
Alla vigilia dell’esodo estivo, i dati del Rapporto ACI-ISTAT rivelano un calo dei morti (-1,6%), degli incidenti (-1,5%) e dei feriti (-1,7%) sulle strade. Sono dati ancora molto lontani all’obiettivo europeo 2020, che prevedeva di dimezzare il numero di morti in incidenti stradali.
“La sicurezza deve tornare a essere una priorità, sono necessari, da subito, corsi di aggiornamento o di guida sicura riservati ai conducenti, in quanto, se da una parte l’età delle vittime è aumentata, dall’altra i giovani si confermano la categoria più a rischio. E’ fondamentale, infine, una maggiore attività di controllo” spiega Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club Italia.
“Il quadro dell’incidentalità stradale negli anni recenti riflette una diffusa situazione di stagnazione, con un arresto nei guadagni in termini di vite umane” conferma Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat. “Per monitorare il fenomeno e fornire un utile supporto alle decisioni, sarà necessario intensificare gli sforzi, anche in vista dei nuovi target per la sicurezza stradale previsti nell’agenda 2030.
Incidenti stradali: le persone coinvolte
Le fasce d’età più a rischio sono i giovani tra 15 e 24 anni (413 morti: 12,4% del totale) e gli anziani tra 70 e 74 anni (222 morti: 6,7% del totale). Nel 2018 si sono registrate 9 vittime in meno tra i bambini 0-14 anni (34 rispetto ai 43 dell’anno precedente), ma siamo ancora lontani dall’obiettivo “vision zero” stabilito dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2020. Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti, è particolarmente alto il numero di quelli tra i 40 e i 49 anni (21%), seguiti dai giovani tra i 20 e i 29 anni (19%) ma si registrano proporzioni elevate anche tra i più anziani (8% con età 70 anni e più).
L’aumento dei morti ha principalmente riguardato ciclomotoristi (108; +17,4%) e pedoni (609; +1,5%). Nel complesso, gli utenti vulnerabili rappresentano circa il 50% dei decessi (1.621 su 3.325).
Aumentano i morti sulle autostrade
Nel 2018 è diminuito il numero di incidenti su strade urbane (126.701; -2,9%) e autostrade (9.372; -0,2%), mentre è aumentato sulle extraurbane (36.271; +3,4%). In città e in autostrada sono diminuiti anche i feriti.
Crescono (+10,5%) i morti su autostrade (i 43 morti di Genova sul Ponte Morandi sono compresi nella statistica), mentre scendono quelli all’interno dei centri abitati (-4,4%) e sulle strade extraurbane (-1,2%).
Le cause gli incidenti stradali
Distrazione, mancato rispetto della precedenza o del semaforo, velocità troppo elevata si confermano le prime tre cause di incidente (complessivamente il 40,8% delle circostanze). Tra le altre cause più rilevanti: distanza di sicurezza, manovra irregolare , comportamento scorretto verso il pedone o del pedone, presenza di buche o ostacoli accidentali.
Le violazioni principali
Nel 2018 le sanzioni per le violazioni al Codice della Strada si sono ridotte complessivamente del 4,4%, (anche a causa della diminuzione dei controlli da parte delle Forze dell’Ordine), le voci principali, oltre al superamento dei limiti di velocità, vedono ai primi posti l’inosservanza del rispetto della segnaletica (365.697; -6,6%), seguita da mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (202.941; -0,03%) e uso improprio del cellulare alla guida (136.950; -6,1%).
In diminuzione anche le contravvenzioni per eccesso di velocità (-11,6%). Tra le probabili cause il fatto che, nei mesi di giugno e luglio, il sistema Tutor sia stato inattivo.
L’estate è il periodo più pericoloso
I mesi estivi si confermano il periodo con il maggior numero di incidenti e vittime. Agosto è il mese più pericoloso per il numero di incidenti gravi, mentre giugno e luglio sono quelli con più incidenti nel complesso. Gennaio e febbraio, viceversa, i mesi con il minor numero di incidenti. Di notte (tra le 22 e le 6) e nelle ore di buio aumentano sia l’indice di mortalità che quello di lesività.