Bosch, la grande azienda tedesca, tra le prime a proporre un programma completo di sistemi e componenti per la mobilità sostenibile, investe circa 400 milioni di euro nello sviluppo di tecnologie e prodotti dedicate al mondo delle ‘zero emissioni’. Il raggio d’azione è molto ampio, e non trascura il perfezionamento di tecnologie esistenti, tant’è che uno degli obiettivi della Bosch è quello offrire ai suoi clienti un sistema di propulsione misto che unisca motori endotermici altamente efficienti con motori elettrici di ultima generazione.
Come noto nel 2030, quindi fra 10 anni, il 75% dei veicoli in circolazione avranno ancora un motore tradizionale, pur se supportati da un sistema ibrido a 48V o ibrido plug-in. Questo fa intendere che il motore endotermico è ben lungi dal finire al museo e godrà di ulteriori sviluppi volti ad aumentarne l’efficienza, sia con alimentazione a gasolio sia a benzina. Gli studi più avanzati condotti da Bosch si stanno orientando nello sviluppo di sistemi di trattamento dei gas di scarico in grado di ridurre le emissioni di particolato fino a un livello del 70% inferiore allo standard Euro6d, anche in condizioni reali di guida. Bosch sta lavorando anche sugli iDisc, per i quali si prevede una generazione di polveri (derivare dall’usura delle pastiglie e del disco) fino al 90% inferiori quelle degli impianti attuali.
Sui veicoli elettrici, poi, la sempre maggior fruibilità della frenata rigenerativa contribuirebbe a quasi annullare l’uso dei freni tradizionali. Un’altra area in cui Bosch investe è quella della ricerca di carburanti sintetici ottenuti da fonti rinnovabili che possono arrivare a ridurre drasticamente il loro impatto sulla CO2 dal punto di vista del well-to-wheel. I carburanti sintetici producono anche meno polveri sottili e consentono quindi di semplificare i costosi sistemi attuali di trattamento dei gas di scarico. In ultimo Bosch non dimentica l’industrializzazione del suo sistema di celle a combustibile (fuel-cell).
Sicuramente la situazione socio-economica dopo la bufera del contagio da virus COVID-19 produrranno delle nuove visioni anche sulla mobilità pubblica e privata, ma indubbiamente il trend di forte aumento della popolazione che si trasferirà e vivrà nelle megalopoli (si prevede che entro il 2050 saranno oltre 6 miliardi – fonte Forum Internazionale dei Trasporti) comporterà un proporzionale aumento del traffico urbano, destinato a triplicarsi.
E’ dunque sacrosanto agire al più presto per sperimentare e rendere industrializzabili le soluzioni che permetteranno di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.