In un mondo che viaggia spedito verso un futuro sempre più elettrificato, BMW pensa fuori dal coro e per la nuova generazione della M2 continua a puntare su una soluzione ormai definibile “vecchia scuola”.
Sotto il cofano, infatti, trova posto un propulsore benzina sovralimentato senza alcun tipo di “aiutino” ibrido, abbinato a richiesta ad un cambio manuale e alla trazione posteriore.
Insomma, la BMW M2 rappresenta uno degli ultimi baluardi per tutti gli amanti della guida analogica, fatta di passione, uno scarico che romba e pochi filtri.
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BMW M2: gli esterni
Cresciuta nelle dimensioni, la nuova BMW ha raggiunto una lunghezza di 4,58 metri, ovvero circa 10 in più rispetto alla generazione uscente, con un aumento di passo di ben 6 centimetri.
Numeri importanti, che si sposano con un’estetica profondamente rivista, che stacca con il recente linguaggio stilistico di BMW, portando al debutto un design muscoloso in cui la forma segue la funzione.
Nel frontale il doppio rene è a sviluppo orizzontale e caratterizzato dall’assenza di una cornice, mentre nella parte bassa dei paraurti spicca la presenza di tre aperture quadrangolari, preposte al raffreddamento del propulsore.
Molto marcati i parafanghi nelle fiancate, chiamati ad accogliere i grandi cerchi da 19 pollici sull’asse anteriore e da 20 pollici su quello posteriore.
Questi, a loro volta, nascondono un impianto frenante di grandi dimensioni, che ora può fare affidamento su dischi anteriori da ben 400 millimetri, in luogo di quelli da 380 millimetri della serie precedente, morsi da pinze in monoblocco a sei pistoncini.
Rivisto profondamente anche il posteriore, dove i protagonisti sono i quattro grandi terminali di scarico incorniciati in un piccolo estrattore che non ha però alcuna funzione aerodinamica.
Una chicca: per la prima volta è possibile scegliere il tetto in fibra di carbonio, che oltre ad abbassare il baricentro della vettura, permette anche di contenere il peso dell’auto di 6 kg.
BMW M2: gli interni
Più forte il legame con il resto della gamma M di BMW negli interni.
L’ambiente interno è molto curato, tanto nella scelta dei materiali, quanto nell’attenzione con la quale questi sono assemblati.
Bello il volante, con la sua corona piuttosto spessa che aiuta nella guida in pista, mentre sulle razze sono presenti i tasti M1 ed M2 che permettono di selezionare velocemente due modalità di guida “custom”.
Sul tunnel centrale, invece, non mancano i tasti per il controllo delle modalità di guida preimpostate e intervenire su quelle modificabili.
Tanti poi i dispositivi tecnologici presenti a bordo, che trovano la loro massima espressione nei o due schermi posizionati sulla plancia senza soluzione di continuità, creando così un unico pannello: lo schermo dietro il volante ha funzione di quadro strumenti e può contare su una diagonale di oltre 12 pollici, mentre quello a centro plancia ha funzione di infotainment e supera i 14 pollici. Interessante la scelta disponibile per i sedili: sono tre quelli in gamma. Oltre a quello standard è possibile scegliere tra altri due modelli con poggiatesta integrato e struttura a guscio.
La meccanica
Dal punto di vista tecnico la nuova BMW M2 è alimentata da un propulsore a sei cilindri in linea sovralimentato tramite turbocompressore capace di sviluppare una potenza di 460 CV per 550 Nm di coppia.
L’unità è abbinata di serie ad un cambio automatico a 8 rapporti, ma volendo in opzione è disponibile un manuale a sei marce.
Le sospensioni sono a controllo elettronico, mentre gli angoli di camber e caster all’anteriore sono stati profondamente modificati per rendere la vettura più reattiva in inserimento.
Al posteriore, invece, lavora un differenziale autobloccante meccanico a gestione elettronica.
A proposito di elettronica, è possibile intervenire praticamente su tutti i parametri di funzionamento della vettura, dal motore al cambio fino al tractrion control, che è tarabile su dieci differenti posizioni.
Come va
Sono bastati pochi giri tra i cordoli del circuito di Vallelunga per rendermi immediatamente conto di quanto questa M2 sia diventata un’auto molto più matura rispetto alla serie precedente.
I sei centimetri in più nel passo le assicurano una maggiore stabilità soprattutto nei curvoni più veloci mentre il lavoro sulle geometrie delle ruote anteriori le regala una velocità di inserimento impressionante, mentre l’autobloccante posteriore aiuta a chiudere la traiettoria con precisione.
Il motore, dal canto suo, è un piccolo gioiello: nonostante la presenza della sovralimentazione gira molto in alto.
Il picco di coppia, infatti, arriva poco sotto i 3.000 giri, mentre il limitatore è fissato a 7.200 giri.
La progressione è notevole e in un attimo ci si trova a correre a velocità impressionanti, con le marce che si susseguono in maniera fulminea.
Nonostante i 1.700 kg, ben 200 in più rispetto alla serie uscente, la dinamica anche nel misto stretto è da sportiva vera.
Insomma, la nuova M2 è un’auto molto più matura, più vicina come impostazione e sensazioni alla più grande M4, nonostante la potenza inferiore.
Un’auto per certi aspetti più semplice rispetto alla vecchia M2, più composta e per certi aspetti “educata” che permette così di sfruttare con più facilità tutto il suo potenziale prestazionale.