Alfa Romeo Alfetta GTV: erede della Giulia GT

Alfetta GTV: la gestazione di questo modello avviene alla fine degli anni ‘60 quando, definita l’impostazione tecnica del progetto 116, ovvero dell’Alfetta berlina, i tecnici di Arese si dedicarono alla futura versione sportiva a due porte che avrebbe dovuto sostituire la Giulia GT, il cui stile era firmato Bertone, che in quegli anni era all’apice della carriera sportiva e commerciale.

L’obiettivo principale fu quello di progettare una coupè realmente comoda per quattro persone che con dimensioni complessive maggiori della Giulia GT garantisse un capiente bagagliaio pur utilizzando lo stesso pianale accorciato di circa 10 centimetri e, ovviamente, la stessa meccanica della berlina.

Alfetta GTV
L’Alfa Romeo GTV, coi suoi volumi fortemente spostati verso il retrotreno e l’ampia finestratura ha una forte personalità che non finisce di attrarre gli appassionati della Casa del Biscione.

La ‘mano’ è quella di Giorgetto Giugiaro

Al progetto parteciparono in via inizialmente paritetica ma autonoma l’Ufficio Stile Interno e la neonata Italdesign di Giorgetto Giugiaro.

La proposta di quest’ultimo, caratterizzata dalla moderna formula a due volumi a coda alta, con evidenti influenze derivanti dal progetto Alfasud a cui lo stesso Giugiaro stava contemporaneamente lavorando: la presenza del portellone posteriore per facilitare l’accesso al bagagliaio, la forte inclinazione di parabrezza e del lunotto e altre ardite e moderne soluzioni stilistiche vengono considerate vincenti e così, nel 1971, seppur con parecchie smorzature, il progetto viene definitivamente approvato consegnando alla produzione una coupè dall’aspetto moderno e aerodinamico.

Alfetta GTV
Nata per offrire spazio a quattro persone e al loro bagaglio, la GTV ha un ampio portellone che si va a raccordare con la coda tronca.

Anche gli interni, opera del Centro Stile, sono di chiara ispirazione sportiva e caratterizzati da qualche ricercata originalità, prima fra tutte la plancia con la strumentazione divisa in due parti, il solo contagiri dinanzi al guidatore ed il tachimetro e resto degli strumenti collocati al centro con l’unica mancanza, anche in questo modello sportivo, dell’orologio; i vetri posteriori, altra ricercatezza, sono in parte abbassabili tramite una manovella.

Il frontale coi 4 fari e la calandra è indiscutibilmente Alfa.

La base motoristica è dell’Alfetta

Come accentato, la meccanica è la stessa della berlina; la necessità di mantenere ancora in vita la 2000 GTV, giunta al termine della sua fortunata carriera, induce i vertici di Arese di dotare la futura coupè su base Alfetta della motorizzazione 1800 con 122 CV e di posticiparne il debutto sul mercato al maggio del ’74, periodo infelice per tutto un certo tipo di automobili sportive di cui l’Alfetta GT era proprio uno dei modelli più rappresentativi.

Tuttavia il nuovo coupè di Arese piacque molto al pubblico che apprezzò la sua linea grintosa unita all’abitabilità, nonché le elevate prestazioni unite a un comportamento stradale sicuro e sincero, perfetto per soddisfare anche l’utente più sportivo.

Alfetta GTV
Sulla Alfetta GT il leggendario bialbero Alfa Romeo è inizialmente di 1.8 litri e 122 CV. Salirà poi a 2.0 litri nel 1976, mantenendo la stessa potenza ma guadagnando in coppia ed efficienza. Contemporaneamente la versione di 1.6 litri da 109 CV sostituirà la 1.8.

Nella primavera del 1975, in ottemperanza alle nuove normative europee antinquinamento, viene diminuita la potenza del motore a 118 CV e reso più rigido l’assetto ma sarà l’anno successivo, il 1976, nel quale verranno introdotte le prime e più significative innovazioni.

Forse per rendere più pratico l’allestimento delle vetture con la guida a destra, gli stilisti dell’interno hanno separato la strumentazione, raggruppando al centro tachimetro/contachilometri, manometro, termometro e livello benzina, oltre alle spie di servizio. Manca l’orologio.

Arriva il motore 2.0 litri

Il pensionamento della 2000 GTV su meccanica Giulia fa propendere i vertici di Arese a montare finalmente il motore due litri (122 CV e 195 km/h) e, per maggiore differenziazione, a sostituire, la versione 1.8 litri con la 1.6 litri (109 CV per 180 km/h).

La 2000 ha gli stessi 122 CV della prima Alfetta GT ma la maggior cubatura assicura una migliore ripresa unita a minori consumi, conferendo all’Alfetta GTV, così rinominata, un ruolo di vera e propria protagonista del mercato delle coupè.

Alfetta GTV
Davanti al guidatore c’è solo il contagiri Veglia Borletti.

Anche gli interni e gli allestimenti subiscono degli aggiornamenti volti a mantenere l’auto al passo con i tempi, mentre all’esterno sono solo dei piccoli dettagli che fanno la differenza, come i tipici baffetti cromati sulla calandra anteriore.

Nel 1978 viene montato il motore della berlina 2000 L con potenza di 130 CV: l’esemplare che illustra questo servizio, immatricolato nell’ottobre 1980, appartiene all’ultimo lotto di cinquecento Alfetta GTV 2000 L, che si distinguono per un ulteriore miglioramento della qualità costruttiva e dei trattamenti anticorrosivi alle lamiere.

Alfetta GTV
I sedili sono ben strutturati e con un’eccellente copertura in finta pelle.

Il restyling

Nel 1980 avviene un più approfondito restyling che da origine a una nuova serie che perde il nome Alfetta per assumere semplicemente la sigla GTV.

Oltre alle modifiche estetiche piuttosto evidenti all’esterno, come l’introduzione di parecchi componenti in materiale plastico e la sostituzione delle cromature con la finitura nero opaco, all’interno c’è ora una strumentazione unica e finalmente integrata con l’orologio e cambiano i rivestimenti, di taglio più moderno.

Alfetta GTV
I cerchi Campagnolo ‘millerighe’ sono tipici della Alfa Romeo del periodo.

Ma la più importante rivoluzione è sotto il cofano, col motore V6 di 2.5 litri che eroga 158 CV e consente alla GTV di superare di poco i 205 km/h.

Il V6, di derivazione Alfa 6, rappresenterà fino al termine della carriera la punta di diamante di questo raffinato modello sportivo che univa prestazioni al top della sua classe con eccellenti qualità dinamiche, nel pieno dello ‘spirito Alfa’.

Nonostante l’insopportabile onere dell’IVA al 35/38% per le vetture con motori oltre i 2.0 litri di cilindrata la GTV ebbe un successo quasi inaspettato.

In questo nuovo contesto, la versione di 2.0 litri, con meccanica invariata rispetto alla precedente, era la ‘entry level’ della serie a discapito della 1.6 litri che cessò di essere prodotta proprio nel 1980.

Ma i veloci mutamenti stilistici dell’epoca vanificano in breve il restyling del 1980, dando alla GTV qualche precoce segno di invecchiamento.

Dal 1980 l’Alfetta GTV subisce un restyling garbato, con l’aggiunta di molti componenti in plastica e l’eliminazione delle cromature. Questa fotografata è la GTV& col motore V6 di 2.5 litri e 158 CV.
Dal 1980 l’Alfetta GTV subisce un restyling garbato, con l’aggiunta di molti componenti in plastica e l’eliminazione delle cromature. Questa fotografata è la GTV& col motore V6 di 2.5 litri e 158 CV.

L’ultimo facelift della Alfetta GTV

La Casa di Arese prende in seria considerazione una nuova e più importante revisione di questo modello per il 1983.

Tuttavia gli interventi, per effetto delle gravi difficoltà economiche in cui si trova l’azienda milanese, si riducono a un lifting di pochi e impercettibili dettagli, con un ulteriore incremento della ‘plastificazione’ e nuovi interni, senza cambiare una virgola nella meccanica.

In questa immagine della GTV6 del 1982 sono visibili gli ampi paraurti, i nuovi gruppi ottici posteriori e i numerosi dettagli in plastica, tra cui l’apriporta, che in passato era lo stesso della Montreal.

La GTV continua tuttavia a conservare parecchi estimatori, molti anche all’estero, grazie alle performance sportive, alle vittorie nei rally e nei circuiti di mezza Europa e all’indiscutibile ‘appeal’ del Marchio.

Ad Arese cercano quindi di mantenere vivo il più a lungo possibile l’interesse del pubblico realizzando numerose serie speciali, alcune dedicate ai mercati stranieri dove più forte è la presenza dell’Alfa Romeo, come l’Inghilterra, per la quale nacque la GTV 2000 Strada, e gli USA, dove furono esportate le versioni America.

Alfetta GTV
Col definitivo restyling del 1983 la plancia assume connotati più convenzionali, con l’aggiunta dell’orologio analogico. In questa configurazione la GTV arriverà fino al 1986, ultimo anno di produzione.

Per non parlare dei ‘mostri’ allestiti dalla Autodelta e ben nota come Turbodelta. La carriera della GTV terminerà alla fine del 1986, dopo 12 anni e 137.543 esemplari prodotti.

(Testo Alessandro Cerruti – Foto F.Daudo)