A bordo della Pagani Huayra

A bordo della Pagani Huayra. Horacio Pagani progetta e produce super car da sogno sospese tra l’altissimo livello tecnologico e la fortissima impronta artistico-estetica. Il suo collaudatore ci svela alcuni segreti di queste mitiche autovetture.

La Huayra, lanciata al Salone di Ginevra nel 2011 con un successo clamoroso per aver alzato gli standard delle prestazioni automobilistiche a livello mondiale, può essere definita un’opera d’arte ingegneristica a metà tra una scultura in fibra di carbonio e un potente aereo da caccia. L’auto può raggiungere i 372 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in appena 3,2 secondi, tocca i 200 km/h in soli 9,8 secondi e dopo 25,8 secondi ha già superato la punta massima raggiungibile oggi dalla maggior parte dei più veloci treni ad alta velocità in servizio sulle tratte di tutto il mondo. Più veloce di un Jumbo jet al decollo, la Huayra deve le sue prestazioni eccezionali al motore V12 prodotto da Mercedes Benz e AMG chiamato M158. Il propulsore è un biturbo da 5.980 cm³ che eroga 730 CV, oltre ad una coppia che supera i 1.000 N·m. Per ottimizzare i consumi, la richiesta di carburante è controllata da un microprocessore su ogni pompa, rilasciando quindi solo la quantità di cui ha veramente bisogno il motore. Questo riduce l’energia necessaria a far funzionare le pompe del carburante e riduce gli sprechi dovuti all’eccesso di carburante trasportato e riscaldato nei condotti.

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Gli scarichi sono in titanio e inconel, concepiti per essere leggerissimi (l’impianto di scarico completo pesa meno di 10 kg) e, allo stesso tempo, garantire un flusso dei gas di scarico il più libero possibile. Così la Huayra è in grado di percorrere 5 km con un litro. Un grande risultato in termini di efficienza per una super car che eroga più di 2 Megawatt di potenza, l’equivalente che serve per alimentare 1.000 abitazioni. Non è la prima volta che SKF è stata invitata a San Cesario sul Panaro e ha potuto conoscere da vicino la filosofia che fa della Pagani Automobili un’azienda davvero inimitabile, attraverso autovetture mitiche, sospese tra arte e scienza. Oggi siamo ritornati, a distanza di circa 3 anni, dopo aver intervistato la carismatica figura di Horacio Pagani, fondatore e progettista che seguendo la passione per le auto e il loro design, ha ideato un connubio perfetto tra stile e prestazioni, esaltato all’ennesima potenza. Oggi, abbiamo potuto carpire altre interessanti confessioni rilasciate dal gotha della casa costruttrice di una delle top car più costose al mondo, passando per la testimonianza rilasciata dal collaudatore ufficiale Andrea Palma.

Come è nata la storia di collaudatore in Pagani?
È nata inaspettatamente. Un amico mi ha chiesto se fossi interessato a realizzare un’esperienza in Pagani dopo quelle fatte come pilota sportivo in Audi, Maserati, Ferrari e Lamborghini e alla mia risposta affermativa mi ha sollecitato a mandare il mio curriculum a Horacio Pagani. Poi, a distanza di qualche settimana dall’invio, una telefonata davvero che non dimenticherò mai. Una telefonata giunta mentre io e mia moglie preparavamo cena, fatta da Horacio in persona. Dopo le prime battute Horacio mi ha passato Andrea Galletti, responsabile del reparto Ricerca e Sviluppo e da lì la loro concreta offerta di iniziare a collaborare con Pagani. Un sogno si stava per realizzare davvero.

Com’è stato il primo giorno in azienda e il primo rapporto con la figura di Horacio Pagani?
Il primo incontro è stato con Andrea per l’appunto e subito dopo con Horacio che stringendomi la mano mi ha subito redarguito sul modus operandi che lui si aspettava da me nella mia attività di collaudatore ufficiale, dicendomi che non dovevo cercare il tempo sul giro, ma dovevo focalizzarmi sugli aspetti qualitativi, quelli più estetico-funzionali legati all’esperienza di guida dell’auto. Il tutto per testare la qualità a livelli estremi e per farlo con cura maniacale tutti i giorni. Qui in Pagani la vittoria di tutti i giorni per me che vengo dal mondo delle corse non è più il giro più veloce in pista, qui la vera vittoria è la soddisfazione di scovare le piccole imperfezioni, di condividerle con Horacio e di aiutare il team di lavoro a risolverle senza compromessi. Su una macchina che costa più di un milione di euro non è concepibile nessun difetto.

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Che cosa più ti aiuta della tua passata esperienza di pilota sportivo in questa nuova attività di collaudatore?
Avere il massimo rispetto per chi lavora dietro le quinte, per la figura del meccanico per esempio. Sin da quando ero ragazzino e correvo col kart sono stato spinto da mio padre a capire come funzionava il mezzo con cui correvo in pista. Questo principio l’ho applicato alle mie esperienze successive legate alle corse e il mio coinvolgimento con la meccanica si è approfondito quando ho lavorato per un certo periodo in un’officina meccanica che costruiva autovetture da gara. Questo bagaglio, insieme alla stima che mio padre mi ha trasmesso nei confronti di chi si sporca le mani sulle auto, lo porto con me in questo mio splendido lavoro in Pagani. Quando sto facendo una curva oggi immagino le modifiche che il meccanico ha attuato prima della prova su strada e questo fa la differenza nel collaudo di tutte le componenti di un’autovettura così complessa come la Huayra.

Quali sono le caratteristiche che rendono unica l’esperienza di guida di un’auto come la Huayra?
La Huayra ha il telaio in fibra di carbonio come una macchina da corsa concepita in modo estremo che la fa pesare solo 1.350 kg ed utilizza il cambio posteriore a trasmissione trasversale che è lo stesso concetto utilizzato dalle auto prototipali che corrono nella 24 Ore di LeMans. Avere il peso del sistema di trasmissione verso il centro della vettura limita le forze a sbalzo, cioè i sovrasterzi indesiderati e questo fa della Huayra una “super car” che ha un comportamento più neutro di una macchina da competizione con le prestazioni di una auto da gara con i suoi 730 cavalli e più di 1.000 Nm di coppia. Una coppia motrice enorme che appena spingi sull’acceleratore percepisci immediatamente e ti trasmette sensazioni uniche.

Qual è il valore aggiunto di un’autovettura come la Huayra, al di là dell’aspetto prestazionale?
Un cliente Pagani non compra solo un’auto, compra un’opera d’arte e compra soprattutto un’esperienza. La vera filosofia di Pagani, infatti, si fonda sull’artigianalità di tutti i processi di creazione e produzione di queste inimitabili super car. La maggior parte dei componenti di un’auto Pagani vengono creati come vere e proprie sculture da un pezzo pieno, dalla console centrale in anticorodal, al logo Pagani presente su ognuno dei bulloni in titanio. Si creano da un blocco pieno che viene letteralmente scolpito. Ogni dettaglio viene realizzato con una cura ed una qualità fuori dal comune. Il cliente alla fine ottiene un rapporto umano con chi ha costruito e personalizzato in modo così attento la loro automobile ed è questo il quid che genera valore e fidelizza la clientela tra le più esigenti al mondo.

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Chi è il cliente tipo che possiede un’auto Pagani in garage?
Chi compra una vettura Pagani vuole trovare il massimo di compromesso tra l’auto sportiva dalle performance eccezionali e la macchina esteticamente di altissimo livello che si può guidare anche tutti i giorni. Ci sono clienti che hanno fino a nove Pagani in garage e hanno già lasciato un anticipo di centinaia di migliaia di euro per fermare la prima vettura della nuova versione di auto Pagani che sarà creata in futuro.

Come definisci in poche parole la guida della Huayra?
Un’esperienza impareggiabile su un’autovettura che è la massima sintesi esistente al mondo tra arte e tecnologia nell’ambito automotive..

Articolo tratto dal magazine Evolution by SKF.