L’Istituto Europeo di Design ha presentato a Torino un concept innovativo, la A4810 Project by IED, realizzato in collaborazione con Alpine, brand storico del gruppo Renault.
Al progetto hanno lavorato ventotto studenti provenienti da tutto il mondo, iscritti al Master in Transportation Design, della durata di due anni.
Nel percorso di design process hanno partecipato anche i docenti e le aziende partner, come Pirelli, O.Z e la carrozzeria torinese Freeland Car.
Il progetto è nato dalla richiesta di Alpine, che ha chiesto agli studenti del Master di ideare una supercar biposto di alte prestazioni ma rispettosa per l’ambiente, senza dimenticare la tradizione del marchio, lo spirito francese e il legame con le Alpi.
Da questa mission è nata l’idea di realizzare una vettura supersportiva alimentata a idrogeno.
Inizialmente gli studenti hanno lavorato allo sviluppo individuale di proposte di stile tra le quali Alpine ha scelto una combinazione di due proposte.
Successivamente, i giovani designer hanno lavorato all’unisono, in un processo creativo molto simile alle dinamiche che avvengono in un centro stile di una Casa automobilistica.
Oltre alle forme esterne, il team ha realizzato digitalmente anche gli interni, attraverso sketch, modelli 3D, rendering e animazioni.
Inoltre è stata sviluppata l’interfaccia HMI – Human Machine Interface, tenendo conto dell’alimentazione a idrogeno e di una nuova mobilità totalmente connessa, che riguarderà un futuro non troppo lontano.
Nella loro fase progettuale, gli studenti non hanno mai perso di vista le radici del Brand francese.
Il primo legame è proprio il nome: 4810 è, infatti, l’altezza in metri del Monte Bianco, la vetta più alta e maestosa delle Alpi, che divide ma che al tempo stesso unisce simbolicamente Italia e Francia, cioè IED e Alpine.Durante l’evento di presentazione del 18 marzo presso l’OGR Tech di Torino, Paola Zini, Direttore IED Torino, ha dichiarato: “Anche quest’anno, attraverso il progetto più importante del loro percorso di studi, gli studenti del Master hanno fatto propri, in un contesto fertile e visionario, i concetti di skills transversality e di team working. Questi, elementi, che fanno parte del DNA IED, li prepareranno ad affrontare le sfide del futuro del settore e costituiranno la base del loro successo professionale. Il contributo con il quale il brand Alpine ha partecipato con passione, entusiasmo e presenza costante aggiunge un ulteriore traguardo nelle collaborazioni internazionali del nostro istituto“.
Il Master in Trasportation Design organizzato dallo IED Torino si riconferma un grande successo, perché capace di attirare talenti da ogni parte del mondo e di coinvolgerli in un unico progetto che si concretizza in un concept fisico, in scala 1:1, che dà grande soddisfazione agli studenti e rappresenta un’importante vetrina al Brand che lo commissiona.
L’attività svolta, seguendo le stesse dinamiche e i processi di un Centro Stile, fornisce un enorme bagaglio di esperienza, non solo tecnica, a futuri designer.
Nei prossimi mesi, la concept A4810 Project by IED sarà esposta in importanti contesti, come l’ADI Design Museum di Milano e in altre esposizioni internazionali.
La parola al coordinatore
Michele Albera dal 2017 è il Coordinatore del Master in Transportation Design.
Di origine torinese, ha iniziato la sua carriera lavorando come designer presso lo studio Matilde e il gruppo Bodino nel campo del design industriale e dell’architettura.
Nello stesso periodo è entrato a far parte del collettivo di design “Operai del Design”, lavorando per Volkswagen, Audi, Italdesign, Alfa Romeo, Italia Indipendente e molti altri clienti.
Nel novembre 2015 ha iniziato come freelance, nel 2019 ha fondato MAP Design Studio, specializzato nella progettazione e nella prototipazione di veicoli elettrici.
Michele ha collaborato anche per Auto Tecnica, raccontando lo stile e il design delle vetture.
Michele, a chi si rivolge il Master in Transportation Design?
“È un Master che accoglie persone già diplomate o laureate, non necessariamente provenienti dal mondo dal design. Spesso infatti si iscrivono ingegneri oppure architetti. La varietà è anche in senso geografico, visto che arrivano da tutto il mondo“.
Quali sono le tappe principali che gli studenti affrontano per arrivare a realizzare una concept car?
“Si parte da una ricerca di scenari e di moodboard, di ispirazioni che possono essere formali o tecniche. Si passa poi alla fase di sketching, che è molto importante e nella quale scoviamo sempre tanto talento nei nostri studenti.
Successivamente, c’è una fase di rendering fotografico, in cui si definiscono meglio i volumi, i riflessi e le superfici tramite studi grafici.
Si arriva poi alla fase di sviluppo del modello 3D, nella quale si può ancora modificare in parte il concept, e quindi si passa alla realizzazione del fresato“.
Quali software sono impiegati durante il percorso di Master?
“Ci sono principalmente tre applicativi che vengono utilizzati.
Adobe Photoshop per il disegno, Autodesk Maya per le prime modellazioni 3D e i rendering, Autodesk Alias per la progettazione finale“.
Raccontaci il design della A4810.
“L’idea più innovativa è stata quella di utilizzare i volumi vuoti come se fossero dei pieni, andando per sottrazione invece che per addizione.
Ciò permette al veicolo di apparire più leggero. La parte posteriore è praticamente scoperta, un trend che abbiamo visto anche su altre sportive e supersportive.
Il frontale è invece realizzato su più livelli, e questo aiuta a svuotare visivamente il veicolo, ma anche ad aiutarlo sotto l’aspetto aerodinamico.
Il risultato è una vettura che riesce a essere molto affascinante anche esteticamente, nonostante la ricerca spinta verso l’azzeramento delle emissioni e il rispetto per l’ambiente.
È in grado quindi di coniugare le emozioni alla ricerca tecnologica indirizzata alla nuova mobilità ecosostenibile.
Si tratta di un compromesso utile per tutti, anche sotto l’aspetto commerciale e di marketing, perché un’auto costosa deve avere anche una forte componente emotiva“.
Perché la scelta di avere un motore a idrogeno?
“L’idea di avere un motore a idrogeno ci permette di mantenere le architetture del veicolo classiche alle quali siamo già abituati, meno destrutturanti rispetto a quelle dell’elettrico.
Ci consente inoltre di avere degli elementi, come gli scarichi, che, non emettendo sostanze inquinanti, possono essere anche in una posizione più alta, diventando anche elementi di design, oltre che funzionali per migliorare l’aerodinamica del veicolo“.
Qual è stata la sfida più difficile durante la realizzazione del concept per Alpine.
“Interpretare lo spirito di Alpine e portarlo in un segmento che non è mai stato studiato dal brand francese.
Non posso anticipare troppi dettagli, ma nei loro piani c’è anche l’espansione verso nuove tipologie di vetture, e la A4810 è il primo passo”.
Come proseguirà la collaborazione tra Alpine e lo IED?
“L’obiettivo di Alpine è quello di fare ricerca con IED e spero che il nostro lavoro sia parte integrante dei loro piani di sviluppo.
Con il nostro metodo siamo in grado di fare tanta ricerca, in un modo vantaggioso per entrambe le parti. Ne giovano tutti, dagli studenti ai professionisti che lavorano per le Case.
Credo inoltre che possiamo ritenerci fonte di ispirazione non solo per Alpine, ma per lo scenario automotive in generale”.
(PUBBLICATO SU AUTO TECNICA N.474 – Testo Gianluca Covini – Immagini IED)