguire il secondo tagliando completo, come prescritto dalla Casa automobilistica, abbiamo sostituito l’olio 0W-30 con il nuovo Eni i-Sint 0W-20 a bassissima viscosità ed abbiamo svolto i nostri test su strada. In una prima fase ci siamo preoccupati di eseguire un lavaggio completo del circuito olio motore. Una volta sostituiti olio e filtro olio, rispettivamente il nuovo Eni i-Sint 0W-20 e con una nuova cartuccia filtro, abbiamo eseguito un centinaio di chilometri di percorrenza su strade miste, in diverse condizioni di traffico e in diverse condizioni climatiche. Questo ci ha permesso, seppur con tutte le approssimazioni del caso, di pulire il più possibile il circuito dell’olio in modo da eliminare eventuali residui della vecchio olio 0W-30.
Terminata la fase di lavaggio si è effettuata un’ulteriore sostituzione della carica olio e della cartuccia filtro olio. A questo punto abbiamo iniziato i nostri test su strada dove nell’arco di cinque giorni abbiamo percorso un migliaio di chilometri tra strade a scorrimento veloce, statali, autostrade, strade di montagna e percorsi cittadini. Il motore è stato quindi sottoposto ad andature costanti e prolungate, a continui start & stop, a condizioni di funzionamento caratterizzate da elevati carichi e alti regimi di rotazione e a prolungati periodi in coda nel traffico cittadino. Diverse le condizioni climatiche affrontate e diversi gli stili di guida adottati così da consentire alla Toyota Yaris Hybrid di far funzionare al meglio il proprio sistema ibrido attivando e disattivando il motore termico secondo le necessità. Non essendo in possesso per i primi 40.000 km di dati ricavati da prove strumentate ma esclusivamente di dati fornitici dal computer di bordo, anche durante le nostre prove sul percorso di circa mille chilometri ci siamo affidati allo stesso metodo di rilevazione dati. Sappiamo benissimo che questo non è uno strumento di precisione con il quale effettuare test di un certo livello ma se avessimo usato degli strumenti di precisione ci saremmo trovati sicuramente con delle discrepanze nei risultati, differenze date non tanto dalla diversità dell’olio utilizzato ma più dal diverso metodo di rilevazione adottato.
Conclusioni
Terminato il nostro test drive e con dati alla mano possiamo trarre le nostre conclusioni. Il nuovo Eni i-Sint 0W-20 per effetto della sua elevata fluidità facilita le fasi di avviamento sia a freddo che a caldo, permette un rapido raggiungimento della pressione nel circuito olio e delle normali temperature di funzionamento oltre ad un confortevole azionamento del sistema start & stop. Tutte note positive che abbiamo potuto riscontrare durante i mille chilometri percorsi a bordo della Toyota Yaris Hybrid. Ma il dato sicuramente più interessante è l’apprezzabile risparmio di carburante che abbiamo riscontrato grazie al bassissimo grado viscosimetrico (0W-20) ed alle caratteristiche formulative di questo innovativo olio. Risparmio di carburante che per una sua più solida valutazione richiederebbe una sperimentazione più rigorosa e prolungata ma che già da queste prime evidenze ci ha favorevolmente impressionato e che non solo si traduce in una minore spesa per il proprietario della vettura in questione ma anche nelle minori emissioni di anidride carbonica (CO2) che, emessa dallo scarico e direttamente correlata con il quantitativo di benzina consumato, è una delle dirette responsabili dell’effetto serra.