Il 2020 è stato l’anno del grande ritorno del Gran Premio di Imola nel circus della Formula Uno. Ora la tappa italiana del mondiale (la seconda oltre a quella di Monza) torna nel weekend del 16-18 aprile con un nome inedito: Pirelli Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna. Si tratta di uno dei circuiti più impegnativi quest’anno presenti nel calendario della F1, che metterà a dura prova non soltanto i piloti, ma anche le auto.
Tra le più tecniche in calendario
Su una scala da 1 a 5, infatti, il tracciato di Imola è uno dei più provanti per gli impianti frenanti delle monoposto ed è la stessa Brembo a spiegarci quanto e in che modo questi vengono sollecitati nel corso della gara. Il circuito, lungo 4.909 metri, è costituito da diciannove curve, mentre il rettilineo di partenza ha una lunghezza molto contenuta: soli 358 metri. Questo rende la pista di Imola particolarmente tecnica e impegnativa. I piloti dovranno portare a termine 63 giri, effettuando otto staccate molto impegnative in ognuno di questi.
Da 309 a 145 km/h
Stando ai dati forniti da Brembo, il 13% del timing di gara vedrà i piloti impegnati a premere il pedale del freno. Le curve più impegnative per gli impianti frenanti delle monoposto saranno la 2, la 14 e, soprattutto, la 17. Questa è indubbiamente la più ostica. Si stacca da una velocità di 309 km/h per decelerare fino a 145 km/h, in uno spazio di appena 96 metri. Il tutto in un lasso di tempo di appena 1,62 secondi. Per portare a termine la staccata i piloti dovranno applicare un carico sul pedale del freno pari a 137 kg, generando una potenza frenante di 2.230 kW. Il tutto genererà una decelerazione massima di 5,6 g, che si scaricheranno tutti sui piloti. Il tutto, per ben 63 volte.