Chaparral 2X: tra fantasia e realtà

Chaparral 2X

Chaparral 2X – Corto circuito tra realtà e fantasia

La realtà fa da modello alla fantasia ma è la fantasia che ispira la realtà: è quanto si può dire a proposito della concept Chevrolet Chaparral 2X. Qualche mese fa, al Los Angeles International Auto Show del novembre 2014, una delle concept che più hanno fatto parlare è stata la Chaparral 2X. Chaparral, negli USA, è il nome che si dà ad un arbusto tipico della California ma è stato anche un marchio che aveva destato sensazione nel mondo delle gare dal 1961 al 1982, cogliendo anche alcuni successi significativi. La serie delle Chaparral si basava su meccanica Chevrolet Corvette ed alcune avevano delle innovazioni notevoli: la 2J, ad esempio (appropriatamente soprannominata “Aspirapolvere”), montava due ventole che generavano deportanza, “risucchiando” l’auto verso la pista.

La Chevrolet ha voluto sfruttare l’appeal che ancora oggi il marchio Chaparral presenta per creare una concept da esibire allo show californiano, creando una materializzazione della Chaparral 2X Vision Gran Turismo che più o meno contemporaneamente diventava disponibile per il videogioco “Gran Turismo 6” per PlayStation 3.

Naturalmente, poiché la parola d’ordine è stata “nessun limite alla fantasia”, la concept è in realtà un simulacro ed il suo progetto non appare compatibile con quello di un’auto vera, neppure futura, ma non è priva di alcuni spunti di interesse.

La Chaparral 2X VGT, ad esempio, prevede un pilota in posizione prona, soluzione che è stata studiata per molti anni in campo aeronautico in quanto consente di sopportare meglio l’accelerazione. Nonostante i progettisti si siano spesso appassionati a questa formula, la pratica ha dimostrato che, se è vero che un pilota sdraiato a pancia in giù può sopportare meglio e più a lungo forti accelerazioni, è altrettanto vero che questa posizione è assolutamente poco confortevole, tanto da diventare insopportabile nel caso di una presenza prolungata ai comandi.

Secondo quanto ha dichiarato alla stampa Frank Saucedo, responsabile del progetto in ambito Chevrolet, l’aspetto più rivoluzionario di questa creazione è la propulsione laser. Il concetto ipotizza un laser, azionato da batterie a ioni di litio, che lancia impulsi su uno schermo, generando delle onde d’urto in una camera da dove sono scaricate all’esterno, producendo una spinta indicata come equivalente a 900 HP. Grazie a questa potenza esagerata, ovviamente nel videogioco, la Chaparral accelera da 0 a 100 km/h in poco più di un secondo e mezzo ed arriva a 386 km/h.

Abbiamo provato ad approfondire questa propulsione o trasmissione laser, ma senza successo; i comunicati hanno fatto vaghi riferimenti a soluzioni tipiche della ricerca spaziale ma in questo campo conosciamo solo la propulsione ionica, impiegata nei satelliti artificiali. Richiede potenze di alimentazione piuttosto basse ma anche la spinta prodotta è infinitesimale, sufficiente soltanto a mantenere l’assetto di un satellite o garantire la lenta accelerazione ad una sonda planetaria che debba viaggiare per lunghi periodi di tempo. In campo aeronautico si è cominciato da qualche mese a parlare di turboreattori per aeroplani da trasporto commerciale che abbiano funzionamento ibrido (in parte tipico della turbina a gas ed in parte elettrico) ma i costruttori che lo studiano sono stati fino ad oggi molto… abbottonati.