BASI CONSOLIDATE

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Per un appassionato di auto, la visione della moderna gamma Citroen DS non può che essere un piacere: il mondo infatti, si sa, è bello perché è vario, e la rinascita della storica tradizione innovatrice del marchio Citroen, incarnata dalla mitica DS e per anni rimasta colpevolmente appannata, in questo senso ha solo del buono. Così, dopo la compatta e sportiveggiante DS3 e la poliedrica DS4, è ora il turno della “sorella maggiore” DS5 di affrontare il mercato, ed i presupposti sembrano promettere bene. A cominciare naturalmente dal design, e diciamo “naturalmente” perché vedendola passare è impossibile non voltarsi a guardarla: gli stilisti francesi con questo modello hanno infatti osato davvero parecchio, ben più che con le due sorelline sopracitate, partorendo una linea “crossover” a metà strada tra quella di una convenzionale “hatchback” e quella di una coupè, il tutto però con dimensioni da segmento D (4,53 metri di lunghezza ed 1,87 metri di larghezza), come del resto è giusto che sia essendo il ruolo di segmento C già ben coperto dalla DS4.

Elementi come i montanti anteriori sdoppiati, lo spoiler posteriore e le due lunghe “scimitarre” cromate ai lati del cofano contribuiscono poi ad impreziosire il tutto, dando forma ad uno stile, una volta tanto, realmente originale ed accattivante, un toccasana per gli occhi in un mercato ormai zeppo di vetture, belle sì, ma fin troppo uniformate e simili le une alle altre. All’interno il discorso non solo non cambia, ma acquisisce vigore ulteriore: bella la plancia, che può essere anche rivestita in pelle come si usa nel mercato “premium” al quale la gamma DS vuole appartenere, ma a colpire sono soprattutto alcune soluzioni sceniche nei dettagli, come le grandi levette cromate sul tunnel e sul tetto, i vani portaoggetti riportati sull’imperiale e lo scenografico tetto panoramico in cristallo suddiviso in tre parti, apribili separatamente. Il tutto, insieme all’Head Up Display (soluzione non nuova in casa PSA, peraltro) dà in definitiva l’impressione di trovarsi nel cockpit di un qualche velivolo piuttosto che nell’abitacolo di un’automobile. Un abitacolo, tra l’altro, piacevolmente spazioso anche per i passeggeri posteriori grazie al passo estremamente lungo di 2,73 metri.

BASI CONSOLIDATE

Un dato, questo, che ci svela anche le origini meccaniche dell’auto: gli ingegneri Citroen sono infatti partiti dalla piattaforma media del gruppo, la cosiddetta “piattaforma 2”, nella sua declinazione a passo lungo, la stessa utilizzata ad esempio dal monovolume Peugeot 5008. Identici a quelli di quest’ultimo, e a quelli di tutte le vetture basate su questa architettura, sono anche gli schemi sospensivi, che prevedono un classico MacPherson all’avantreno ed un economico ponte torcente al retrotreno, il tutto operante con gruppi elastici convenzionali con molla elicoidale ed ammortizzatore. Niente sospensioni idrattive, dunque, né tanto meno i raffinati quadrilateri deformabili ed il multilink sui quali la buona vecchia C5 può invece contare: un peccato forse, ma va riconosciuto che alla prova dei fatti la nuova DS non delude: l’assetto, più orientato alla sportività che non al comfort, limita adeguatamente i movimenti della cassa e consente anche di azzardare una guida sportiva, cosa questa piuttosto inconsueta per una Citroen di grandi dimensioni. La capacità di filtraggio delle sconnessioni, dal canto suo, pur non essendo quella di una C5 rimane di ottimo livello, grazie alla notevole rigidezza della scocca che si apporta vantaggi anche sul fronte del comfort vibroacustico.