E la chiamarono Mopar

E la chiamarono Mopar

E la chiamarono Mopar – Chrysler, Jeep, Plymouth e Dodge sono tutti marchi legati profondamente ad un marchio che è diventato sinonimo di performance. Stiamo naturalmente parlando di Mopar, il grande simbolo che racconta la lunga storia commerciale e sportiva del gruppo Chrysler.

Il marchio Mopar, fusione delle parole Motor e Parts ha festeggiato il suo 75º compleanno nel 2012. Questo reparto speciale di una delle Tre Grandi di Detroit nasce come divisione speciale per la costruzione di parti e accessori per la Chrysler Corporation. In oltre 75 anni, durante i quali il marchio Mopar è diventato simbolo di sportività, affidabilità e genuinità per i componenti per gli accessori dedicati alle varie Plymouth, Dodge e Chrysler, il numero dei prodotti offerti a catalogo è cresciuto n maniera smisurata e ha superato le 500.000 voci. I prodotti Mopar vengono distribuiti in oltre 120 paesi al mondo e questo dovrebbe rendere perfettamente l’idea dell’immagine che Chrysler è riuscita a costruire con la propria divisione ricambi.

E la chiamarono Mopar

Non fu subito Mopar
La vicenda del nome merita di essere raccontata. In effetti, la parola Mopar fu ideata durante il Chrysler Parts Corporation’s Activities Council che si svolse ad Highland Park nel Michigan. Inizialmente, però, il nome proposto fu un altro: ChryCo, con chiaro riferimento a Chrysler Corporation. La scelta non piacque da subito, ma per un certo periodo il nome venne utilizzato da alcune rappresentanze canadesi del gruppo Chrysler. Gli americani non lo digerirono mai, tanto che negli States fu sempre preferito il caro e, ormai vecchio, Mopar. Fu così che sui campi di gara, molti cronisti e addetti ai lavori iniziarono ad utilizzare il nome Mopar per far rifermento alle vetture Chrysler-Dodge-Plymouth. In effetti, la divisione Mopar forniva parti e accessori a tutte le auto del gruppo e quindi il termine Mopar divenne anche un modo per unire sotto un uno nome tante vetture appartenenti ad un’unica famiglia. Era facile, suonava bene e ormai era diventato uno standard. Gli hot rodder non guidavano ne una Plymouth, ne una Dodge e neanche una Chrysler. Loro guidavano una Mopar. Bastava infatti che sotto il cofano o sotto la scocca ci fosse un componente Mopar.

La sede
Oggi l’headquarter della Mopar ha sede ad Auburn Hill nel Michigan, ma non fu sempre così. Il primo edificio con marchio Mopar, infatti, venne inaugurato nel maggio del 1945 a Detroit, sulla Jefferson, ma già nel 1953 venne spostata la sede a Center Line, sempre nel Michigan.

La grafica
Uno dei primi disegni ad essere utilizzato dal team della Mopar fu un cammello che troneggiava sulle confezioni del fluido refrigerante destinate alle vetture del gruppo. Il cammello aveva un chiaro significato: con questo liquido refrigerante potevate affrontare il caldo del deserto con la stessa facilità con cui l’avrebbe fatto un cammello, che con poca acqua avrebbe fatto tanta strada. Tra l’altro, particolare non trascurabile, il cammello disegnato era guidato da un uomo simile ad un robot che divenne presto noto con il nome di Mr. Mopar.

Il motore HEMI
È sicuramente lui il grande protagonista della storia della Mopar. Il motore HEMI, grande protagonista dell’intera vicenda Chrysler, venne realizzato per la prima volta all’inizio degli anni ’50 per equipaggiare le bellissime vetture firmate Plymouth, Dodge e ovviamente Chrysler.

L’importanza dei piloti
I vertici del marchio Mopar capirono immediatamente che sarebbe stato fondamentale legare il brand al mondo delle competizioni. Come ha affermato Hilger, Vice President del marchio Mopar negli anni ’80, “…da una ricerca che portammo avanti in quel periodo, avevamo notato che molti di coloro che utilizzavano le nostre parti erano impegnati o in drag Race o in competizioni sui tracciati”. Non è quindi un caso se alcuni nomi famosi dell’automobilismo sportivo americano rimasero costantemente legati alla Mopar. Stiamo parlando di personaggi del calibro di Dick Landy, di cui abbiamo già parlato sulle pagine di Ruote Americane, o di Richard Petty o, ancora di Don “Big Daddy” Garlits. Per chi non ci avesse seguito dal primo numero, ricordiamo che ci fu un breve periodo in cui lo stesso Carroll Shelby lavorò con Dodge per la realizzazione di veicoli di serie ad elevate prestazioni.

Chi si diletta da tempo di auto americane, sicuramente si ricorderà le foto e emozionanti riportate su molti giornali dell’epoca in cui si vede un Don Garlits con la punta della sua Chrysler Super Charger, soprannominata Swamp Rat, che si esibì in una prova superlativa l’11 marzo del 1961 sulla Half-Moon Bay drag strip in California.

E la chiamarono Mopar

La forza del marchio Mopar
Come da tradizione americana, anche la Mopar ha il suo motto: “i componenti giusti, la posto giusto e al momento giusto”, che in lingua originale suona nel seguente modo: “the right parts in the right place at the right time”.

Spinti da una passione smisurata e sotto la benedizione della Mopar, gli hot rodder, i piloti e gli appassionati si sono lanciati e tuttora si lanciano in imprese mirabolanti accompagnati dal sound inconfondibile dei motori HEMI. Gli slogan che li accompagnano sono i più svariati, ma tra i più importanti ricordiamo il motto “Race on Sunday, sell on Monday” oppure il significato inventato, ma sempre in tema, attribuito alla stessa parola Mopar. Quest’ultima, infatti, veniva utilizzata come acronimo di espressioni del tipo “Move Over, People Are Racing”, oppure, “Made Of Performance And Respect”. In un certo qual modo, il marchio Mopar è diventato il simbolo di uno speciale club, di uno stile di vita e di un preciso modo di intendere l’automobile. A differenza di Ford e GM che hanno dato vita, nella loro lunga storia, ad un folta schiera di appassionati legati ai singoli marchi, i noti Ford e Chevy guys, per le vetture Dodge, Chrysler e Plymouth ci sono solo le Mopar guys.

Come si fa ad avere una Mopar
Come anticipato ad inizio articolo, il concetto Mopar è qualcosa che va ben al di là del singolo marchio. Avere una Dodge, una Chrysler, una Jeep e già un modo di possedere una Mopar. Se poi siete appassionati di vintage car, all’elenco si possono aggiungere tutti i veicoli del passato costruiti dai marchi precedentemente elencati, avendo l’accortezza di aggiungere un ulteriore nome che evoca tempi d’oro per il marchio Mopar: stiamo parlando di Plymouth. In genere, però, chi vuole una Mopar che si rispetti cerca sempre una personalizzazione. Avete allora diverse possibilità per realizzare la Mopar dei vostri sogni. Potete scegliere dall’immenso catalogo messo a disposizione dal costruttore, portarvi a casa le parti e montarvele da voi. Potete però decidere di acquistare le stesse parti e farle montare dal concessionario, ma non vi neghiamo che, a nostro parere, l’idea più bella è far uscire la Mopar personalizzata direttamente dalla fabbrica scegliendo tra i diversi pacchetti disponibile in fase di ordinazione della vettura.

Mopar e le competizioni
Non poteva mancare certo questo piccolo-grande dettaglio. Il legame tra la Mopar e il mondo delle competizioni è evidente. L’impegno è su diversi fronti, ma ci sono alcune categorie su cui è bene mettere l’accento.

E la chiamarono MoparTra le categorie più importanti in cui il marchio Mopar ha potuto dire veramente qualcosa di importante, c’è il settore delle Funny Car e uno dei personaggi più famosi, nonché rappresentativi per il brand e per la categoria, è il grande, Nico e impareggiabile Dick Landy. In tempi più recenti, invece, ha fatto molto parlare di sé uno dei maestri del mondo delle competizioni. Don Schumacher iniziò a correre nel campionato Funny Cars con una Charger del 1965. Nel 2001 il Don fondò il proprio team e oggi detiene ancora il primato per la Funny Car più veloce in assoluto: per lei un tempo di 3.995 secondi e un velocità massima di 322mph. Mopar è ovviamente presente con le sue unità HEMI anche nella NHRA e in questo caso è famosa la Mopar Challenger Drag Pak.

Dal 2008, la Mopar è sponsor ufficiale del campionato USAC Midget & Quarter Midget, serie in cui le vetture sono equipaggiate con motori a quattro cilindri da 166ci. L’unità Mopar sviluppa 350HP. Ma la storia è ovviamente molto più lunga e complessa e il rapporto di Mopar con il mondo delle competizioni, soprattutto in America, è fortissimo. Ne riparleremo.