Per chi veleggia attorno ai 50-60 anni ed è appassionato di Motosport, è sufficiente nominare Alfa 33 per far tornare alla mente i favolosi anni in cui le Sport a otto e dodici cilindri di Arese mietevano successi nel Mondiale Marche.
Proprio per onorare quelle mitiche vetture che la Casa del Portello, nel 1983, ha rispolverato quel magico numero 33 per battezzare l’erede della ormai obsoleta Alfasud, che dal 1972 usciva dalle linee di assemblaggio dello stabilimento di Pomigliano d’Arco.
La nuova ‘media’, che conservava l’impostazione tecnica dell’antenata, sarebbe stata prodotta fino al 1995, totalizzando 989.324 esemplari e diventando così l’Alfa Romeo più venduta di sempre.
Suddivise in ‘prima serie’ (prodotta fino al 1986), ‘prima serie restyling’ (dal 1986 al 1990) e seconda serie (fino al 1995), nelle versioni berlina e Giardinetta, la ’33’ aveva motorizzazioni a benzina da 1.351, 1.490, 1.712 centimetri cubici e a gasolio da 1.800 centimetri cubici.
L’Alfa Romeo per tutti
Le ‘33’ erano adatte a una vasta gamma di clienti: dai più ‘tranquilli’, che potevano rivolgersi alle 1300 e 1500, agli sportivi, cui era destinata la 1700.
Chi prediligeva un’auto versatile poteva rivolgersi alla versione Permanent 4 a quattro ruote motrici.
A queste si aggiunge anche una versione sperimentale ibrida, ottenuta aggiungendo un motore elettrico a una 1500 Giardinetta.
La ‘33’ fu adottata anche dalla Polizia di Stato per la Squadra Volante e dai Vigili del Fuoco come auto di servizio.
Ma ci fu anche chi dopo averla preparata l’ha portòin gara, come ad esempio la Tamara Vidali di inizio carriera agonistica, che la vedrà poi futura protagonista del Superturismo italiano e del DTM tedesco.
Le serie speciali
Sul finire della produzione sono state allestite alcune versioni speciali: visto che il numero 33 ricordava il Motosport, perché non ribadire questa parentela facendo un omaggio a Imola?
In effetti il tracciato romagnolo è quello dove le vetture ufficiali dell’Autodelta avevano ottenuto numerosi podi con Giunti, Stommelen, Galli, De Adamich e Facetti.
Ma, soprattutto, a Imola ottennero due importanti affermazioni: quella nella 500 Chilometri del 1968 con l’equipaggio Vaccarella/Zeccoli seguito da Giunti/Galli e Casoni/Dini, alla guida delle T33/2, e quella di Vittorio Brambilla con la T33/SC/12 nella 250 Chilometri del 1977, valida per il mondiale Sport Gruppo 6.
La Alfa 33 Imola
Presentata nell’ottobre del ‘92 ed entrata in produzione subito dopo, si distingueva esteticamente dalle altre versioni per alcuni particolari come:
- specchietti retrovisori verniciati nello stesso colore della carrozzeria,
- minigonne aerodinamiche,
- cerchi in lega diamantati,
- fendinebbia,
- spoiler posteriore (peraltro non una novità per le Alfa del periodo).
All’interno c’erano volante in pelle e autoradio, oltre ai sedili sportivi rivestiti con tessuto scozzese nella parte centrale e similpelle sulle fasce laterali.
Il motore della ‘Imola’ era il collaudato boxer quattro cilindri nella versione di 1.351 centimetri cubici, con testata a 8 valvole, dotato di iniezione elettronica e che sviluppa 90 CV a 6.000 giri/min.
Il cambio era a 5 rapporti. Il tutto era proposto a un prezzo di 17.900.000 lire.
2 mila esemplari
Nel 1994 è arrivato un ulteriore step evolutivo con la Imola 3, che sostanzialmente si distingueva dalla precedente per l’adozione del catalizzatore e dei nuovi sedili rivestiti in Alcantara.
Commercializzata tra il 1993 e il ‘95 nei colori rosso, bianco, nero, nero metalizzato e grigio, la 33 Imola è tuttora una delle versioni più rare di questa ‘media’ di Casa Alfa.
E’ stata infatti prodotta in poco meno di 2.000 esemplari.
La splendida trentenne che abbiamo fotografato è stata immatricolata nel 1993, ricade quindi a pieno titolo nella categoria youngtimer, tanto di moda oggi tra i collezionisti più giovani.
Una vettura moderna a tutti gli effetti:
- alimentazione a iniezione,
- cristalli anteriori elettrici,
- chiusura con telecomando,
- sedili posteriori sdoppiabili e abbattibili che consentono di caricare oggetti ingombranti.
Ma soprattutto, questa ‘33’ vanta una velocità massima di 178 ckm/h, valore che all’epoca poche ‘1300’ aspirate si potevano permettere .
Per approfondire la storia dellAlfa 33 in tutte le sue declinazioni, consigliamo il volume “Alfa Romeo 33 berlina e giardinetta” di Giorgio Nada Editore.
(Testo e foto Massimo Chierici)