Negli oltre quarant’anni di produzione della Citroen 2 CV e delle vetture di grande serie da essa derivate, nacque anche una versione dedicata al fuoristrada più estremo.
Conosciuta come ‘Sahara’, la 2 CV 4×4 rappresentò la soluzione più semplice (e coraggiosa) per creare una vettura a trazione integrale.
In pratica l’idea fu quella di dedicare un motore a ciascun asse, un po’ come si fa oggi per le trazioni integrali elettriche, che montano appunto un motore sull’asse anteriore e uno sull’asse posteriore.
La richiesta di una versione ‘tout terrein’ della 2 CV da parte della Compagnie Française des Pétroles (più tardi nota come Total) per le prospezioni in Algeria, unita a quelle delle maggiori imprese statali francesi, come le Poste ed il Corpo Forestale, indussero Citroën a elaborare un progetto che avesse lo scopo di produrre una certa quantità di 2CV capaci di rispondere alle esigenze di questi particolari clienti, oltre che dei privati che già usavano le prime 2CV per andare alla scoperta del mondo.
Il primo dei due prototipi della 2CV Sahara, come fu battezzata la piccola integrale di Citroen, fu collaudato tra febbraio e marzo del 1958.
Un secondo iniziò i collaudi alla fine dello stesso anno e un terzo, più o meno definitivo, diede prova delle sue capacità dopo l’agosto del ‘59.
Era simile a una Citroen 2 CV ‘normale’
A fronte di un aspetto generale simile a quello delle normali 2 CV, le Sahara erano assemblate su un telaio specifico, rinforzato per sopportare le maggiori sollecitazioni dell’impiego off-road, con una carrozzeria di serie modificata ma che non fu però aggiornata come avvenne per le normali berline proprio nel 1960.
La Citroen 2 CV Sahara rimase quindi uguale alle prime versioni, con cofano ‘onduline’, portiere anteriori specifiche, ma col cofano posteriore modificato per consentire il raffreddamento del secondo propulsore.
La plancia era specifica, con due chiavi e due pulsanti di avviamento.
Quando necessario i due motori che potevano essere usati simultaneamente o solo l’anteriore, con il secondo disinserito grazie alla frizione centrifuga che lo poneva “in folle” sotto ai 1.000 giri/minuto.
Ciascun propulsore disponeva di un suo cambio/differenziale, azionati da una unica leva. Anche l’acceleratore era unito in un unico comando a pedale che si sdoppiava sui due carburatori.
I freni a tamburo erano posizionati all’uscita dei differenziali.
La tecnica
La 2 CV Sahara montava due motori bicilindrici contrapposti di 425 cm3, il secondo che occupava gran parte dello spazio del bagagliaio, per una potenza complessiva di circa 24 CV.
I due propulsori erano completamente indipendenti dal punto di vista meccanico (tanto che sulla plancia c’erano due chiavi e due pulsanti di avviamento) ed erano accoppiati ciascuno al relativo gruppo frizione e cambio, a quattro rapporti + retromarcia.
Era possibile utilizzare i due motori simultaneamente, ottenendo la trazione integrale, oppure solo l’anteriore.
Il posteriore poteva poi essere disaccoppiato dalla sua trasmissione mediante un comando meccanico della frizione, indipendente dal comando idraulico principale.
C’erano una sola dinamo e una sola batteria.
Il prezzo di vendita della nuova vettura fu fissato in 815.000 franchi dell’epoca. Ovvero più del doppio di una 2 CV normale.
Tale tale costo era dovuto certamente alla piccola diffusione prevista per questo veicolo ed alla tecnologia più complessa di cui era dotato.
Alla prova dei fatti, la Citroen 2CV Sahara, più che efficace, si rivelò formidabile!
Non c’era terreno, fosse fango o la fine sabbia del deserto, capace di arrestarla.
Grazie alla trazione integrale ed alla sua straordinaria leggerezza (pur dotata di due motori, non pesava che 735 chilogrammi!) era in grado di galleggiare su ogni tipo di fondo, togliendosi d’impaccio in ogni circostanza senza alcuno sforzo particolare.
Quando poi la trazione integrale non era necessaria, bastava girare la chiave e spegnere il motore posteriore, per trasformarla nella solita, familiare e pacifica 2CV.
Produzione limitata
Pensata per i deserti dell’Algeria, fu la fida compagna di avventure di (facoltosi) appassionati ad ogni angolo del pianeta, inclusa la Francia continentale.
Quando l’Algeria proclamò la sua indipendenza, con la benedizione del presidente francese Charles De Gaulle, nel 1962, la Citroen 2 CV a trazione integrale si limitò a cambiare nome, diventando semplicemente 2CV 4×4 (anche se nel cuore di tutti rimase sempre la 2CV Sahara) e fu ancora prodotta fino al 1966 in 694 esemplari.
La storia poteva finire qui, ma siccome poche cose sono immortali quanto la Citroen 2 CV, anche la Sahara riuscì a far parlare ancora di sé.
Nel 1971, quando la filiale olandese di Citroën, utilizzando parti rimaste in magazzino, assemblò un’ultima 2CV 4×4: la 695a.
(Testo di Gianluca Salcioli – Foto F.Daudo)