Non è facile evolvere un modello, per quanto di successo, dovendo sempre tenere un occhio sul prezzo, ma si può. Lo dimostra Dacia, che negli ultimi anni ha progressivamente aggiornato l’intera gamma introducendo motori e dotazioni tecnologiche adatte a tenere il passo del mercato senza perdere l’elemento della convenienza. Fiore all’occhiello rimane Duster che ora, con il nuovo 1.0 TCe ( che equipaggia l’omonima Dacia Duster 1.0 TCe ) arrivato a sostituire il buon vecchio 1.6 aspirato, diventa il primo modello ad avere il listino interamente composto da motori sovralimentati.
Semplice ma raffinato
Per non diventare dispendiosa, l’evoluzione dev’essere graduale: il 3 cilindri turbo da 1 litro risponde alla normativa Euro 6D-Temp e alza il livello di efficienza rispetto al precedente aspirato, proponendosi con una potenza lievemente inferiore 100 CV contro 114, ma con una coppia più generosa e soprattutto più fruibile, 160 Nm da 2.750 a oltre 3.500 giri (sul 1.6 erano 156 Nm raggiunti a 4.000 giri) di cui 150 già a 1.500 giri. Non c’è l’iniezione diretta, che richiederebbe un filtro antiparticolato (arriverà con la prossima evoluzione a Euro 6D) aumentando peso, complessità e costi. In compenso ci sono tecnologie per la riduzione degli attriti tra cilindri, pistoni e bielle (-7%), un nuovo albero a gomiti in acciaio, variatore di fase per le valvole di aspirazione, condotti integrasti nella testata e turbocompressore integrato nel collettore con valvola wastegate a comando elettrico. Senza dimenticare la pompa dell’olio e il sistema di raffreddamento intelligenti, tecnologie che i benzina ereditano dai turbodiesel della famiglia Energy dCi e che consentono alla Duster consumi medi dichiarati di circa 5,5 litri per 100 km ed emissioni di CO2 tra i 125 e i 127 g/km, rispettivamente un litro e 25 g in meno rispetto sempre al 1.6.
Presto anche a gas
Questa evoluzione porta al debutto il 1.0 TCe nella gamma Dacia e ridefinisce l’entry-level per Duster che ha già rivisitato la parte alta dell’offerta a benzina con il sofisticato 1.3 TCe (motore che il Gruppo Renault-Nissan condivide con Mercedes). Quanto ai prezzi, la versione di partenza Access resta in zona 12mila euro, 12.200 per l’esattezza. A inizio 2020 su questo motore sarà applicata anche l’alimentazione a GPL che manderà definitivamente in pensione l’1.6 litri, fino a quel momento ancora disponibile unicamente nella variante bi-fuel appunto.
Non chiamatelo “base”
I dati prestazionali non sembrano allontanarsi troppo da quelli del 1.6 ma l’effetto è ben percepibile: il nuovo motore ha una maggior prontezza, il tipico “frullio” del 3 cilindri si percepisce per un istante allo spunto prima che arrivi il provvidenziale l’intervento del turbo e già a 1.500 giri il comportamento è fluido e la progressione costante, con una coppia un po’ meno “prepotente” di quella del Diesel (cosa che si apprezza soprattutto nelle a partenze in salita, dove anche su fondi sdruccioli si pattina meno) ma presente quando occorre. Potrebbe forse meritare un cambio a 6 marce, al momento però l’unica opzione resta quello a 5, senza varianti automatiche.