2016 Ford Mustang Shelby GT350: il ritorno di una leggenda

Se ne parlava da tempo e le previsioni sono state confermate. Ford ha riportato alla luce un’icona dell’automobilismo americano. L’hanno vista girare al Nürburgring, l’hanno fotografata e hanno anche fatto tutte le considerazioni del caso. Si sa, chi vive a pane e motori fa questa fine, diventa un segugio in cerca di prove per carpire in anticipo le mosse dei costruttori. Il suono della GT350 che girava sul tracciato tedesco non lasciava dubbi: il timbro gutturale era tipico del V8 americano, ma c’era qualcosa che insospettiva. E il sospetto si è rivelato giusto. Per la prima volta, Ford USA ha presentato al pubblico un V8 con albero piatto, ossia con manovelle a 180° anziché a 90°. La configurazione ideale per puntare ad un’auto da strada con una spiccata propensione alla pista.

The All-new Shelby GT350 Mustang

E come accade con le auto da pista, serviva un motore capace di tirare i giri. Ford ha portato il suo V8 a quota 5.2 litri e questo nuovissimo aspirato yankee tira fuori oltre 500 HP e più di 400 lbxft (oltre 542,4 Nm) di coppia massima con una zona rossa sopra gli 8.000 giri/min. I più tecnici conoscono molto bene le differenze tra un V8 classico con manovelle sfalsate di 90° e un V8 con albero piatto. Gli americani li distinguono con la dizione “cross-plane” e “flat-plane”, semplicemente perché se si osserva l’albero a gomiti lungo il suo asse longitudinale, nel primo caso viene proiettata, sul piano perpendicolare all’asse stesso, una forma a croce, mentre nel secondo caso una retta (le quattro manovelle sono due a due diametralmente opposte). I due motori presentano, come spesso accade nella tecnica, pro e contro.

The All-new Shelby GT350 Mustang

Il V8 classico, cioè quello con albero motore dotato di manovelle sfalsate di 90°, può essere bilanciato con contrappesi ricavati sull’albero stesso, ma non consente di ottimizzare il flusso allo scarico utilizzando l’ordine di accensione, così come invece lo consente un V8 ad albero piatto. Quest’ultimo è anche più leggero, perché privo di contrappesi, ma allo stesso tempo richiede un albero controrotante per bilanciare le vibrazioni del secondo ordine. L’annuncio del V8 di 5.2 litri con albero piatto ha generato immediatamente una certa ansia, soprattutto per coloro che amano smisuratamente il noto “throaty howl” del classico V8 americano, il brontolio o, gorgoglio, generato dall’andamento quasi zoppicante di un motore che non sembra totalmente accordato e bilanciato. Jamal Hameedi, capo ingegnere del reparto Ford Global Performance Vehicles, è stato però lapidario; per chi avesse anche solo per un momento temuto il peggio… il peggio non è arrivato, perché il 5.2 litri è un’interpretazione tutta americana dell’impiego di albero motore piatto. Sta di fatto che si può proprio parlare del ritorno di una leggenda, che in questo caso, però, si porta in dote tutta una serie di nuove tecnologie, tra cui, ad esempio, il sistema di sospensione MagneRide, come quello che GM utilizza già da parecchio tempo sulle proprie vetture di gamma alta. Si tratta, in breve, di ammortizzatori a controllo magnetico, in cui le particelle ferrose contenute nel fluido di lavoro vengono governate dalla corrente generata da apposite bobine integrate nel sistema stesso. Così facendo si cambia quasi in tempo reale la risposta dell’ammortizzatore e quindi dell’intero assetto del veicolo. In realtà, a guardarla e studiarla da vicino, questa Mustang Shelby GT350 nasconde, e talvolta neanche tanto, alcune soluzioni particolarmente raffinate.

Il cofano motore è stato ribassato e sono stati implementati nuovi estrattori per l’aria calda. I freni mettono in mostra pinze fisse Brembo a sei pompanti all’anteriore e a quattro pompanti al posteriore, con dischi da 394 mm sull’avantreno. Le Michelin Pilot Super Sport montate su cerchi da 19″ con canale differenziato (10,5″ davanti, 11,0″ dietro) completano il quadro di una Mustang che si è fatta sempre più sofisticata. Ma c’è anche molto altro, come ad esempio il differenziale posteriore Torsen a slittamento limitato, anche in questo caso modificato da Ford secondo specifiche ben definite per l’impiego su Shelby GT350. Poi, se la osservate bene, meglio sarebbe dal vivo, noterete l’impiego di una serie particolarmente numerosa di interventi aerodinamici, che al momento non stiamo ad elencare. Insomma, la rincorsa reciproca tra Ford e Chevy non sembra finire e la Camaro Z/28 ha una nuova sfidante, una sfidante che raccoglie la staffetta lasciata dalla Boss 302 di pochi anni fa.