L’utilizzo dei freni a disco in carbonio sulle Formula 1 è ormai la norma da anni. A favore del loro impiego la leggerezza (la densità del carbonio è 1,8 g/cm3, contro i 7,8 dell’acciaio e i 7,2 della ghisa grigia), l’elevata conducibilità termica e l’assenza di dilatazioni anche alle temperature dell’ordine dei 1.000°C, tipiche dei dischi Brembo di F.1.
Il coefficiente di espansione termica è un ventesimo rispetto all’acciaio e un quindicesimo della ghisa. Il punto di fusione del carbonio è superiore ai 3.000°C a fronte dei 1.200°C della ghisa e i 1.800°C dell’acciaio.
L’impegno dei freni Brembo durante il GP del Bahrain​
In ogni giro del tracciato di 5.412 metri il piloti di F.1 utilizzano i freni 8 volte per un tempo complessivo di 15″ e 8 decimi, dei quali la maggior parte spesi in 3 frenate, di cui due in successione, alle curve 8 e 10, in cui l’impiego supera i 2,4 secondi.
Alta è la media delle decelerazioni massime: 4,2 g, valore identico a Monza e Sochi. E la media sarebbe stata ancora superiore senza i ‘soli’ 2,4 g della curva 6, una frenata in cui si perdono solo 65 km/h.
In 7 delle 8 frenate la perdita di velocità supera i 130 km/h e in 4 di esse lo spazio di frenata non è inferiore a 105 metri. ​
Per 57 giri e 308,5 km, dalla partenza alla bandiera a scacchi i piloti utilizzano i freni oltre 450 volte ed esercitano un carico complessivo sul pedale del freno di oltre 48 tonnellate: in pratica per ogni minuto di gara ognuno di loro esercita una forza pari a 510 kg.
La frenata più impegnativa del Round di Sakhir ​ ​​
Secondo i parametri Brembo, 3 delle 8 frenate al giro del GP Bahrain sono considerate altamente impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e una è light.
La più dura è la T01 che introduce alla prima curva dopo il traguardo: le auto, dopo un rettilineo di 1.100 metri raggiungono i 337 km/h e scendono a 83 km/h in soli 122 metri.
Si frena a fondo per 2,44 secondi esercitando un carico di 172 kg sul pedale, per una decelerazione di 5,5 g. ​ ​
(Tutti i dati sono forniti da Brembo)​